Don Giovanni uno e due di Angela Bianchini

Don Giovanni uno e due SANTO O LIBERTINO: QUAL E' QUELLO VERO? Don Giovanni uno e due «Il personaggio di Don Giovanni ha terminalo il suo ciclo... Non che oggi l'ossessione erotica, l'erotismo, sentito come atto di rivolta, il misticismo erotico non abbiano parte di rilievo nella letteratura, ma è difficile che si possano ricondurre nello stampo di un personaggio... (infatti) la democrazia erotica toglie l'esistenza a Don Giovanni». Cosi vent'anni fa su La Stampa, con il solito acume, Guido Piovenc sottolineava di Don Giovanni non più il ruolo preminente, ma soltanto «gli echi e le risonanze». La sorpresa, la svolta è avvenuta domenica, quando il Vaticano ha annunciato la causa per la canonizzazione di Miguel Manata, personaggio secentesco che le agenzie.di stampa hanno dipinto come il prototipo della figura di seduttore immortalata da Tirso de Molina, da Mozart, e poi da Dumas, da Mérimée, da Shaw. Seduttore il personaggio storico che il Vaticano si appresta a fare santo, pare non sia stato assolutamente: nato nel 1627, a Siviglia, ha avuto, sì, un temperamento focoso, ma non ha mai condotto vita peccaminosa, e si è presto pentito ed è morto in odore di santità. Questa realtà, importante i| dal punto di vista religioso e ortodosso, non ha, pero, tolto nulla alla forza detonante dell'annuncio: don Miguel Manata ha certamente Te carte in regola per diventare santo e da secoli se ne parlava. Ma anche di Don Giovanni si parla da secoli: da quando la sua figura prese l'avvio nel famoso dramma di Tirso de Molina, del 1630, El burlador de Sevi/la, con il nome di don Juan Tenorio, e ancora oggi il suo fascino non è spento, anzi si presta a essere interpretato in modi infiniti. Qual è il vero Don Giovanni? Don Juan Tenorio oppure Miguel Maiiara? Santo o seduttore, Don Giovanni, oppure tutt'e due le cose? Nella figura e nella storia di Don Giovanni, nella sua «w/rf^j^/Jàsua morte», il sensoi'deidop- .^.^^^^^^to fin dall'inizio, fin dalla prima incarnazione, scritta dal frate della Mercede, Gabriel Téllez, conosciuto sotto lo pseudonimo di Tirso de Molina. Don Juan nasce, come tante figure secentesche, da una leggenda popolare, quella dell'innamorato irriverente che invita un morto a mangiare, ma nel dramma di Tirso si trasforma nel seduttore di tante donne, il quale uccide il padre di una di esse e più tardi, non solo in forma irriverente ma anche incauta, ne invita la statua funeraria a cenare. Don Gonzalo, il padre, accetta, anzi ricambia, invitando a sua volta don Juan a cenare nella sua tomba. E lì, l'ingannatore, sempre convinto di avere il tempo di pentirsi, è, invece, trascinato all'inferno da don Gonzalo stesso. * * Questo primo don Juan, di vivace stilizzazione barocca, è, innanzitutto, doppio nella sua personalità di seduttore spagnolo, da un lato cinico e impenitente, dall'altro hidalgo negli abiti, nel gesto, nel linguaggio. E di ritmo doppio è il tempo del dramma che, invece di portarlo a Dio, lo porta agli Inferi: la rapidità di don Juan nel passare da una seduzione all'altra è, in realtà;, un non-muoversi, mentre la lentezza con la quale avanza l'ammonimento a pentirsi acquista alla fine una velocità vertiginosa e travolgente, sintomatica di quella «contraddizione di movimento» caratteristica del Barocco. E' un Don Giovanni che percorre una scala mistica invertita e finisce agli Inferi e non in Paradiso. E continuerà da allora in poi a percorrerla, nelle sue grandi incarnazioni europee, perdendo peto quell'accento religioso che è proprio della Spagna secentesca, e anche il senso di tempo-eternità .in cui tutto soggiace all'ordine divino. Lo sguardo di Molière è rivolto alla terra e il Don Giovanni suggerito a Mozart da Lorenzo Da Ponte, creazione spirituale che Goe: the vedeva «animata dallo spirito demonico del genio» si biforca nel finale: lo scherzoso sestetto della fine, dopo la morte del protagonista, e la morte rabbrividente del cavaliere che anticipa il clima