Giò Pomodoro: la scultura rinasce con un dio greco di Angelo Dragone

Giò Pomodoro: la scultura rinasce con un dio greco Giò Pomodoro: la scultura rinasce con un dio greco Ben oltre, dunque, la corrente Immagine d'un dio semplicemente protettore di traffici, commerci ed Inganni per non dire di ladri. 'Ancìte Schòneberger, il direttore del Musei di Lugano, si sofferma in catalogo sulla complessità della sua figura. Vi sono, egli scrive, "un Hermes diurno e un Hermes notturno... Il viaggio esoterico si trasforma in viaggio interiore nelle tenebre benefiche e feconde...". Nella slessa ambivalenza il greco Koinos Hermes, col suo significato di "comune ritrovamento", ma più ancora "comune ritrovamento e rapina" (con riferimento all'offerta che si deponeva ai piedi delle erme e di cui l'affamato passante poteva ristorarsi) mi sembra possa dare alla mostra il senso d'un punto di incontro tra uomini. E' un vero crocevia nel quale ogni visitatore, come mitico viandante, dovrebbe poter ritrovare il passato, ma senza subirlo passivamente, come appunto vorrebbe il misterico personaggio di Hermes-. In fondo è quel che accade all'ai Usta, legato da un lato alla tradizione, ''Ila propria coerenza, ma portato a guardare avanti a sé. Non è un caso se dopo l'ubbandono del monumento sostenuti Martini nel memorabile saggio «Sculiura, lingua morta», Giò Pomodoro torni' in piazza con queste sue nuove opere. In esse sembra di poter cogliere ancora l'alito d'un perenne spirito mediterraneo: quello che dai santuari solari e cosmici di età neolitica, attraverso la geometria greca e la matematica, approforu quasi In dialogo con la scienza araba, può esser passato nella filosofia del Rinascimento e dell'illuminismo per fare' sentire tuttora nella cultura contemporanea. La scultura è dunque viva? 'Dell'esistenza delle condizioni per una rinascita della scultura, ero convinto. La figura, la pietra eretta, non potevano che riacquistare lo loro importanza. DI qui sono stato portato a riscoprire l'erma e il suo misterico significato. La scultura è davvero come il vecchio albero che ad ogni primavera finisce col mettere le gemme. Ma senza fughe dalla realtà. Bisogna guardare al passato, se si vuole tendere con più ampia libertà al futuro-. Non è questo 11 senso di «Montefeltro: 1 passi e il volgersi», la scultura che in quest'occasione lei ha donato alla città di Lugano? 'Direi di sì. L'hanno collocata nel parco di Villa Ciani verso il lago. E' una scultura a suo modo autobiografica. Sono nato a Orciano di Pesaro, nel Montefeltro. Come me, quella scultura sembra guardare al passato, ma senza nostalgie. Il passato è soprattutto esperienza: quello che ci consente di fare un nuovo, sicuro passo avanti*. Pomodoro: «Hermes e mazza d'araldo» LUGANO — Sotto 11 titolo Koinos Hermes, una mostra di Giò Pomodoro riunisce (sino al 12 ottobre) nei neoclassici ambienti del cortile e del piano nobile del Palazzo civico di Lugano, quarantuno sculture e studi in pietra o in bronzo e venticinque disegni, databili tra il 1982 e l'inizio dell'85: l'intero ciclo dedicato dall'artista marchigiano al dio figlio di Zeus e di Mala. , Quel che l'artista propone al visitatore non è, naturalmente, una di quelle rivisitazioni oggi alla moda, con tanto di fantasmi d'un mondo omerico. Preso da un'ispirazione che gli veniva dalla lettura quasi ossessiva degli scritti di Kàroly Kerényl, grande studioso ungherese di miti greci, asconese di adozione, Giò ha puntato invece, senza nostalgie, su una ben più attuale, originale ricerca plastica, non priva tuttavia d'una sua portata Iniziatica. Abbiamo chiesto allo scultore come è giunto ad affrontare una vicenda creativa tanto complessa, ma cosi carica di suggesticnl culturali. 'Niente nasce o muove da niente — nota subito Giò Pomodoro — e se ho voluto dedicare la mia mostra a Karol Kerényl è perette per lungo tempo, sera dopo sera, ho letto e riletto le pagine da lui scritte su Hermes in «Miti e misteri» (il libro edito in Italia nel 1950 da Einaudi e giunto l'anno scorso con Borlnghierl alla quarta edizione, n.d.r.). «"DI tutti coloro per 1 quali la vita è un'avventura amorosa e spirituale, egli è la guida comune, Koinos Hermes", avena scritto Kerényl alla fine del capitolo conclusivo sul dio greco: considerato tra l'altro come l'araldo degli dei, ma pronto e accorto protettore di umane avventure epraticlie attività-. o di Luparì Angelo Dragone

Persone citate: Einaudi, Giò Pomodoro, Karol Kerényl

Luoghi citati: Italia, Lugano, Orciano Di Pesaro