Musica in chiesa, è peccato non farla di Alberto Sinigaglia

Musica in chiesa, è peccato non farla Giulini, Abbado, Gavazzeni, Ughi, Nono, tutti d'accordo: purché gli spazi siano adatti Musica in chiesa, è peccato non farla Dice Federico Zeri, storico dell'arte; «E' però necessario che questi posti splendidi non siano offesi o deturpati» MILANO — Ma insomma, è peccato fare oggi musica in chiesa? O è peccato non farlo? «La folla, ieri accalcata nella chiesa di San Marco, ascoltò la Messa di Verdi con una visibile commozione ed ammirazione, che sarebbe scoppiata in applausi, se non lo avesse vietato il rispetto dovuto al sacro recinto. Lo spettacolo di tutta quella gente accorsa da ogni dove per onorare il morto ed ammirare il vivo, era da per sé solo commovente*: il quotidiano milanese La Perseveranza salutava cosi la prima esecuzione del Requiem dedicato, il 22 maggio 1874, all'anniversario della morte di Manzoni. 'Centoventi coristi è cento professori d'orchestra (...) sotto la direzione stessa del grande Maestro'. Nel riferire di «questa solenne cerimonia' e di come si fossero disposti gli esecutori e 11 clero, e di come avesse .pontificato' mons. Giuseppe Calvi, i giornali dell'epoca anticiparono le cronache appena dedicate al grande rito di San Pietro, celebrato dal Papa, con la Messa def{ Incoronatone di Mozart diretta da Karajan. Solo, mancavano allora quelle punte di perplessità, di malumore, di sarcasmo, velati o espliciti in alcune critiche d'oggi, che discutono l'opportunità di portare la musica fuori dal teatri. 'Non ero in San Pietro, né ho assistito alla cerimonia attraverso la televisione — dice Oianandrea Oavazzeni, che ha diretto la Afessa di Requiem verdiana pochi giorni fa a Vienna —. Di musica in chiesa io ne ho fatta sempre con soddisfazione: in Santa Croce e in San Lorenzo a Firenze, tra il pulpito di Donatello e quel Cristo di Cimabue che donano concentrazione e ispirazione. Ho diretto nella bellissima chiesa di San Frediano a Lucca, al Tempio Malatestiano di Rimini, in San Pietro a Perugia. Quali risultati col Mescla di Haiidel nella basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo; quanta gente straordinaria ad ascoltare musica tra gli stupendi mosaici di Monreale. Certo non tutte le sedi sono adatte. Ma talvolta basta la folla a eliminare gli echi, a correggere l'acustica'. .La musica in chiesa va benissimo. Non erano forse scritte per la chiesa, per esempio, le messe di Haydn?', dichiara convinto Carlo Maria Giulini, che non vuoleaggiungere altro anche se si sa che vorrebbe ci fossero sempre in quegli esecutori autentica fede e trasporto spirituale. •L'acustica di un auditorium può essere perfetta — dice Uto Ughi — ma sento che il violino di Bach canta meglio in una chiesa'. Non esita neanche Claudio Abbado: «Ho diretto la Messa di Verdi a Milano in San Marco, il Requiem tedesco di Brahms nella cattedrale di Mantova, il Te Deum di Berlìoz nell'abbazia di Saint Alban presso Londra. A Roma nella Chiesa della Minerva abbiamo eseguito il Te Deum verdiano e la Quinta di Mahler: certo, quest'ultima non ha niente di religioso, ma in tutta la città non esiste una sala da concerto con quella capienza e con quella resa acustica, sia pur ottenuta con qualche piccolo accorgimento. A Venezia è stata una straordinaria avventura far nascere il Prometeo di Nono nella chiesa sconsacrata di San Lorenzo. Ecco, possono essere soluzioni provvidenziali quando manchino le strutture. Purché i luoghi siano ben scelti o bene adattati'. -E purché quei luoghi non siano orrendamente offesi, deturpati — ribatte lo storico dell'arte Federico Zeri — . Torno sull'esempio del quale ho scritto sulla 8tampa di ve¬ nerdì scorso: la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo a Venezia. Non ho niente in contrario che ci facciano un concerto o un intero ciclo musicale. Sono semplicemente indignato dall'esibizione di cavi elettrici, infrastrutture in legno, altoparlanti: Il come altrove!: 'Bisogna avere una cultura dello spazio che oggi non esiste più — dice il compositore Luigi Nono. — Un tempo si conoscevano le diverse "voci", delle chiese normanne, gotiche, protestanti. Gianni Morelli, musicologo dell'Università di Ca'Foscari, ha studiato le indicazioni di Andrea Gabrieli per le musiche da eseguirsi per l'arrivo del principe, del duca, dell'ambasciatore, o dopo una littoria. Cerimoniali diversi con diverse dislocazioni dei musici nella basilica di San Marco. E formule adatte agli ambienti e alle circostanze c'erano in Haydn, in Bach, o per l canti rituali nelle sinagoghe ebraiche. Occorre il rispetto della storia'. 'Boulez è meticolosissimo — confida Renzo Piano, l'architetto del Beaubourg — eppure qualche giorno fa mi raccontava perché stia incidendo con la Bbc in una chiesa sconsacrata. Ha bisogno della perfezione, ma anche dell'imperfezione. Il fisico Peppino Di Giugno, uno dei maggiori tecnici europei del suono, che lavora all'Ircam, per ottenere un risultato ideale nel "sintetizzare" una certa composizione ha dovuto tnserlre nello strumento elettronico qualcosa d'inatteso, un errore. La perfezione è angosciante». Alberto Sinigaglia Herbert von Karajan ha diretto a San Pietro la grande «Messa dell'incoronazione» di Mozart