Il governo ripresenterà il decreto-Galasso; ecco che cosa dice il suo autore di Giuseppe Galasso

Il governo ripresenterà il decreto-Galasso; ecco che cosa dice il suo autore Il governo ripresenterà il decreto-Galasso; ecco che cosa dice il suo autore Mare, montagne, fiumi, laghi Così difendo il «bene-Italia» «Attorno alla questo» - «Le Regioni Il governo ripresenterà il 'decreto Galasso». Abbiamo chiesto al sottosegretario all'Ambiente e ai beni culturali. Giuseppe Galasso, padre del •decreto., un intervento sulla vicenda. Perché tanta lotta al decreto mini stori ole del settembre 1984. che da parte del Beni culturali e ambientali dichiarava di notevole Inter-esse pubblico alcune ione del territorio nazionale, e le sottoponeva al vincolo paesistico, In applicazione della corrispondente legge del 1939? SI è detto che esso Invadeva le competenze delle Regioni; formulava vincoli astratti e generali Invece* di Indicazioni puntuali del territorio da proteggere; leceva per via amministrativa ciò che va latto con legge, perche Incideva sul diritto di proprietà; non era stato adeguatamente Istruito e specificatamente motivato; e cosi via. Per alcune di queste ragioni II Tar del Lazio ha Invalidato la disposizione del decreto che assoggettava a vincolo paesistico alcune categorie di elementi del paesaggio: le coste marine, lacustri e fluviali per una determinata profondità, I boschi, le montagne olire una certa altezza ecc. Oli attacchi non sono stati, però, persuasivi. Il latto di aver vincolato alcune categorie di elementi del paesaggio non può costituire una preoccupazione, non diciamo dal punto di vista di una concezione valida dell'ambiente, ma anche giuridicamente, se una famosa sentenza della Corte Costituzionale stabiliva nel 1968 che I beni Immobili qualificabili come bellezze naturali costituiscono una categoria, originariamente di Interesse pubblico, che ha contorni certi, dato II carattere tecnico del giudizio che la Pubblica Amministrazione è chiamata ad emettere per delinearla in concreto. E quale delineazione più concreta di quella che misura In metri la distanza dall'acqua o l'altezza dei monti; che rimanda a classificazioni notorie come per 1 boschi o gli usi civici; e che le sovrintendenze hanno Indicato anche In apposite planimetrie? Che poi la legge possa essere generale e astratta e II provvedimento amministrativo no, è discusso da molti giuristi, che citano casi evidenti In materia, come, tra l'altro, quello del regolamenti, anch'essi generali e astratti, ed Impugnati come tali presso II Tar. Tra l'altro, è cosi che anche In sede amministrativa al può garantire la pari condizione del cittadini rispetto alla norma. Quanto alla motivazione. Il decreto di settembre la reca esplicita nelle sue premesse, la dove ricorda che coste, laghi, fiumi, monti, eoe sono gli elementi di base caratterizzanti del paesaggio anche nelle sue bellezze naturali, e che l'andamento delle cose e la scarsa applicazione della relativa legge Imponevano provvedimenti di urgenza, del resto Invocati da tutti. E quale Istruttoria più mirata di quella che deriva dall'esperienza complessiva dell'attività di vincolo del ministero, che ha portato alla esplicita conclusione che una dilesa del paesaggio a macchia di leopardo (di fatto, con qualche pieno e motti vuoti) era non solo concettualmente, ma anche praticamente Insufficiente a realizzare lo scopo esplicito, nonché della legge del '39, della stessa norma costituzionale? Tutto ciò può essere ritenuto discutibile In sede giuridica; però, a parte l'opinione diversa di altri autorevoli magistrati, Intorno alla questione di diritto c'é uno acontro di Interessi, che non può essere né Ignorato, né sottovalutato. Il decreto del settembre 1984 non tocca la proprietà nel senso di porre un vincolo reale sul bene, bensì solo nel senso di stabilire una norma di condotta, una procedura da seguire nella propria libera disponibilità del bene, e ciò per garantire la preminenza dell'interesse pubblico In materia cosi Importante. E' stato questo a scatenare contro II decreto stesso l'ostilità di mille grandissimi e piccolissimi Interessi particolari. Le Regioni hanno fatto ricorso, per aver ritenute Invase le loro competenze: ma anche qui, senza scendere In