Quattro in corsa ma Burghy ha già un padrone

Quattro in corsa ma Burghyha già un padrone Quattro in corsa ma Burghyha già un padrone ROMA — Forse si può chiamarla un'asta, forse no. ma ricomincia: per la vendita della Sme a privati. Tiri ha deciso ieri di continuare a approfondire l'esame delle quattro offerte che ha ricevuto. -Con rigorosi criteri di parità-, ovviamente, si analizzeranno ancora le offerte della Buitonl. di Barilla-Ferrero-Berlusconi. della Cofima di Salerno, della Lega delle Cooperative. La novità è che ognuno degli offerenti sarà messo a conoscenza del -contenuto delle altre offerte-. Il ricorso della Buitoni al Tribunale amministrativo regionale (Tar) aveva bloccato tutto. Mercoledì, il Tar ha respinto la richiesta Buitoni di sospendere il decreto del ministro Darida dal quale l'asta trae origine; 48 ore dopo, il consiglio di amministrazione dell'Ili ha potuto deliberare che l'istruttoria riprenda. Ma se questa decisione è stata rapida, nulla viene detto sui tempi per scegliere l'acquirente fra i quattro. E' presumibile che si tratti di tempi lunghi. La partita, nelle sue carte principali, resta la stessa. Solo la rinuncia, per ora improbabile, di uno del due maggiori contendenti (Buitoni. cioè De Benedetti, e Barilla-Ferrero-Berlusconi) la camblerebbe. Il contrasto che divide governo e Parlamento, a sostegno dell'uno o dell'altro, è sempre presente. Fermo è anche il dibattito politico sul futuro della Mediobanca, che è intrecciato al caso Sme e minaccia anzi di complicarsi, visto che Mediobanca ha un ruolo anche nel caso Bi-Invest. Il Tar si pronuncerà sul merito del ricorso Buitoni — vale a dire se il decreto Darida, atto amministrativo, sia o no conforme alle leggi — solo dopo le ferie estive. Questa -pendenza di giudizio- è un elemento che non si può trascurare; la delibera del consiglio di amministrazione chiarisce che essa dovrà -essere portata a conoscenza di tutti gli offerenti- e che lo stesso si farà per altre iniziative giudiziarie. In . termini attualizzati, come più volte hanno ripetuto ministro e Iri, Barilla-Ferrero-Berlusconi hanno offerto 70 miliardi in più di De Benedetti. De Benedetti sostiene che la sua offerta è industrialmente più seria, perché garantisce l'integrazione fra Buitoni e il vasto gruppo con 1 marchi Cirio. Pavesi, De Rica. Bertolli. Surgela. Motta. Alemagna. e più italiana perché Barllla e Ferrerò controllano In parte dall'estero le proprie aziende. Oltre alle due cordate principali (Buitoni e Barilla-Ferrero-Berlusconi) ce ne sono due altre. La terza è quella guidata dalla Cofima di Giovanni Fimiani, composta da un gruppo di imprenditori campani, e offre il prezzo più alto: 620 miliardi da pagare in marchi in quattro mesi. In particolare 200 milioni di marchi saranno versati al momento della stipula del contratto e gli altri arriveranno al ritmo di 50 milioni di marchi alla settimana. Anche in questo caso vengono date garanzie in termini di Investimenti ed occupazione. Quanto alla intrasferibilità delle azioni all'estero la ga- ranzia viene data per 5 anni. La quarta è quella della Lega delle Cooperative che offre 600 miliardi ma deve ancora concordare con Tiri i termini e le modalità di pagamento. L'impegno di non cedere all'estero pacchetti azionari è invece totale, e vengono date garanzie su occupazione e investimenti. La Sme sarà ceduta tutta intera, senza smembramenti o spartizioni. Ma, secondo la Uil, che chiede la consultazione del sindacati, questo principio sarebbe stato violato con la cessione della ■Burghy». la catena di fast-food nata a Milano. L'accordo di \endita è fatto, ha dichiarato ieri l'acquirente, l'industriale modenese Luigi Cremonini. La «Burghy» nel 1984 ha registrato gravi perdite di bilancio. s, i.

Luoghi citati: Milano, Roma, Salerno