La guerra dimenticata e l'indifferenza per una tragedia (anche la cultura dei diritti dell'uomo è in crisi grave) di Mario Baudino

La guerra dimenticata e l'indifferenza per una tragedia (anche la cultura dei diritti dell'uomo è in crisi grave) La guerra dimenticata e l'indifferenza per una tragedia (anche la cultura dei diritti dell'uomo è in crisi grave) Afghanistan: dell'invasrispetto per le vite um Venerdì 14 al Circolo della stampa di Torino sarà presentata ufficialmente la Lega piemontese del diritti dell'uomo che aderisce alla Federazione Internazionale. All'Incontro con I torinesi, che nasce sul tema «Noi e l'Afghanistan», parteciperanno I deputati Bandiera e Flandrottl e l'eurodeputato Vittorino Chiusane; ospite d'onore un leader del dissenso sovietico, Vladimir Makslmov, direttore di «Kontinent». TORINO — I diritti dell'uomo non vengono solo violati nei conflitti, nei genocidi, negli Stati totalitari, ma anche in episodi drammatici e apparentemente inspiegabili, come quelli seguiti alla tragedia allo stadio di Bruxelles. Mentre ancora In Belgio si stavano raccogliendo i morti, nelle strade di Torino una folla di tifosi gridava la sua esultanza per la coppa conquistata dalla Juventus. • E' questa una delle spie della crisi che sta attraversando attualmente la 'cultura" dei diritti dell'uomo: la festa di fronte ai 39 morti — spiega 11 professor Andrea Comba — significa die tra i valori riconosciuti dalla collettività quello di vincere una partita prevale su quello delle sione nessuno parla, per mane - Intervista al profes vite umane stroncate». E se questa 6 la crisi, 1 rimedi non possono essere costituiti da altro che non sia una capillare opera di educazione, di convincimento: per quanto riguarda l'indifferenza nei confronti delle tragedie come quella dello stadio Heysel, come per la «guerra dimenticata» che il popolo afghano sta combattendo contro gli invasori sovietici. Anche per questi motivi è nato il Comitato piemontese della Federazione internazionale per i diritti dell'uomo, che ha sede a Parigi e alle spalle una lunga attività in 52 paesi del mondo. La Lega italiana, aderente alla Federazione, fu fondata negli Anni 20, sempre in Francia, dagli esuli antifascisti. Ora il Comitato piemontese si presenta all'opinione pubblica con un convegno proprio sull'Afghanistan in programma venerdì prossimo al Circolo della stampa, che vedrà le testimonianze, oltre che di studiosi e politici, anche di un gruppo di esuli sovietici. Vi parteciperà anche il professor Andrea Comba. direttore del Centro studi europei. la gente sembra un problesor Andrea Comba, direttor uno dei tre vicepresidenti del Comitato piemontese (presidente nazionale della Lega è l'onorevole Pasquale Bandiera, presidente piemontese è Gino Giribaldi, gli altri due vicepresidenti Luigi Grandis ed Ernesto Vellano). cui chiediamo perché, innanzi tutto, l'Afghanistan. Ha un significalo particolare che il Comitato piemontese si presenti alla gente con questo tema? ••Certo. Se c'è stata una violazione dei diritti umani che ha coagulato una vasta maggioranza di forse politiche e sociali e gli stessi organismi intemazionali, è proprio l'invasione dell'Afghanistan. Eppure il problema è sentito meno di altri, l'interesse della gente è minore di quanto, per fare un esempio, non lo fosse per il Vietnam-. Questo significa che la guerra d'Afghanistan non interessa in realtà a nessuno, che è davvero una guerra dimenticata, o invece che l'intero problema dei diritti umani ha subito una sorta di • arretramento» nelle coscienze? -La tutela dei diritti dell'uomo è uno dei temi fondamentali della nostra civiltà, ma remoto - Torino: la e del Centro studi europe della civilizzazione occidentale. Eppure attualmente non è troppo sentito come un problema su cui impostare grandi battaglie civili. La nostra risposta è allora: rilanciamo la cultura dei diritti dell'uomo come valore primario». Ma per far questo non basta un convegno «Infatti. Noi pensiamo a un'opera di capillare intervento all'interno di tutte le componenti sociali. E per questo il comitato è formato da membri autorevoli che rappresentano una vasto arco di interessi-. Ci sono magistrati, come l'ex Procuratore generale Mario Bongioannini, politici come il parlamentare europeo Vittorino Chiusane sindacalisti come Corrado Ferro, manager come Giorgio festa per una vittoria prevale sul dolore e sul pei: «Occorre un'opera capillare di educa/ione» Pelliccelli, direttore della scuola d'amministrazione industriale, e Sergio Pininfarina. Che tipo di lavoro li attende? «Un lavoro di stimolo creativo all'interno delle varie categorie. Il comitato infatti deve essere una sorta di club che spinge gli aderenti ad agire in base alla loro esperienza e cultura professionale». Non solo sulle grandi tragedie internazionali... «No, il problema va visto su tre livelli: ci sono i diritti del cittadino che vanno fatti valere ilei confronti dello Stato, e questo è il campo più tradizionale in cui si è cimentata la federazione, che ha acquistato un notevole peso in campo internazionale. Ma se i diritti dell'uomo sono visti storicamente come tutela nei confronti dello Stato, è indubbio che nella nostra società vanno estesi a quelli del cittadino nei confronti di altre categorie e di alcune collettività in rapporto ad altre, o allo Stato-. Per esempio? «Al secondo livello c'è la difesa della "privacy", il diritto ad esser tutelati nei confronti delle banche-dati e di tutto ciò che limita la riservatezza del singolo, ivi comprese anche certe disinvolte tecniche dei mass-media. Al terso livello i diritti del malati, ad esempio. O il diritto alla cultura, e cioè ad avere istitusioni culturali valide, o ad un ambiente ecologicamente accettabile». E per far questo, l'appoggio d'una struttura internazionale può essere particolarmente utile. «Specialmente sui temi più scottanti, ad esempio quello della tutela della rìservatessa. Ricordava Von. Bandiera che oggi in questa materia una legge nazionale non è più sufficiente, si deve trovare una convenzione internazionale». Mario Baudino