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Allenarsi in quota fa bene ai fondisti Convegno a Cervinia con Conconi Allenarsi in quota fa bene ai fondisti CERVINIA — Si è svolto ieri a Cervinia, nel contesto delle attività collaterali allo stage dei Centri di Avviamento allo Sport della Valle d'Aosta 1985, un seminario sui -Benefici dell'allenamento in quota degli sport di resistenza'. Il convegno ha preso spunto della presenza a Cervinia, per il secondo anno consecutivo dopo l'esperienza preolimpica dello scorso anno, della Nazionale azzurra di pentathlon moderno, impegnata nella preparazione 'in quota' in vista dei prossimi Campionati Mondiali di Melbourne con la speranza di ripetere le splendide prestazioni fornite a Los Angeles. Il tema del dibattito intendeva appunto chiarire se e quanta parte avesse avuto la preparazione atletica a 2000 metri nella recente Olimpiade. Si sono alternati al microfono esponenti federali, tecnici ed anche gli atleti Daniele Masale e Carlo Massullo, ma II maggiore interesse l'ha riscosso il professor Francesco Conconl, biochimico e docente universitario. Con il suo intervento, condotto con esauriente chiarezza e rigore scientifico, sono stati resi noti i risultati di alcuni recenti test condotti dalla sua équipe di Ferrara su vari gruppi di atleti, fra i quali anche i due fratelli DamiInno, impegnati in sport di durata (corsa, marcia, nuoto, fondo ect.), dapprima in quota e poi a livello del mare. Le conclusioni di Conconi sono state che un periodo di allenamento di circa tre settimane in montagna, se condotto secondo metodi scientifici e personalizzati ad ogni singolo soggetto, migliora le prestazioni dell'atleta a parure dal quindicesimo-ventesimo giorno dal ritorno a livello del mare, sempre che durante quest'ultimo periodo la preparazione fisica non venga interrotta. Le medaglie del pentatleti a Los Angeles sarebbero dunque il frutto anche della preparazione preolimpica svolta dagli azzurri proprio a Cervinia lo scorso anno e confermerebbero le tesi di Conconi, segnando una svolta nella tecnica di allenamento degli sport di fondo e di mezzofondo. Giorgio Vlbertl