romantico. Seduttore, avventuriero, li- bertino, alle soglie del Romanticismo, Don Giovanni vede aprirsi uwuieconda,. più ampia, ma .più confusa vita'. ^Zm^ìzLM natura Hs$ l'uomo e nella e nella sua coscienza, rappresentata dalla presenza del servo, perseguitato dal complesso del padre, che si incarna nel Convitato di pietra (e non manca chi ha creduto di vedere nella nascita del Don Giovanni di Mozart il senso di colpa per la morte del padre), Don Giovanni sta per essere raggiunto dal suo doppio storico: il famoso don Miguel Maiiara Vicentelo de Lcco CoIona. , A colui che, secondo il postulatore della causa di canonizzazione, il frate trinitario spagnolo, don Teodoro Zamalloa, fu soltanto moderatamente galante, la leggenda attribuì invece molti peccati dei quali, tuttavia, come sappiamo, fece in tempo a redimersi. Come scovasse Alessandro Dumas questa leggenda noi non lo sappiamo. Certo è che nel 1836, in pieno clima romantico, dopo il dramma lirico di Blazc de Bury in cui il seduttore- vola al cielo come serafino, in una splendida apoteosi, dopo la lista delle donne sedotte che si trova nelle Anime del Purgatorio di Mérimée, Dumas tenta il colpo: in un'abile contaminazione, ereditata per altro da Mérimée, fondendo Juan Tenorio con Miguel Maiiara, offre l'opera Juan de Maiiara o la caduta dr'uhah«/^pubblicandolo ~£ Bfu'xel^ ICS. v, .. Angelo, serafino, don Juan però non è più lui: è, come volevano i tempi, il superman, che uccide il confessore del padte moribondo il quale voleva diseredarlo a favore di un figlio naturale, e avvelena poi il padre stésso, seducendo monache e uccidendo lo stesso fratello. Un tale pasticciaccio avreb¬ bTr | Il «Don Giovanni» cinematografico di Joseph Losey Tirso de Molina (incisione, Biblioteca Nacional di Madrid) be dovuto seppellite Don Giovanni per sempre invece accadde tutt'altro: don Juan Tenorio risorge, e per :sempre, in Spagna. Nei postumi del romanticismo spagnolo due scrittori, Espronceda e Zorrilla devono fare i conti con le complesse ascendenze del ribelle satanico compreso quel Don Juan di Byron, spagnolesco e veneziano, grande amatore e grande gentiluomo. E al ribelle satanico, nonché al burlador e al tema di antiche leggende ispaniche, cioè il funerale di se stessi, si rifa Espronceda nello Studente di Salamanca mentre nel 1844 José Zorrilla dà alla luce il suo famoso Don Juan Tenorio. A questo punto gli eroi sono due, irriverenti, irreligiosi, cruenti, Don Juan Tenorio e Don Luis Mejia, le uccisioni sono tante e settantadue le donne conquistate da Don Giovanni, ma di una di esse, donna Inés, don Juan è innamorato davvero e, dopo averla rapita dal convento, egli va a prosternarsi ai piedi del padre, don Gonzalo, chiedendogli la mano della figlia che è «forse la speranza di salvezza». Respinto dal commendatore, schernito dall'amico, don Juan uccide don Gonzalo siydji; poi alla fuga. Ma Inés lo salva all'ultimo momento, ajuendo.gli le porte del Purgatorio mentre don Gonzalo io vorrebbe trascinare all'Inferno. Radicata nella religiosità propria del Seicento, quest'o pera romantica, formata da due leggende e da due personaggi, ha la forza di un auto sacramentai e, come tale, viene vissuta in Spagna ogni anno quando al giorno dei morti, il primo novembre, è portata su tutti i palcoscenici. In questo dramma della sai vezza qual è il personaggio trionfante? Il burlador originale, il libertino salvato di marca francese oppure quel Miguel Manata che ogni anno, attraverso la storia delle sue imprese, del suo matrimonio, della sua conversione, si ripropone jiascostamènte. L all'attenzione, del pubblico, in attesa ejflelja. speranza iVfetsi un.,giar<ip santo? Che importa? Don Juan davvero solo non è stato mai: ha sempre avuto accanto à sé un compagno, un servo, una donna, un'ombra, un doppio. C'è perfino chi ha creduto di ravvisare in lui il salvatore delle donne, colui che ha aiutato le donne a emanciparsi e a liberarsi attraverso la seduzione e il rapimento. Angela Bianchini

Luoghi citati: Madrid, Salamanca, Siviglia, Spagna