Il Papa sulla gondola dei dogi poi serata al teatro La Fenice

Venezia in gran festa per l'arrivo di Giovanni Paolo II Venezia in gran festa per l'arrivo di Giovanni Paolo II Il Papa sulla gondola dei dogi poi serata al teatro La Fenice La «Dogaressa» ha percorso il Canal Grande seguita da un corteo di imbarcazioni - In piazza San Marco il saluto del sindaco e la celebrazione del Corpus Domini - Oggi visita a Marghera VENEZIA — Con maggiore solennità di quanto avvenne tredici anni or sono, quando Paolo VI visitò brevemente Venezia in un mattino di settembre, di passaggio per Udine. Giovanni Paolo II è stato ricevuto dal veneziani in un pomeriggio domenicale, vissuto come grande festa. Il programma comprende come momento fondamentale per la comunità religiosa la coricelebrazione del Corpus Domini In piazza San Marco, ma papa Woytjla incontra anche il mondo della cultura, quello del lavoro e dei giovani nei centri delia'terraferma come Mestre e Marghera, lì mondo dell'emarginazione e della'sofferenza tra 1 poveri, gli ammalati, le carcerate. Neppure gli ambienti dello spettacolo sono rimasti estranei alla presenza del Santo Padre, che ha assistito a un concerto in suo onore alla «Fenice», primo Pontefice della storia a varcare la so- rata della sua visita. La sua storia di repubblica governata secondo il diritto e la libertà — ha proseguito — testimonia che Venezia è stata città d'incontro di popoli e di culture diverse. Una memoria che non è solo al passato. Questa storia è aìicora la storia della Venezia di oggi.. Rispondendo al saluto del sindaco e del ministro De Michelis, il Papa, dopo aver rivelato che Venezia .per la sua bellezza, la sua storia, le sue tradizioni civilissime è punto di approdo per gli uomini di tutti i continenti,, h& ricordato «con sentimento commosso. 1 patriarchi di Venezia .che furono miei venerabili predecessori: i cardinali Sarto, Roncalli e Luciani.. Venezia — ha ha aggiunto — •è una città di pace, perché spazio dincontro, di dialogo, di' accoglienza, di nobili ospitalità per tutti.. Ha quindi sottolineato l'atmosfera ricca di fascino della citta, la finezza dell'artigianato e ha parlato del .due volti, della civiltà esemplificati da Venezia e Mestre, due realtà che sembrerebbero perfino alternative. .Eppure la convergenza — ha detto — esiste e si situa nell'uomo, nella persona, nella sua libertà, nel suo diritto.. In una piazza San Marco gremita di veneziani e di turisti, il Papa ha quindi guidato la processione del Corpus Domini, accompagnato da alcuni vescovi, tra 1 quali monsignor Loris Capovllla, vescovo di Loreto e già segretario di Papa Giovanni XXIII e da trecento sacerdoti che hanno concelebrato con lui la Messa. E' poi salito alla loggia della basilica Marciana, da dove ha benedetto la città. Dopo aver cenato in compagnia del patriarca di Venezia cardinale Marco Cè, si è recato nel teatro «La Fenice., dove ha rivolto un discorso ai rappresentanti del mondo dell'arte. .L'arte — ha detto — è esperienza di universalità. Non può essere solo oggetto o mezzo. La Chiesa sente il dovere di ricordare a se stessa e agli uomini tutti che anche l'arte è, a suo modo, rivelatrice di trascendenza. Sema l'arte il mondo perderebbe la sua voce più bella.. glia del massimo teatro veneziano. Una fase particolarmente suggestiva della visita è stata quella dell'arrivo a San Marco: 11 Pontefice aveva preso, posto su una delle imbarca: zlont più famose di Venezia, la «Dogaressa., una gondola dalle elegantissime decorazioni, che per l'occasione era condotta da quattro grandi campioni del remo: Dei Rossi, Bon, Vianello e Fravega. Seguito da un numeroso corteo composto da imbarcazioni con i vogatori in un'uniforme di regata, 