Caproni: il mio è un mare mercantile con qualche metafora

Caproni: il mio è un mare mercantile Caproni: il mio è un mare mercantile con qualche metafora per meglio dire penetra — quasi tutte le mie prime poesie, almeno fino alla soglia del Congedo, e magari non soltanto quelle. Ma quale mare? Non voglio farla lunga snocciolando le varie idee di mare che ciascun di noi possiede, o che sono state espresse nelle varie culture e letterature, dalle più remote origini ad oggi. Idee solari o idee nere, come per esempio quella che ne hanno le Sacre Scritture. Nato in una città di porto e cresciuto in un'altra città di porlo, mi contenterò di dire che il mio non è il mare estatico dei contemplativi, ma semplicemente un mare mercantile, popolato più che da Sirene o Tritoni da bastimenti in rotta o alla fonda: un mare trafficato o addirittura commerciale, ecco, anche se questa mia idea di mare può riuscire per molti riduttiva, e quindi deludente. (Soltanto più tardi — molto più tardi, quando mi allontanai dal mare per avvicinarmi alla foresta — trovai nel mare, forse, nuove metafore, di più «universa-' le» respiro. Ma qui, meglio lasciar perdere...). Giorgio Caproni Che cosa ha contato il mare nella sua ■ opera di poeta? Lo abbiamo chiesto a Giorgio Caproni. HO una lunga poesia giocosa, che s'intitola Divertimento, dedicata precisamente al mare. E' del 1952, e comincia così: // mare non lo conobbi: I fui conosciuto dal mare. Non è uno «Scherzo»: tutto un giocare, con un brio che oggi mi sorprende, fra idea di vita e idea di morte, e tutto un trascorrere di ragazze e di pesci, di, girotondi e di porti, di navi c di rimorchiatori, di balenanti luci d'occhi e di luna, dove i sensi hanno decisamente il sopravvento sul pensiero, ma anche dove il pensiero — mi si conceda — anziché spengersi trova esca proprio nei sensi per nuove significatimi. Di quella lontana poesia mi colpisce soprattutto il verbo conoscere, che nella mente slitta cosi liscio verso il senso biblico. // mare non lo conobbi: I fui conosciuto dal mare... Traetene le conclusioni che volete. ... E' un fatto che il mare bagna — o . Ol I accorse che 11 ve</ ^ llvolo cominciava a planare. Ancora uno sguardo all'orologio. Andava tutto bene: il suo vicino, che aveva fino a quel momento sonnecchiato, si destò e disse ridendo: "Tò! Nemmeno un dirottamento. Per essere nel 1083 si può essere contenti...". Il lungo viaggio, undici ore, era finito. Tutto era andato avanti tranquillamente. E 1 passeggeri erano sereni. Diventò un poco sereno anche Dino Lorena al pensiero di poter fare tutto quanto aveva stabilito. E l'indomani sarebbe Iniziata la solita vita: ospedale, visite nel suo studio, visite a quel pazienti che potevano permettersi un medico come Lorena...». Dino Lorena è, infatti, un endocrinologo trentaquattrenne che sta bruciando le tappe della sua ascesa ai vertici della carriera. Ora è di ritorno a Milano da un congresso al-

Persone citate: Dino Lorena, Giorgio Caproni

Luoghi citati: Lorena, Milano