Indovinate chi vedrò se io guardo in Dante

Anagrammi di ogni genere, con nomi e cognomi Anagrammi di ogni genere, con nomi e cognomi Indovinate chi vedrò se io guardo in Dante Oberto Alraudl - MORIRE PER IMPARARE, ovvero «Il libro dell'inilieto». Introducono e presentazione di Renio Roseln (collane Eeoterlemo), pp. 96, L. 10.000. // libro Insegna e vivere; a cercare e riconoscere I Segni, I simboli che continuamente misteriose fona ci Inviano. I ricordi che superendo le memorie delle nostre vile giungono a noi per liberarci dall'Illusione di una sola breve vita da vivere, ci danno la dimensiona vera della nostra eternile. Cesa Editrice Horue - Torino v. S. Secondo 42, tel. 011 511.705 Per corrispondenza: Oamanhur via Pramarzo 3 - 10080 Basissero Canavese (To). lei. 0124 502.193 Oberto Alreudl - RINASCERE PER VIVERE, ovvero «Il eecondo libro dell'Iniziato», Introduzione e prelezione di Renzo Rotsln (collana Eeoterlemo), pp. 88, L. 10.000. ...un alleno è sceso sulla terre, viaggiando con l'anima altraverso la reincarnazione per commerciare, coltivare e produrre Idee. ...E poi, Il modo di scomparire dal pianeta... chi sarà mal questa creatura? Un aiutatore, un controllore, un Invieto?... Casa Editrice Horue • Torino v. S. Secondo 42, tel. 011 511.705 Per corrispondenza: Damenhur vie Pramarzo 3 -10080 Baidissero Canavese (To), lui. 0124 502.193 fatto (denso di implicazioni) insistette per primo, ai giorni nostri, Georges Perec, in uno scritto di quel volume miscellaneo Ottlipo - La littérature potentielle (Gallimard 1973) del quale sta finalmente per uscire la traduzione italiana a cura di Ruggero Campagnoli. Ci torneremo. Torniamo ora tra noi. Dicevamo di aver letto tre libri di anagrammi, e ab-. ' Diamo descritto come è fatto il libro di anagrammi di Sandro Doma, e abbiamo fatto ampie citazioni dal libro di anagrammi di Carmelo Filocamo. Oggi vogliamo dire qualcosa di più sul terzo libro di anagrammi, quello di Francesco Adami. Si intitola Indice dei numi (sottotitolo anagrammatico denudi i nemici) e si divide in due parti. Nella prima parte troviamo un folto stuolo di noml-e-cognomi anagramniati come ne fa Sandro Doma. Per esempio «Mario Soldati - odorati salmi». Tra il nome-e-cognome («programma») e l'anagramma c'è uno stacco, un trattino, un segno di due punti. Altri anagrammi di Francesco Adami hanno la peculiarità di risultare «continuativi»: al nome-e-cognome segue (senza stacco, senza trattino, senza due punti) un predicato, cosi che 11 tutto costituisce frase di senso compiuto. Per esempio .Pietro Nenni non è Pertlni» (che si può leggere anche «Pertini non è Pietro Nenni»). Carmelo Filoca,mo ha memorabili esempi di simili anagrammi continuativi, per esempio «Beniamino Placido cela'anni di piombo». La prima parte dell'indice dei numi riassume dunque le esperienze di Sandro Doma e di Carmelo Filocamo. La seconda parte è più nuova. Qui troviamo «anagrammi multipli». Che diavoleria è mai questa? Vediamo. Dato un nome-e-cognome, Francesco Adami ne cava molti anagrammi, e dispone poi tali anagrammi in una trama di discorso più o meno visionarlo, più o meno logico. Il nome-c-cognome viene a costituire titolo, 1 singoli anagrammi vanno a capo come fossero versi, e si ha l'impressione che ne nasca una poesia. In un caso, ne nasce un sonetto. Per il piacere dei nostri lettori riportiamo qui accanto in un riquadro tale sonetto, senza