dettagli, basterà dire che I vincoli stabiliti dal decreto «Stampa Sera» di oggi 17 giugno 1985 è uscita in 517.700 esemplari STAMPA SERA Michele Torre direttore responsabile Carlo Bramardo vicediretloro Editrice LA STAMPA S p.A. Presidente Giovanni Agnelli Vicepresidente Vittorio Caissotli di Chiusano Amministratori: Luca Corderò di Montezemolo Umberto Cuttica Giorgio Fattori Giovanni Giovannini Carlo Masseroni Francesco Paolo Mattioli Sindaci Alfonso Ferrerò (presid.) Luigi Oemartini Giovanni Peradotto Direttore Generale Paolo Paloschi SlaMimento tipografico La Stampa Via Ma/eneo 32. Tonno Stampa in lac-arma* G E C SpA via Ttbumna 1090. Roma Stampa m lac-strmia S T s S . A Oumta «tracia 35. Catania I 1085 Edil LA STAMPA 8.p.A. Ragislraiior» TnbunaJo di Torino n 613 19,'d CERTIFICATO N. 735 DEL (-12-1M4 tione di diritto, c si sono opposte, erano presentati ad Integrazione di quelli già vigenti ad opera dello Stato o delle Regioni, come consente la legge, che, tra l'altro, delega e non trasferisce a queste ultime I loro poteri In materia. Il che ammette II possibile concorrere dello Stato ad ottenere nelle forme dovute gli stessi scopi. In questo caso la partecipazione statale é, Inoltre, Indispensabile per definire — come appunto, per la prima volta, ha fatto II decreto di settembre — nel suol tratti complessivi e organici II paesaggio Italiano, che non può essere la semplice sommatoria di tanti plani locali. Scontro di Interessi, urgenza, Insegnamenti dell'esperienza di dispersione del patrimonio paesistico Italiano, dimensione nazionale del compito, legittimità delle preoccupazioni In materia sono Una proposta, fir 'è uno scontro di in ma il paesaggio ital stati vivamente avvertiti nelle sedi politiche più autorevoli. In realtà, al di là del suo stesso specifico valore pratico. Il decreto del settembre '84 ha avuto un'efficacia politica fortissima. Grazie ad esso una discussione globale e organica sulla materia ambientale al ò finalmente Imposta all'ordine del giorno del Paese. Governo, Parlamento, partiti non potevano Ignorare Il consenso larghissimo venuto da ogni parte della società e della cultura non tanto e non solo ai decreto quanto alle esigenze che esso ha voluto raccogliere. Nella Camera del deputati si è da ogni parte richiesto un decretolegge che riproponga pari pari II punto 1 del decreto, accettando, dunque, Il carattere generale del vincolo cosi Imposto. Se si voleva la legge, la si avrà, perché II governo vi si è Impegnato e a que¬ mata da alcuni depu teressi, che non può essere ignoraiano va salvato nella sua globalità» sto patto sono stati ritirati gli emendamenti Intesi ad Introdurre I vincoli dei decreto nel testo della nuova legge sul condono edilizio. Opportunamente à stato chiesto In Parlamento che l'intervento d'urgenza valga fino all'emanazione della nuova legge sulla tutela, In corso di discussione, che rivede quella del 1939. La nuova legge potrà cosi perfezionare e rendere definitivo la delineazione metodologica e oggettiva del 'berte Italia», che è stata la sola, esclusiva preoccupazione dei decreto del settembre '84. Il decreto, come si à cercato di mostrare, ben lontano dallo zoppicare, ha cercato e trovato una strada, speriamo decisiva, per la causa del paesaggio Italiano. Che, del resto, zoppicasse poco lo si poteva dedurre dalia stessa sentenza del Tar del Lazio, che ha tati socialisti, già pre dichiarato Inammissibile il ricorso contro II punto 2 del decreto, anche mentre lo accoglieva sul punto 1. Orazio a dò andranno avanti I decreti che applicano regione per regione tale punto 2 del decreto ministeriale di settembre, sicché sarà possibile avere entro un termine di tempo ragionevole un quadro complessivo delle zone del territorio nazionale In cui vigere Il divieto di modificare l'assetto territoriale attuale tino al 31 dicembre 1985. E a questa data é sperabile che gli enti competenti, e Innanzitutto le Regioni, avranno provveduto all'indispensabile pianificazione urbanlstlco-terrltorlale, unica garanzia reale contro la continuazione dello scempio al quale al deve la perdita e II deterioramento di beni Ira I più preziosi della comunità Italiana. Giuseppe Galasso sentata al Parlamen

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