Oggi parte «Giotto», spierà la cometa di Halley di Enrico Singer

Oggi parte «Giotto», spierà la cometa di Halley Oggi parte «Giotto», spierà la cometa di Halley E' il primo satellite interplanetario europeo, l'appuntamento nello spazio è previsto per il 13 marzo '86 PARIGI — La grande avventura dell'-incontro ravvicinato» con la cometa di Halley sta per cominciare. Oggi, dalla base di Kourou, nella Guyana francese, parte -Giotto», ilprlmo satellite interplanetario europeo. Viaggerà otto mesi nello spazio per arrivare, al suo appuntamento con uno dei corpi celesti più misteriosi. Una delle mille -stelle» che solcano l'universo seguendo orbite anomale lasciandosi alle spalle una scia di luce. Nel 1301, Giotto di Bondone vide passare nel cielo una cometa e la dipinse, per la prima volta con realismo, nella sua famosa -adorazione dei Magi», uno degli affreschi che ornano la Cappella degli Scrovegni a Padova. Quella cometa, cinque secoli più tardi, fu individuata dall'astronomo inglese Halley che ne calcolò le ritmiche apparizioni.! Per questo gli scienziati hanno voluto dare il nome di Giotto alla sonda che il 13 marzo del prossimo anno, invierà sulla Terra una foto ogni 4 secondi svelandoci uno degli ultimi segreti del sistema solare. Finora, anche con i più moderni telescopi, l'esatta natura delle comete è rimasta sconosciuta. Si sa che da 4,6 miliardi di anni (dal -grande bang» che avrebbe dato al mondo la sua forma) vivono in uno stato di -ipercongelazlone». Il loro nucleo sarebbe composto di ghiacci e materie solide: -palle di neve sporca», le definiscono, per semplificare, alcuni ricercatori. Quando si avvicinano al Sole si riscaldano e -perdono» enormi quantità di polveri e di gas che formano la loro scia. Il gas, neutro, è ionizzato dai raggi ultravioletti (e forse da elettroni) ed è spinto dal vento solare nella direzione opposta al Sole. Questa parte della -coda» delle comete è rettilinea e forma il segmento centrale della scia. Il vento solare incanala nella stessa direzione anche le polveri. Ma queste sono più pesanti (e quindi più lente) dei gas e formano la parte curva della scia. In sostanza, la cometa non è altro che il riflesso della luce del sole su questo cocktail di gas e di polveri. Il nucleo, il vero corpo celeste, è quasi invisibile. Almeno dalla Terra. Il compito di -Giotto» è proprio quello di farci vedere la parte nascosta della cometa. Il 13 gennaio, il satellite si avvicinerà fino a 500 km da Halley (una distanza minima, considerati glt spazi cosmici) e riuscirà a fotografarla e analizzarla. Il progetto è stato varato dall'Esa (l'Ente spaziale europeo) nel luglio dal 1980. Da allora i Paesi che lo compongono si sono divisi i compiti. Il corpo della sonda è stato realizzato dagli inglesi. Il razzo vettore che lo lancerà è francese (un Ariane 4). Le batterie solari sono tedesche. L'Italia Ita costruito tutto il sistema elettrico, quello per il trattamento a bordo dei dati e i comandi per le correzioni di rotta. Il satellite (che pesa 58 chili) ha una forma cilindrica: i dieci strumenti che dovranno decifrare la cometa sono concentrati su una facciata; sull'altra una grande antenna circolare, che trasmetterà le informazioni a Terra, e i pannelli solari per alimentare tutti i meccanismi vitati di -Giotto». Oggi, il razzo Ariane lo immetterà in un'orbita stazionaria attorno al nostro pianeta. Fra tre giorni, sarà acceso un motore che lo proietterà fuori dal campo di attrazione gravitazionale terrestre e lo lancerà all'insegni-, mento della cometa. L'incontro avverrà alla mezzanotte del 13 marzo '86: la fase di studio più importante (quella a brevissima distanza) ■ durerà quattro ore. Poi, dicono gli scienziati dell'Esa, -il satellite non sopravviverà»: si disintegrerà nel-' l'atmosfera misteriosa di Hal¬ ley. Ma, prima, avrà inviato a tre stazioni di ricezione australiane (Carnavron, Parkes e Tidblnbllla) milioni di foto e di informazioni. -Giotto» non è l'unica sonda che spierà la cometa. Per il passaggio di Halley vicino alla Terra si sono dati appuntamento altri cinque satelliti di tre Paesi: l'Urss, gli Stati Uniti e il Giappone. Queste stazioni automatiche di osservazioni si troveranno, però, a distanze molto maggiori: sono sonde che hanno diversi programmi di esplorazione spaziale e che dedicheranno alla cometa soltanto una parte della loro attenzione. Le sovietiche Vega-1 e Vega-2 (già lanciate nel dicembre dell'84) passeranno a 10 mila chilometri dalla cometa il 6 e il 9 marzo prossimi. La giapponese Planet-A (il lancio è previsto per il 25 agosto) arriverà a 200 mila chilometri da Halley l'S marzo. L'altra giapponese (Sakl- geke, lanciata in gennaio) non sarà che a 7 milioni di chilometri dalla cometa e l'americana Ice, addirittura, a 32 milioni di chilometri. Ma le missioni si completeranno perché gli strumenti di osservazione e di analisi sono diversi. Per questo è stato creato un •gruppo di consultazione» composto da scienziati dell'E-, sa, della Nasa, dell'Ente spaziale' giapponese (Isas) e di quello sovietico Intercosmos. I da'ti trasmessi a Terra saranno confrontati e ci saranno scambi di informazioni anche nella fase di avvicinamento. Le sonde già in volo nello spazio forniranno a -Giotto» le coordinate precise dell'orbita della cometa per consentirgli di -centrarla». Almeno per la missione Halley, russi, americani, europei e giapponési hanno messo da parte le polemiche sulle -guerre stellari». Enrico Singer

Persone citate: Halley, Parkes, Vega

Luoghi citati: Bondone, Giappone, Italia, Padova, Parigi, Stati Uniti, Urss