I Medici a Londra: che cosa c'è nelle lettere ora messe all'asta

I Medici a Londra: che cosa c'è nelle lettere ora messe all'asta I Medici a Londra: che cosa c'è nelle lettere ora messe all'asta In una lettera Ingiallita, scritta ad inchiostro marrone e molto ben conservata, Auditor, un curato, da Londra scrive a Raffaello. Probabilmente Raffaello non aveva ricevuto le sue due precedenti lettere, dice, cosi che avendo la possibilità di un buon messaggero, riassume quello che gli aveva già scritto in precedenza: il vicario di Ely e il monsignore di Roccia (forse Rochester) erano stati chiamati dal Re ed avevano dovuto viaggiare per ben quarantacinque miglia. Lo scrivente era stato a Cambridge dove «il freddo mi ha tanto assaltato...» che non sapeva come difendersi. Non era neanche riuscito a comprarsi un buon panno e lo pregava di mandargli un po' di ve¬ una piccola rettifica: nell'articoletto «Comprati e venduti: i dati» si parla del «Dizionario delle Opere e dei Personaggi e degli Autori di tutti i tempi e di tutte le letterature» pubblicato dalla Bompiani «in 12 volumi», mentre i volumi sono 16. Quanto alle vendite, sono state di 1.000.000 di volumi' in Italia con esito analogo nei Paesi stranieri che hanno tradotto e pubblicato l'opera: Francia. Spagna, Germania. Sud-America. Portogallo. Che un lessico di tale impegno sia stato tradotto e pubblicato nei Paesi di più alta e gelosa civiltà letteraria è una gloria della cultura italiana e mi pare giusto ricordarla. Abbiamo davanti a noi anche le prossime edizioni anglo-americana, norvegese e giapponese. , , Valentino Bompiani do era assente. Era benvoluto dagli spagnoli ed era stato creato comandante dell'Ordine di Santiago di Compostella. A Roma era ciambellano prima per Massimiliano I e poi per Carlo V. Figurava inoltre come specialista in affari legali ed ecclesiastici dato che papa Leone X era suo cugino e Clemente VII, forse, suo fratellastro. Co-, munque due Medici sul ' trono di San Pietro aiutarono Raffaello a farsi strada in ^Europa, strada più commerciale che altro. Le lettere, circa un migliaio,' sono assai difficili da decifrare, benché ottimamente conservate. Nella grande famiglia fiorentina i nomi si ripetono cosicché abbondano le lettere di Giuliano, Cosimo e Lorenzo e bisogna stare sti calde da Firenze. Il prelato si lamenta che dopo la partenza dall'Inghilterra del Re del romani, e cioè liell'imperatore Carlo V, ci si annoiava moltissimo e non c'era niente da fare. Una lettera di Filippo II, vergata in spagnolo dal suo segretario e firmata dal Re (il mittente è: «El Rey»), raccomanda Raffaello de' Medici in Inghilterra; in quel momento Filippo era marito della Regina Maria Tudor detta la Sanguinaria, che sarebe morta entro pochi mesi. Raffaello Medici aveva cominciato con il lavorare come tintore e più tardi si uni al padre nella compagnia de' Medici a via Porta Rossa in Firenze. Viaggiava moltissimo ed erano i fratelli ad occuparsi dell'ufficio mercantile quan¬

Persone citate: Carlo V, Clemente Vii, Leone X, Maria Tudor, Roccia, Valentino Bompiani