Due casi di Aids alle Nuove? « Non creiamo allarmismi »

Con il tema di italiano scatta T«ora X» per i candidati alla maturità | La direzione minimizza; «I detenuti non corrono rischi» Con il tema di italiano scatta T«ora X» per i candidati alla maturità | La direzione minimizza; «I detenuti non corrono rischi» Due casi di Aids alle Nuove? « Non creiamo allarmismi » ori queste scene note da munque rari. -Gli studenti non drammatizzino la maturità — conviene 11 provveditore Angelo Scialpi —. Anche l'anticipazione dell'esame a metà giugno, un periodo climaticamente più. adatto allo studio, contribuirà a far vive¬ oble e Torino che il re meglio la situazione*. La scelta dell'anticipo, intanto, sembra aver inciso positivamente con altri motivi sull'endemico fenomeno delle rinunce di presidenti e commissari di esame: la media del forfait negli anni scorsi si era sempre aggirata intorno al 50 per cento delle nomine, questa volta sfiora 11 30 per cento: hanno annunciato la loro assenza 34 presidenti su 232 e 370 commissari su 928. Gran parte delle assenze è stata annunciata all'ultimo momento, con l'insediamento delle commissioni, avvenuto ieri. Anche il provveditore, il responsabile delle operazioni per la •maturità*, il dott. Nicolinl, e 1 loro collaboratori hanno lavorato sino a sera, ieri, per sostituire gli esaminatori rinunciatari, ma senza l'affanno del passato: restano da nominare 4 presidenti e un centinaio di commissari. Si possono selezionare con calma le numerose domande nelle prossime 48 ore. *Non convocheremo personale senza titoli adeguati*, avverte 11 dott. Scialpi. a, traforo del Fréjus I due, ex tossicomani, sarebbero comunque affetti da un'infezione che solo nel dieci per cento dei casi può essere imputabile all'Aids - Gli ammalati sono nell'infermeria del carcere, «in isolamento a puro titolo cautelativo» Aids al carcere di Torino? La notizia del due sospetti casi di sindrome da immunodeficienza acquisita ha destato preoccupazione In città, proprio nel giorno in cui si concludeva il convegno internazionale sulla «peste bianca», la malattia da virus per cui non è stato ancora trovato un rimedio, né un vaccino. Alla direzione delle Nuove, comunque, minimizzano la portata del rischio: «Non creiamo allarmismi inutili — dice 11 dottor Giuseppe Stiraci, responsabile dell'istituto di pena —. Non abbiamo ancora avuto l'esito delle analisi, ma i detenuti stanno bene*. E poi, sottolineano i sanitari della prigione, non necessariamente la linfoadenopatla sistemica (meglio nota come «Las»), da cui 1 due sarebbero affetti, è originata da una mancanza di difese Immunitarie imputabile all'Aids, perché questo non capita che nel 10 per cento circa dei casi e in Italia, dove la «peste bianca» non ha una diffusione preoccupante, forse addirittura meno. Per chiarire: la linfoadenopatia rende più vicine sistemica è anch'essa una sindrome legata al contatto con un virus linfotropo (che attacca cioè i linfociti T), ma non è assolutamente detto che quel virus sia lo stesso dell'Aids. Insomma, taglia corto il dottor Stiraci, maspettiamo i risultati degli esami e non creiamo un panico ingiustificato*, e precisa ancora che due ammalati sono in buone condizioni di salute. Dall'ospedale Amedeo di Savoia, dove erano stati ricoverati per gli esami di laboratorio, i detenuti sono infatti già ritornati all'infermeria del carcere, «in isolamento, ma a puro titolo cautelativo*. I loro nomi non sono stati resi noti: si sa soltanto che 1 due, torinesi, sono entrambi tossicodipendenti (com'è noto, l'Aids si diffonde anche per via ematica, oltre che con la saliva e lo sperma) e che si erano appena sottoposti ad una cura disintossicante. Ma non è stato possibile accertare da quanto tempo si trovino alle Nuove né, quindi, se abbiano contratto l'infezione prima o dopo la carcerazione. e. fer. • *Non è molto, ma è tutto quello che possiamo dare*. Con queste semplici parole i detenuti delle Nuove hanno consegnato in questi giorni a Ernesto Olivero, fondatore del Sermig, il frutto di una colletta raccolta tra le mura del carcere e tra i loro parenti e familiari. Il denaro serve a compensare in parte il furto subito una settimana fa dall'Ex Arsenale, la *Casa della Speranza* nuova sede del Sermig. In piazza Borgo Dora (dove si erge, semicelata dai ponteggi, l'antica fabbrica di guerra) erano venuti con un camion, una notte, a portar via tutto, lasciando a mani vuote i volontari che da anni tentano di restituire a scopi sociali l'antico edificio. •Questa è la casa di tutti — dice Olivero —. Speriamo se ne convinca anche chi ci ha derubato*. E' fantastico, è u

Persone citate: Angelo Scialpi, Ernesto Olivero, Giuseppe Stiraci, Olivero, Scialpi

Luoghi citati: Italia, Torino