11 Papa ha saiutato la folla assiepata sulle rive dei canali, sui ponti e alle finestre dei palazzi. A San Marco, il Pontefice è stato accolto dal sindaco di Venezia, on. Mario Rigo. I veneziani — ha detto — .sono consapevoli che lei è pellegrino di pace e non di potema presso tutti l popoli. Per questo Venezia, che è città civilissima, è essa per prima ono- qusnto di più dinamico ed Innovativo possa esserci In ordine al tener* Il passo col tempi • a corriapondere con Intrepida franchezza alle aampre nuove esigenze del cuore umano a cristiano». Ignorando gli storici più rigorosi e attendibili, molto critici nel confronti di Pio X almeno riguardo alla repressione non tanto del modernismo quanto del modernisti pspa Wojtyla ha detto: «Nessuna lettura parziale e nessuna analisi critica dd periodo In cui egli visse e addirittura dal auo servizio pontificai* possono Intaccare quello eh* è alato • rimane II giudizio della Chiesa au quest'uomo che, coma è alato giustamente detto, fu grande perché fu santo». In affetti Pio X fu Innovatore, rispetto al passsto, sia per II auo Catechismo, rimasto In vigore fino al 1970, sia per la aua «pastora! Iti. concreta • aparta eh* lo portò ad Incrementare e anticipare la prima comunione al bambini, le devozioni, la diffusione del seminari. Fu «Innovativa» la aua figura quale restò divulgata fino ad oggi, lo fu certamente II auo carisma personale, Ma II rigor*, spesso Il varo • proprio terrore che lui o chi In suo nome posero ndla repressione del modernismo non risparmiò dal sospetti nemmeno vescovi di grande statura storica • pastorale come Geremia Bonomelli a Cremona (costretto a ritrattarsi dal pulpito della aua atessa cattedrale) • Andrea Ferrari a Milano. Non furono esclusi da quel sospetti nemmeno Giacomo Radlnl Tedéschi a Bergamo e II auo giovane segretario Angelo Giuseppe Roncalli, Il futuro Giovanni XXIII. Ambedue, anche per aver sostenuto gli operai della filanda di Ranlca nel primo adopero tessile d'Italia, raccogliendo offerte per sostentare- le loro famigli*, al ebbero da Pio X prima una dura dlaapprovazlone. Solo più tardi, dato che Pio X era davvero umile, ebbero un sincero elogio e Incoraggiamento. Fra Pio X e Giovanni Paolo II ci sorto al affinità elettivo di etile pastorale • di cultura ecclesiastica, ma vi sorto altrettanto e più ancora natte diversità, storicamente più ohe comprensibili. Pio X, prima di morir* studiava ad un'enciclica par Imbavagliar* Il sindacalismo cattolico. Sul problemi dd lavoro, dell* giustizia • ddla pace d aa quanta passiona invoce vi sia nell'impegno a nel documenti di Giovanni Paolo II. Lo provano II suo appello alla pace ripetuto a Vittorio Vendo mila terra della vittoria dia costò all'Italia mezzo milione di morti, • Il discorso al lavoratori a Mestre. C'è molla distanza fra lui a Pio X; ma c'è addirittura un adeeo Ira lui • Lefebvr*. Papa Wojtyla e Pio X A Venezia 11 Sommo Pontéfice era giunto nel primo pomeriggio In elicottero proveniente da Treviso. Nella Marca, il Papa aveva iniziato il suo «rje/7eorf;iaooio sulle orme di Pio X e Giovanni Paolo I», visitando Vittorio Veneto e Riese. In serata, sempre a Treviso, aveva parlato a migliala di giovani che lo avevano ascoltato in piazza del Duomo, sotto una pioggia battente. .11 Papa non poteva essere da meno. ha detto Giovanni Paolo II alludendo all'intensità del suo programma di appuntamenti, che egli stesso ha definito un po' gravoso. Ai termU1 ne della Messa celebrata nel campo sportivo della chiesa di Santa Maria Auslllatrlce, gremito da oltre 30 mila persone, il Papa dopo la recita dell'Angelus si era accomiatato dal fedeli trevigiani con un promettente .arrivederci: Gigi Bevilacqua Sei chilometri di fo