Paul Getty detesta la pubblicità di Paolo Patruno

Paul Getty detesta la pubblicità Paul Getty detesta la pubblicità nsce LONDRA — Da quando è diventato una sorta di •benefattore di Stato-, Paul Getty Junior ha finito di vivere tranquillo, da recluso volontario nella sua bella casa di Chelsea, il quartiere alla moda di Londra prediletto da miliardari, artisti e intellettuali di grido. Il suo munifico regalo di 50 milioni di sterline (120 miliardi di lire circa) alla «National Gallery» d'i Londra, ha fatto di lui il mecenate più generoso che l'Inghilterra ricordi. Paul Getty junior è un tipo che detesta la pubblicità, fugge giornalisti e postulanti, dietro uno schermo impenetrabile di assistenti e segretari, di poliziotti privati e telecamere che sorvegliano l'ingresso della sua casa, notte e giorno. Non che lo faccia per avarizia, sia chiaro: questo atteggiamento non è assolutamente dettato da tirchieria a differenza dell'omonimo padre che aveva costruito la fortuna della famiglia sul petrolio. Fortuna calcolabile in milioni di dollari, naturalmente, ma che non impediva al capostipite di istallare nelle camere degli ospiti solo telefoni a gettone. Paul Getty Junior, invece, Ambizioso programma d'alta tec tratta il denaro ricevuto dal padre (morto nel 76) ed ereditato dopo lunghe beghe giudiziarie con i fratelli e gli altri parenti rimasti in America con ben altro spirito. Si considera soltanto Al depositario- di tanta ricchezza, calcolata prudenzialmente in 600 milioni di sterline (qualcosa come 1500 miliardi di lire). Questo multimilionario, in dollari, vive dunque in Inghilterra da '20'itiint, possiede una modèsta' collezione d'arte pers$na\e.$pur avendo mezzi praticamente illimitati ed essendo uri jine conoscitore di pittura, se ne sta quasi sempre rintanato in casn a rivedere vecchi film (è appassionato di Chaplin) e quando esce predilige un passatempo tipicamente inglese, il gioco del cricket. Profondamente anglofilo, Paul Getty Junior non è certo nuovo a gesti di munificenza verso la sua patria d'adozione. Ha contribuito generosamente al funzionamento della cineteca nazionale, ha rimpinguato i fondi per la ricerca medica, ha sostenuto le campagne del • World Wildtife Fund-, ha elargito denaro a istituzioni benefiche per gli handicappati e la gioventù abbando¬ nologia per trasfo nata; lo scorso inverno ha fatto anche pervenire (e la cosa destò largo scalpore) un assegno di oltre un miliardo destinato alle famiglie dei minatori in sciopero da quasi un anno. Insomma, a 52 anni passati, colpito pesantemente nella sua vita privata (uno dei suoi figli, rapito in Italia, è uscito schiantato da quell'esperienza traumatica e la seconda moglie è morta per una overdose a Roma negli Anni 70), il miliardario americano non si tira indietro quando c'è bisogno di lui. Anche se preferisce agire, finché è possibile almeno, dietro lo schermo dell'anonimato. Ma l'ultimo suo intervento la scorsa settimana in campo artistico, con la fantastica donazione alla •National Gallery-, l'ha spinto suo malgrado in primo piano. I giornali inglesi si stanno quindi interrogando sui motivi che l'hanno spinto a questo gesto, calcolano quanto di buono ne potrà venire per la difesa del patrimonio artistico, . rinserrato come in uno scrigno prezioso in Inghilterra. E generalmente tutti giungono alla stessa conclusione: Paul Getty Junior ha agito pro¬ babilmente così per impedire che tanti capolavori finiscano oltreoceano, spesso direttamente al museo Getty di Malibù, in California, fondato dal padre e che grazie alle sue inesauribili ricchezze calamita da anni tutte le opere più preziose messe all'asta in Europa. Con i suoi miliardi, Paul Getty Junior è già riuscito a salvare dall'espatrio forzato un dipinto di Duccio, del valore di un milione e mezzo di sterline;: conservato adesso al museo di Manchester. E ora, unitamente alle galleria nazionale di Edimburgo, sta cercando di evitare anche la partenza di un altro capolavoro, «L'adorazione dei Magi», del Mantegna, venduto all'asta qui a Londra in aprile per otto milioni di sterline (circa 20 miliardi di lire) con una quotazione record e destinato proprio al museo Paul Getty di Malibù. Il ministro delle Arti, Lord Gowrie, ha sospeso il permesso di esportazione per sei mesi nel tentativo di dar tempo agli appassionati inglesi di radunare tutto quel denaro al fine di conservare in Inghilterra anche il Mantegna. Paolo Patruno rmare l'immenso Paese saudita