Al vino italiano oscar e affari di Sandro Doglio

Al vino italiano oscar e affari INCHIESTA / Come si affrontano le difficoltà del mercato Usa Al vino italiano oscar e affari A undici famosi produttori il riconoscimento di una prestigiosa giuria americana; sulla copertina di due grandi riviste enologiche Usa sono finiti Piero Antinori e Angelo Gaja - Da queste affermazioni derivano poi buoni contratti - Ma ci sono ancora i «magliari del vino» che, pur di vendere, spacciano robaccia DAL NOSTRO INVIATO NEW YORK — Come affronta il vino italiano l'offensiva antialcolica in atto negli Stati Uniti, la possibile -guerra dei dazi» contro le nostre esportazioni e la difficile concorrenza del francesi, degli' spagnoli, del tedeschi, degli stessi produttori americani per la conquista del mercato in Usa? L'immagine e il prestigio del vini italiani negli Stati Uniti sono un po' bifronti: • C'è molto vinaccia, da poco pranzo e di poco valore, ma ci sono anche vini eccelsi-, sostiene uno dei maggiori importatori americani. Le molte riviste del settore, le stesse pagine specializzate in -Drink and Food- — In -Bere e mangiare- — che compaiono settimanalmente su tutti i maggiori quotidiani degli Stati Uniti, analizzano, giudicano e danno un voto a tutti i vini nostrani che vengono importati: -E' un compito difficile, perché non sempre alla qualità dichiarata, al nome doc o docg dell'etichetta corrispondono i gusti e i profumi che ci si dovrebbe aspettare-. La carenza della nostra legislazione — che garantisce forse l'origine, ma non sempre e non completamente la qualità del vino — si aggiunge al difettacelo solito degli italiani «/urbi-, che cercano di vendere In barba a tutte le norme e 1 controlli Baroli scadenti, Chianti che hanno ]X)co che vedere con l'autentico e tradizionale prodotto delle colline toscane o Valpolicella che farebbe inorridire i veronesi. Per ottenere ordini abbassano anche i prezzi, finendo per danneggiare produttori onesti e marche serie. Per fortuna, c'è però anche qualcuno che si sta battendo per difendere 11 buon nome e la qualità dei nostri vini. Qualche settimana fa, alla •convention- di tutti i produttori e importatori americani di vini e liquori (circa seimila aziende), svoltasi a Chicago, la rivista Italiana ^Civiltà del bere-, in collaborazione con l'Ice, ha organizzato una serata di assaggi — •A Celebration of Italian Wine- — che ha avuto un grande successo e che ha permesso di imbastire nuovi affari, sollecitando ulteriori correnti di importazione. Sono stati presentati a Chicago vini piemontesi (Abbazia dell'Annunziata, Pio Cesare, Contratto, Pilipettl, Fiore, Gaja e Ciancia); toscani (Blondl-Santl, Cecchi, Frescobaldl,, Poggio alla Sala, Rocca delle Macie e Strozzi); veneti e friulani (Bolla, Cavlt. Casarsa, Fabiano, Pasqua, S. Margherita e Zonln); siciliani (Donna Fugata, Duca di Salaparuta, Rallo e Regaleali), nonché laziali (Marino Gotto d'Oro) e pugliesi (Rlvera). Un'altra manifestazione, sempre organizzata da Pino, Khan di .Civiltà del bere-, nel locali della splendida enoteca Italiana dell'Ice a New York, sulla Quinta A venne, si è svolta per presentare agli esperti americani diciassette Vini nuovi di grandi produttori del nostro Paese. Tra gli altri: un inatteso rosso Cabernet Sauvlgnon e un sorprendente bianco e profumato Chardonnay di Angelo Oaja; 11 primo Malvasia che sia mal stato invecchiato in barrique (Poggio alla Sala), un decembrino 1984 di Rocca, delle Macie, una Vernaccia di S. Oimignano '82 del principe Guicciardini Strozzi, nonché uno straordinario -Marsala vergine- di Giacomo e Gabriella Rallo. A cura di un ente costituito in America dagli stessi produttori italiani — Yltaltan Wine and Food Institute, diretto da Lucio Caputo — ristoratori, grossisti e negozianti di vini degli Stati Uniti sono stati poi invitati per sette giorni a una crociera nei Caralbl sulla nave -Sun Princessi (in un'atmosfera quasi da teleromanzo) per seguire corsi di conoscenza e assaggio di vini italiani: Barbera, Barolo, Cabernet, Valpolicella. Chianti, Vino nobile di Montepulciano, Asti Spumante. Un'altra -crociera dei vini italiani- è prevista per settembre nel Mar del Caralbl A quanto sembra, 1 produttori Italiani curano molto di più la loro Immagine negli Stati Uniti di quanto non facciano In Italia. E 1 riconoscimenti non mancano. In prima pagi na. sul massimo giornale vinicolo del continente americano — - The wlne.spectator— sono finiti In queste ultime settimane, con tutti gli onori, 11 marchese Piero Antinori (Chianti) e il piemontese Angelo Gaja (Barbaresco). E tra 1 sèssantasette più famosi produttori di vino del mondo — una specie di -Oscar- della buòna bottiglia — una giuria americana ha eletto undici italiani: Antinori, Badia a Coltlbuono, Barbi Colombini, Blondl-Santl, Ceretto, Pio Cesare, Gaja, Lungarottl, Mastroberardlno, Prunotto e Ruffino. -Quando c'è serietà e qualità non ci sono problemi-, sostiene Toni Terlato, Importatore In America tra l'altro del vini S. Margherita, Pio Cesare, Giacosa, Corvo e Lungarottl: -Con questi marchi la vita è per noi meravigliosa. A tutti io dico: fammi pagare anche di più, ma fammi vini buoni: sarà comunque un successo-. Neil e Maria Empson, grandi importatori in America anche di vini francesi, sostengono: -Molte ditte italiane devono pensare a fare meno casse di vino con più profitto, invece di cercare di vendere tante casse senza quasi guadagno-. Filippo Di Bellardlno della Hublian, uno del colossi del settore, &egiunge: -Al di là delle difficoltà locali, della campagna antialcolismo o della stessa concorrenza francese o americana, ci rovina soprattutto l'immagine dei prodotti ita liani scadenti-. E' il grande pericolo: non soltanto per il vino, ma per tutti 1 prodotti del -made in Italy-. Sandro Doglio