Ma quanti bimbi sono morti? di Franco Giliberto
Ma quanti bimbi sono morti? Ma quanti bimbi sono morti? A Tèsero, l'albergo-colonia «Miramonti» è stato investito in pieno dalla valanga e distrutto: quanti sono i ragazzi sepolti sotto questo fango? - Forse un centinaio: Io si saprà soltanto oggi - Il Centro operativo dei soccorritori parla di 43 vittime; 11 giovani sarebbero in salvo DAL NOSTRO INVIATO TESERO — Ci sono cento ragazzi sotto quel cumulo di fango e detriti Inabbordabile, che se provi a camminarci sopra affondi fino alla cintola? Oppure nell'albergo-colonia «Miramonti- c'erano soltanto una cinquantina di giovanissimi ospiti con quattro adulti loro accompagnatori? I soccorritori che Ieri a centinaia lavoravano nella zona del disastro .sono stati .bersagliati dalle domande del cronisti fino la tarda sera. Ma non hanno dato — perché non potevano — risposte esaurienti. Soltanto oggi probabilmente sapremo da chi era composto lo sventurato gruppo che alloggiava nella colonia; e sapremo quale città, quale parrocchia, quale associazione di boy-scout piange In Italia per la scomparsa crudele di quegli adolescenti In vacanza. Dice un valligiano, Mauro Bertozzl, di Tesero: «Il Miramonti era a metà albergo e a metà colonia, una struttura capace di contenere un centinaio di persone in stame da quattro o più letti, anche a castello. Un fabbricato a due plani, con la sala mensa al pian terreno, le pareti foderate di legno. Sono corse le voci più disparate: sono venuto qui a vedere apposta per verificare. Prima si diceva che la colonia era stata appena sfiorata dalla valanga distruttri ce, poi che tutti i rogassi erano salvi. Ma chi conosce il posto come me, venendo qui non ha avuto dubbi. Il Miramonti è stato cancellato dalla faccia della terra. A non essere pratici della toma, non si saprebbe nemmeno dire esattamente dove sorgeva-: Gianfranco Chiomento, direttore di una televisione pri¬ vata trentina, Ìndica la montagna di fango che seppellisce il «Miramonti', fango argenteo sotto il sole per la patina di fluorite che si è rovesciata a valle dopo la tracimazione di acqua e detriti. «Il centro operativo dei soccorritori — sostiene — ha dato notista di 43 morti lì sotto. Undici ragazzini si sarebbero salvati. Ma non vi è assolutamente certezza che si tratti di un bilancio reale, in questa frenetica corsa ai soccorsi delle prime ore. Non c'è stato ancora tempo di capire nei dettagli quanto tragiche siano state le cose. Un'altalena di notizie contrastanti, insomma. «Da Bologna — diceva ieri all'imbrunire il maresciallo della Forestale Iginio Borelli — ci è giunta segnalazione che 100 ragazl di quella città, in un primo tempo dati per ospiti del Miramonti, erano invece in un altro luogo, qualche chilometro più lontano, a Pampeago. E anche un'associazione di scout cattolici milanesi, in ansia per un loro gruppo di giovani esploratori che avrebbero potuto essere nella colonia, sono stati rassicurati: quei ragazzi e i loro accompagnatori avevano piantato le tende in un altro luogo, per fortuna lontano dal disastro*. C'è anche chi fornisce informazioni meno rassicuranti. Che nella colonia ci fossero degli adolescenti è fuor di dubbio. «Lo so con certezza — dice Maria Oaddi, glornalaia di Cavalese — perché alcuni bambini di mie amiche avevano dei compagni lassù. Una delle voci che ho raccolto poche ore dopo il disastro riguarda proprio un pullman di quel ragazzi. Sarebbe arrivato al Miramonti poco dopo le 12,30. Se è vera questa versione, quei poveretti sono stati colti dalla nuvola di fango e terra mentre scaricavano gli zaini per prendere posto nei loro alloggiamenti*. Franco Lucini. viccparroco in Val di Fiemme, aggiunge: «Questa della morte dei ragazzi è la cosa che più fa stringere il cuore nella tragedia. Tredicenni, quindicenni venuti qui allegri e pieni di entusiasmo, impegnati in una esperienza di vita comunitaria che avrebbe dovuto portar loro soltanto serenità. E sono siati spazzati via in pochi secondi. Senza magari aver avuto nemmeno il tempo di capire quel die gli stava capitando, con ancora negli occhi le immagini liete delle loro passeggiate lungo i sentieri che da Stava portano dolcemente in alto, sulle pendici di Pala de Santa, tra il profumo degli abeti*. Franco Giliberto
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