Vienna: caccia al Terzo uomo

Vienna: caccia al Terzo uomo UNA MOSTRA SULLA CITTA' NEL '48 E SU UN MITO DEL CINEMA Vienna: caccia al Terzo uomo VIENNA — Potrebbe chiamarsi «Alla ricerca' del Terzo uomo.. Invece, più modestamente e più didatticamente, si chiama «Il Terzo uomo: 11 tempo, la città, il film», la bella e interessante mostra, praticamente introvabile, organizzata dalla Biblioteca della Città di Vienna, che chiuderà i battenti alla fine di luglio. Introvabile, come 11 protagonista dell'omonimo film di Carol Reed su sceneggiatura di Graham Greene, perché è ospitata al secondo plano del nuovo Rathaus, alle pareti di un lungo corridoio di passaggio, senza indicazioni o manifesti o uscieri che ve la indichino. Sicché diventa una vera e propria «caccia alla mostra», affascinante e misteriosa come la caccia al «terzo uomo*: una ricerca avventurosa d'un personaggio e d'un film, che sono stati il simbolo della Vienna postbellica. Ed è questa Vienna del 1948, visitata da Greene per la prima volta allora, nel giorni freddi e bui di febbraio, a costituire 11 filo conduttore dell'esposizione, che è fatta di ritagli di giornali, di manifesti, di fotografie, di li¬ bri e riviste, ed anche, ovviamente, delle immagini del film. Una Vienna triste, ancora ferita nelle sue strade e nel suol monumenti, ma già aperta, timidamente, alla dolce vita del caffè e dei locali notturni. La Vienna, Insomma, che fece da sfondo a un film che, grazie alle Intuizioni e al gran mestiere di Greene, alla corretta regia di Reed, alla presenza simbolica di Orson Welles, alla musica di Anton Karas, divenne allora e in seguito un testo quasi mitico della storia del cinema. Ma la mostra non è soltanto l'occasione per ricordare un tempo lontano, per ripercorrere attraverso le immagini e le testimonianze il tragico passato d'una città smembrata, distrutta, percorsa dalla corruzione o dal mercato nero. Essa è soprattutto una fonte di piccole curiosità, di qualche gradita scoperta. La moda dell'epoca, 11 costume sociale, i divertimenti, la pubblicità, qualche locale peccaminoso, come il Casino Orientai, al numero 1 di Petersplatz, denominato anche «Dos orlentalische Tanz- haus»: un locale la cui insegna strizzava l'occhio al turista in cerca d'avventure. Ed è proprio al Casino Orientai che Graham Greene Invitò nel febbraio del 1848, poco prima di lasciare Vienna, la scrittrice Elizabeth Bowen, com'egli ricorderà nelle sue memorie. E quella serata gli forni lo spunto per una sequenza del Terzo uomo. Cosi come un altro episodio del film, uno del più divertenti e graffiatiti, quando lo scrittore americano di western Martlns (Joseph Cotten) è invitato a tenere una conferenza sul romanzo contemporaneo al Centro culturale Inglese, è certamente nato dall'incontro di Greene coti la Bowen, C'è Infatti nell'esposizione un documento rivelatore, una notizia pubblicata sul Morning News di Vienna del 12 febbraio 1948 che dice: 'Miss Elizabeth Bowen, la nota scrittrice inglese, terrà una conferenza venerdì 20 febbraio alle 19 sul tema "Il romanzo Inglese del ventesimo secolo"». Una notizia troppo ghiotta perché 11 sarcastico e Iconoclasta Greene se la lasciasse scappare. Su di essa egli ricamò una delle se¬ quenze più bonariamente feroci del film. Ed è proprio su questo documento che la mostra si chiude, lasciando nel visitatore un vago senso di nostalgia e di rimpianto, quasi che la Vienna dell'Immediato dopoguerra possedesse un suo1 fascino segreto, che bisognava cercare dietro le macerie, nel buio delle strade poco Illuminate, dentro 1 pochi locali aperti di notte, magari ascoltando una scrittrice Inglese parlare del romanzo contemporaneo. Una Vienna che contrasta violentemente con l'opulenza e la vivacità della sua vita odierna, coi suol caffè animati, 1 suol negozi eleganti, la folla del turisti che Invade le sue strade. Eppure, a guardar bene dietro un portone, dentro un vicolo, su una piazzetta deserta, sembra a volte di Intravedere «il terzo uomo», misterioso e inafferrabile. Una presenza inquietante che 11 film di Greene e di Reed ci ha proposto una volta, e che questa mostra ci ripropone nella sua genesi e nelle sue varie articolazioni storiche. Gianni Rondollno i . Orson Welles In una scena di «TI terzo uomo» (1949)