Questo Barbiere, senza allegria di Giorgio Pestelli

Questo Barbiere, senza allegria Al Festival l'opera di Paisiello, diretta da Viotti, regia di Scaparro, scene di Luzzati . ■ ? Questo Barbiere, senza allegria Un'esecuzione poco movimentata in cui prevale il registro sentimentale e nostàlgico - Rosina è Patrizia Pace me è rispettabile e coerente In ogni parte, e non si può non ammirare 11 gusto di Luzzati nell'alludere all'Interno . della casa mediterranea, con le sue maioliche dipinte, ma al tutto manca quel senso di allegria e di animazione che pur trapela dal gioco di rapporti intessuto da Paisiello e Petrosellini. sulla traccia della commedia di Beaumarchais. Questo gioco lo Introduce, fili dove può, la compagnia di canto, giovane e molto ben equilibrata, Roberto Coviello (Figaro), Patrizia Pace e Edoardo Gimehez (Rosina e il conte), Gian Carlo Ceccarlnl e Bruno Praticò (Bartolo e Basilio), Maurizio Scalatovi e Giovanni Savoiardo. La Pace, che i torinesi ricordano nel concerto dedicato a Domenico Scarlatti all'Auditorium Rai, si avvia con sempre maggiore decisione verso una maturità tecnica che ricorda la Zillo del primi anni; Gian.Carlo Ceccarlnt, anche per lo spazio di primo piano che gli accorda il libretto,, ha una forte presa teatrale, sia nel canto, sia nella recitazione sempre intelligibile (ma sotto questo aspetto, ripetiamo, tutti gli interpreti sono assai abili). Il guaio del Barbiere di Paisiello agli occhi dello spetta¬ tore moderno è quello di trovarsi sballottato fra due colossi, «Le nozze di Figaro» di Mozart e il «Barbiere» di Rossini; è già molto che riesca a tenersi in piedi sino alla fine. Riportato al suo tempo, è facile capire le. ragioni del suo enorme succèsso: basti la presentazione di Figaro, molto più articolata che in Mozart e Rossini, in una grande aria «di catalogo» dove 11 personaggio racconta la sua storia: ha fatto mille mestieri, scritto commedie, girato il mondo, sempre rovinato dall'invidia altrui, tirato avanti «facendo barberi e mentre enumera le sue fatiche di •quidam»,.di uòpo del terzo stato che Vuol rèndersi autonomo, il cónte, lontanissimo da questi grattacapi, lo guarda sorridendo bonario: è difficile trovare illustrata In modo più lampante la dinamica delle classi sociali negli Anni Ottanta del Settecento. ' Musicalmente il registro più nuovo è l'intermittente vena sentimentale, nostalgica: ne è latrlce sopra tutti Rosina In due ampie arie solistiche (mentre negli -ehsembles» partecipa al registro buffo), che già prefigurano la «Nina pazza per amore» tanto amata da Bellini: e qui la Pace mette in luce una indubbia sfumatura Urica, una profondità di accento molto suggestiva. Forse Scaparro, Luzzati e il maestro Viotti hanno troppo voluto tenersi lontani da Mozart e Rossini, individuando la voce tipica di Paisiello: ma questa, per quanto limpida, si, è fatta ormai troppo piccola per farsi sentire senza qualche intervento più estroso e spregiudicato. Puntando (anche con le luci soffuse, le tinte discrete) sul languore me-. rldlonale, gli hanno frenato l'allegria senza potergli dare profondita patetica. Giorgio Pestelli Patrìzia Pace è Rosina nel «Barbiere» venato di nostalgia