titolo, perché non manchi il divertimento di indovinarlo. Diremo per aiutarvi che il nome-c-cognome del personaggio in questione ha ispirato a Francesco Adami anche altre poesie, giocate sull'ossessione d'una immagine unica: una comincia «E tu regna, iddio naso», un'altra comincia «Tregua di odi, nasone», un'altra ancora comincia «E àrgini ode, nasuto». La cosa incredibile, la esperienza da capogiro, è che queste poesie sono di trenta, di quaranta versi. Le parole degli anagrammi di Francesco Ada-. ini sono tutte riconoscibili, «normali» — un po' fuori del senso comune portano semmai le serie di anagrammi multipli. Ma chi ha detto che non possano andar fuori dal senso comune anche le parole in sé? A suo tempo abbiamo già teorizzato, in astratto, l'anagramma «nonsensico»; da giravolta si hanno gli anagrammi «sensati» travaglio e volgarità, ma si può avere anche l'anagramma vartiloga. Ora sulla terza pagina della «Stampa, di mercoledì 5 giugno Guido Ceronetti ci ha dato esempi pratici di anagrammi «nonsensici». cavati dalla parola pentapartito. Chi se li è letti, cosa avrà pensato? Noi abbiamo intravisto insetti. bacilli, villaggi polinesiani, medicinali, poeti friulani, incroci di Tirteo e Fetonte. Alcune parole erano «normali» (si penta), altre erano appena un poco focomeliche (tapeti con una sola P), in certi casi si rasentava l'anagramma di tipo corrente (pentapartito ■= <rofa pinta ep). e forse c'erano ben altri anagrammi correnti (o corret- • ti), dato che Ceronetti sa 11 greco e l'ebraico e ha molte altre virtù. Con le nostre manie storlcoblbliograflche ci chiediamo (chiediamo ai nostri lettori) se con Ceronetti in data 5 giugno 1985 siano entrati nella Storia della Letteratura italiana gli anagrammi nonsensici. (Ce lo domandiamo per modo dì dire. Posto che Ceronetti faccia parte della Storia della Letteratura Italiana, si, e Dorna-Filocamo-Adaml no, non sarà per questo che smetteremo di stare in compagnia di Dorna-Filocamo-Adami. Questa è una rubrica di giochi, la letteratura ci interessa solo marginalmente, e massime la Storia della Letteratura Italiana, se è quella cosa in cui, come dice taluno, l'anagramma in quanto genere letterario muore con l'anno 1682). Resterebbe da chiarire cosa intendiamo per «nonsensico». Per discutere sul senso o nonsenso di questa parola abbiamo tre letture da consigliarvi: un saggio di Chesterton su Lear e Carroll, appena tradotto in Italiano (sta in Il bello del brutto, Sellerlo, pp. 97, L. 8000); il catalogo della mostra di Lear in corso a Londra (Weldenfeld and Nicolson, pp. 216; la Books Import lo distribuisce a 33.000 lire): della mostra s'è già parlato ampiamente da più parti, il catalogo ha meriti, per Lear scrittore, che forse' vanno al ditti del meriti della mostra per Lear pittore e disegnatore; infine, per la bibliografia italiana sulle poesie di Lear (non■sense o limericks che dir si voglia), è prezioso uno scritto di Giovanni Ravesl, apparso nel numero di aprile del mensile «Contromossa». Ci torneremo. Giampaolo Dossena SE io guardo in Dante seguirò dannate odi, sano ridente gaudio: agire d'un desìo nato. Odi già da un sentore ardente: son io guida d'arti o. un'idea-segno? o Dante ignudo sarei. O segnar un'età di odi a te indugia, sonderò or se odi già un Dante. Date odi a un signore, e ansando ti guiderò godurie sino a Dante. Francesco Adami

Luoghi citati: Chesterton, Londra, Torino