Lane color alabastro e sete nere

Lane color alabastro e sete nere Da Versace a Valentino ai nuovi sarti, tutti insieme per la moda Lane color alabastro e sete nere ROMA — La signora di Carla Centinaro, che con la collezione autunno-inverno 85-86 celebra i suoi cinquantanni di attività nell'alta moda, è gemmata. Nei capelli raccolti in crocchie, trecce attorte sulla nuca e fili di perle, di Strass; nelle tuniche, che sul davanti hanno linee nette per 1 pantaloni affusolati ma si prolungano in punte da marsina sul dietro ed esprimono l'eleganza dell'asimmetria con ricami luminosi in luogo di spille. Negli abiti da sera che ripetono le sfumature del modelli da giorno in un digradare, in un affastellarsi di lamé e paillettes dal viola al blu, dal rosso cardinale al fucsia. Un abito cosi indossa Marta Marzotto nella cartolinaInvito. Ridente, ironica la ninfa Egeria della moda italiana quando è alta, complice una fortunata rivista, che prudentemente è moda senza aggettivi, sembra più che altro invitarci all'attesa di tempi migliori. Li ha promessi in una colazione di lavoro, che non voleva affatto assumere l'aspetto di conferenza stampa, ma semmai di ascolto degli osservatori di moda, qui a RomavLoris Abate. Un piccolo terremoto ha spazzato l'equipe del Centro romano per l'Alta Moda ed ora l'animatore della irreprensibile e intramontabile casa Mila Schon. appunto Loris Abate, in veste di direttore, prospetta nuovi programmi, per rilanciare un'immagine (quella dell'alta moda, ormai ristretta a dodici nomi, dove quelli che contano sono meno di cinque) alla luce delle individualità che sono celebri nel mondo, vedi gli stilisti del prèt-à-porter. La Camera Nazionale dell'Alta Moda diverrebbe la Camera Nazionale della moda «tout court..: e pare che da Versace ad Armani. ovviamente da Mila Schon a Valentino, tutti siano d'accordo con questo contratto di solidarietà in nome del «iliade in Italy». Forse è soltanto un cambiamento a livello nomenclatura, tanto per non trascurare l'esempio del governo: resta il fatto che qualcosa dovrà accadere per rilanciare un'Alta Moda poco consistente, anche se nuovi nomi cercano di ingrossarne le file. E' il caso di Franco Brenci. detto «il sarto delle diveperché già modellista di Schubert. Tiziani e Valentino, si presenta alla ribalta con una sua collezione all'Insegna della calda sofficità delle lane, a cominciare dall'angora. Motivo Ispiratore le antiche civiltà, che videro la luce nel bacino del Mediterraneo; raffinati giochi di intarsi, di accostamenti e contrasti, in un ritmo cadenzato fra lane color alabastro, avorio, bruno rupe e sete lucidamente nere come i buccheri etruschi. La donna di Brenci è decisamente classicheggiante, eppure complessa nell'opporsl di tagli geometrici e morbidezze sciolte, una seduzione di sirena si insinua nel preziosi tessuti degli abiti da sera, illuminati da ricami in canneté di cristallo di Murano. Se da Brenci è la «clochette» in raso nero con veletta e piccolo motivo a ventaglio a punteggiare i grandi mantelli effusi con le maniche chimono, da Centinaro è il tocco, vagamente a tricorno, sempre In nero, a situare In aggraziate memorie settecentesche la suggestione delle giacche attillale in vita, ma con la falda moltiplicata in punte onduleggiantl, delle gonne doppie arrichite di pieghe laterali per disegnare con tuniche o inediti cappottisoprabiti. una figura d'autunno-inverno svelta e di gran portamento femminile. La sottolineano 1 particolari delle passamanerie In nero, alamari In triplice numero sull'omero, nel ruolo tradizionale dell'abbottonatura al mantelli. Lucia Sollazzo

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