Fracci, ultima Giselle all'Arena di Luigi Rossi

Fracci, ultima Giselle all'Arena $■'":% •»' Spettacolo d'addio dell'ente lirico veronese che rinuncia alla danza Fracci, ultima Giselle all'Arena Del capolavoro romantico di Adam è stata recuperata, con un'interessante operazione filologica, la partituta originale VERONA — Dopo undici anni Carla Fracci ha riportato la sua Giselle in Arena in uno spettacolo sontuoso e molto gradito. Le lunghe acclamazioni, i lanci di fiori al termine, hanno assunto quasi il melanconico sapore di un addio. Termina una felice epoca che la popolare ballerina ha vissuto nel grande anfiteatro, tra un'/lioVJ e una Carmen, e cominciano tempi oscuri per il balletto Brentano. Nella prossima stagione, già annunciata, non ci sarà spettacolo di danza e il direttore del corpo di ballo Giuseppe Carbone è sul piede di partenza. Peccato: proprio ora che l complessi areniani avevano assunto un livello buono, come hanno dimostrato ampiamente in questa Gisella, l'Ente lìrico decide di disfarsi della scomoda componente coreografica, come hanno già fatto altri confratelli italiani, con la speciosa giustificazione del risparmio. Comunque, se questo è uno spettacolo di addio, occorre dire che si tratta di un degno commiato. La Giselle approntata per la Fracci ( e in repliche per Elisabetta Terabust) ha anche pretese di filologia. Il direttore Michel Sasscn, che ha degnamente curato la parte musicale, è risalito al. manoscritto originale di Adam ed ha riaperto alcuni tagli di pagine mai udite, come la musica quasi sacra della «scena della pazzia», la «/una» delle Wllli, alcuni frammenti del primo atto. Carbone, dal canto suo, ha dovuto supplire le lacune della coreografia originale di Coralli e Perret perduta per questi pezzi, mai più eseguiti nel nostro tempo. E bisogna dire che lo ha fatto con scrupolosa aderenza stilistica al colore di questo affascinante capolavoro romantico. Qualche licenza, come il passo a due dei contadini trasformato in passo a sei, appare perfettamente giustificata dagli ampi spazi areniani. E anche funzionale all'impiego dei solisti veronesi che sono stati i bravi Rosalba GaravelII, Cristian Craciun, Lia Musarra, Bruno Milo, Daniela Malusardl e Carles Iturrlez. Naturalmente il balletto in Arena postula sue esigenze precise, ed un esperto come Beppe Menegattl (a cui era affidata la regia, detta in locandina un po' misteriosamente tdrammaturgia») vi ha provveduto conoscendo bene i suoi polli. Si sa che il pubblico delle gradinate non vuole raffinatezze invisibili, ma grande spettacolo. Cosi la sua intatta e disponibile ingenuità gli ha fatto applaudire a scena aperta l'arrivo a cavallo del principi alla scena della caccia. Scena sontuosa, che inizia In un castello tutto d'argento, disegnato dallo scenografo Benxl Montrcser nell'ambito di una struttura polivalente che si trasforma a vista nel rustico del quadro del contadini e nel bosco Incantato dell'atto bianco. Occorre- dire che gli effetti di luce sull'impianto argentato offrono immagini di sogno suggestive, forse con una caduta di gusto nella fila di angloletti che appaiono In controluce nei momenti in cui si annuncia la morte di Giselle e poi nelle sue apparizioni sublunari accanto alla tomba. I bellissimi costumi di Maria Letizia Amadei completano la raffinata immagine visiva. Naturalmente tutti gli occhi erano puntati su Carla Fracci, la nostra e non soltanto nostra, maggiore Interprete del romantico personaggio. Pur con qualche Inevitabile appannamento tecnico, bisogna affermare decisamente che il suo carisma non è affatto perduto e la credibilità della contadinella Innamorata prima, e poi dell'amoroso fantasma che appare ad Albrecht, rimane intatta. Giustificato dunque l'entusiasmo del suol fans. Accanto a lei, al posto di Gheorge Iancu ancora sofferente del postumi di una operazione, il francese dell'Opera di Parigi Charles Jude che danzerà anche con la Terabust in agosto. Temperamento nervoso e singolare, Jude è anche un ottimo partner, a dispetto della mancata familiarità con la Fracci. Una lode particolare, sottolineata anche dal pubblico, per la Myrtha di Renata Calderlni, dalla classica perfezione. E bene anche le sue due compagne Luisa Benedinl e Lilia Riccio. Tra i molti comprimari da citare almeno Isabella Sollazzi e Jacques Dombrowski. Luigi Rossi Carla Fracci, applauditissima «Giselle», chiude un'epoca all'Arena

Luoghi citati: Parigi, Verona