Tornano, condannati, al campo profughi

Tornano, condannati, al campo profughi Un anno ai 66 «stranieri» protagonisti della furibonda rissa di Latina Tornano, condannati, al campo profughi DAL NOSTRO INVIATO LATINA — Con voce solenne, il pretore Tamburrini legge lo condanne. Incespica non poco sui nomi stranieri, va decisamente piti spedilo nella seconda parto del dispositivo: un anno di reclusione con il beneficio della condizionale. E cosi, già ieri a larda sera, i sessantasei arrostati fra polacchi, albanesi, cecoslovacchi e rumeni che sabato notte avevano preso parte a una luribonda rissa conclusasi con duo lcriti potevano lasciare il carcere e lar ritorno nelle baracche del campo profughi -Rossi-Longhi-. -Poteva pure scapparci il morto — dice il dottor Racca. capo della squadra mobile —. Per fortuna già da alcuni giorni avevamo avuto sentore che all'interno del campo la tensione fra i vari gruppi stesse salendo. Per questo avevamo istituito all'interno del recinto un servizio di pattuglia. Quando e stato lanciato l'allarme siamo intervenuti subito. Una trentina, fra poli¬ ziotti e carabinieri. Abbiamo circondato il capannone dove alloggiano i polacchi e ci siamo buttati nella mischia. A'e abbiamo presi scssantasei. altri due li abbiamo accompagnati in ospedale e abbiamo sequestrato mazze di ferro, bastoni, bottiglie rotte e coltelli che certamente qualcuno aveva ammucchiato già da alcuni giorni in un angolo del capannone-. Ma perché tanta furia? Liligi, spesso provocati dall'alcol, o dalla gelosia, al «RossiLonghi- sono stali sempre frequenti. Una zulia come quella di sabato, alla quale liare abbiano preso parte più di cento persone, non si era però mai registrata. Nemmeno il pretore Tamburrini riesce a venirne a capo. Le risposte degli imputati — condotti in aula a gruppi di quindici e incatenati a duo a duo — sono evasivo. Quasi tulli si trovavano li per caso: chi era appena rientrato, chi cercava di dormire, chi si era avvicinato i>er pura curiosità. Il rapporto di polizia, invece, è molto più preciso: parla delle armi sequestrate, descrive alcune scene della zuffa, cita i reati contestati allo persone arrostato: rissa o danneggiamento aggravato di strutture pubbliche. Nessuno, perù, sa indicare con cortezza il motivo di tanta furia: rivalità fra gruppi, motivi di donne o di disparita di trattamento? ■ Tutto è possibile — dice rassegnato il dottor Racca —. Si è parlato di gelosia degli altri profughi nei confronti dei polacchi e potrebbe essere una spiegazione: gli alberghi della costa, sul mare, i luoghi insomma più comodi sono quasi tutti destinati ai profughi polacchi e a loro, soprattutto, sono indirizzati i pacchi e i doni che provengono dalle organizzazioni cattoliche-. In un mondo di sopravvissuti e di diseredati — spiega un altro funzionario — può bastare anello questo por scatenare un tafferuglio. Ma c'è anche chi accenna a questioni di donne: di una in particolare, una bellissima polacca diciannovenne di nome Halina che avrebbe portato nei giorni scorsi lo scompiglio nel già fragile equilibrio di coesistenza fra i vari gruppi etnici. Di Halina. si dice che pretendesse dai suoi partner un particolare tipo di acconciatura: capelli quasi completamente rasati con un ciuffetto alla Ali Agca. E noi giorni scorsi, stranamente, più di un giovano si sarebbe fatto rapare, molti anehe non polacchi. Ma può essere bastato questo a scatenare la rissa? Non può escludersi, anche se appare difficile dal momento che la ragazza proprio il giorno prima, venerdì, aveva definilivamenle abbandonalo il campo per una più comoda sistemazione in un albergo romano. Uno dei problemi più insormontabili, infatti, sembra sia divenuto proprio questo: lo spazio. Al «RossiLonghi... una vecchia struttura a capannoni del '56 oggi in pieno centro storico, i profughi sono ormai stipati. In camerette fatiscenti dove potrebbero vivere in tutto non più di 600 persone ne vengono ospitate 900. Nemmeno gli alberghi requisiti sul litorale sono più sufficienti -Mediamente — dice un giovane profugo che non vuole si citi nemmeno la sua nazionalità — sf presentano al campo 30-40 persone al giorno. Chiedono asilo politico. Il rapporto uomo-donna è di 1 a 5. Quelli che ne escono per raggiungere altri Paesi sono invece ben pochi. Arrivano soprattutto polacchi: lasciano il low Paese in piena regola con tanto di passaporto, poi una volta a Roma decidono di rimanere in Italia*. Ruggero Conteduca (Segue da pagina 5) Dopo lunghe sofferente è mancala Maria Bruna veci. Manganelli anni 79 Con protondo dolore lo annunciano la (■glia Emiliana con Carlo Mlchelon, <> nipote Michele, la cognata Rita e parenti tutd Un particolare ringraziamento alla signora Anna Borea per l'amorevole assistenza Per I orario del funerale telefonare al 44 30 20 Non dori. La presente è partecipazione e ringraziamento — Torino, 8 luglio 1985

Persone citate: Ali Agca, Anna Borea, Carlo Mlchelon, Longhi, Maria Bruna, Racca, Ruggero Conteduca, Tamburrini

Luoghi citati: Italia, Latina, Roma, Torino