Quasi tremila emigranti Fanno ma più nessuno va alla ventura

Si parte in aereo, sorridendo e con la ventiquattrore in mano Si parte in aereo, sorridendo e con la ventiquattrore in mano Quasi tremila emigranti Fanno ma più nessuno va alla ventura Cambia il volto di chi va a lavorare all'estero - In genere sono tecnici, ricercatori, legati da ben precisi contratti pluriennali - L'Africa sta diventando la meta di molti Sono quasi tremila, ogni anno. Non salgono più su navi arrugginite, tra valigie di cartone legate con lo spago, frotte di bambini e tanta commozione, ma restano pur sempre emigranti. Lasciano il Piemonte e vanno a cercar fortuna. Come una volta. Non marciano senza mèta, ma sanno già dove e con chi lavoreranno. Contemporaneamente altri duemllacinquecento tornano a casa dopo cinque-dieci anni consumati all'estero tra vittorie e delusioni. Ripresa con le prime avvisaglie della crisi, nel '72, la fuga forzata oltreconfine si è sviluppata tra alterni alti e bassi e oggi sembra di nuovo ridimensionata, ma soprattutto cambiata. Nel confronto delle cifre tra chi va e chi viene neli'81 sono quasi quattrocento le persone che hanno cercato sistemazione in altri Paesi, Ma quante pagine di storia sono passate da quelle immagini malinconiche e tragiche del l'emigrante d'inizio secolo. Oggi almeno il 31 per cento di chi sceglie l'espatrio, lo fa certamente a malincuore, ma tenendosi ben stretta una «posizione professionale» medio-alta: sono tecnici e ricercatori collegati alle nuove iniziative imprenditoriali all'estero o chiamati là da ditte che selezionano personale specializzato o legati alle attività crescenti delle imprese italiane all'estero. Il bracciante di ieri senz'arte né parte lascia il posto all'emigrante in «guanti o camice bianchì- che sale la scaletta dell'aereo con la ventiquat tr'ore in mano e 11 contratto in tasca che lo lega ad un soggiorno di tre-dlecl anni all'estero. Ma dove vanno que sti nuovi emigranti? Meno ol treoceano, di più in Africa e nel Paesi mediorientali «Problemi del lavoro- della Regione sviscera in un lungo servizio di Paola Alessandra Taragllo i nuovi contatti e svilupperei rapporti tra il Piemonte e i piemontesi che lavorano o risiedono all'estero da lungo o da breve tempo. E' un viaggio interessantissimo tra il vecchio e 11 nuovo volto dell'emigrazione, un «pezzo- di storia da non dimenticare. Sfogliando quest'ideale antologia si scopre clie i primi ad andarsene furono giovani senza famiglia, disponibili, senza legami. Successivamente emigrarono persone sposate. Se ne anda- Si emigra ancora, ma salevano con le famiglie e si offrivano come manodopera a basso costo. Da allora un lungo processo ha cambiato il popolo d'emigranti di casa nostra. Di anno in anno però è cresciuto il livello tecnico e culturale di chi se ne andava oltre frontiera. Ora con l'assegnazione di commesse estere alle grandi aziende piemontesi, con la Moncalieri, pole ndo la scaletta d'un aereo strutturazione di nostre Irft prese nel Paesi stranieri, l'è migrante ha una formazione universitaria o quasi dal punto di vista tecnico. I contadini d'un tempo che se ne andavano per fame hanno lascia to spazio a gente che quando parte conosce già la destinazione, il lavoro che l'aspetta, le diverse fasi della permanenza tra progettazione ed mica su 38 aceri esecuzione di grandi opere.' L'Italia, infatti, è tra 1 primi Paesi ad aver iniziato da tempo la collaborazione con Africa e Medio Oriente. Al riguardo, però, mancano indagini conoscitive che potrebbero spiegare uno «spaccatod'emigrazione in grado di offrire nuovi sbocchi. Tuttavia, anno dopo anno, il panorama ha cambiato profondamente immagini e prospettive. Tra le destinazioni preferite o obbligate America ed Oceania conservano il primo posto. Sono oltre novantamila le persone partite da Torino e distribuite tra l'Argentina, il Canada o l'Australia. Non risultano invece immigrati piemontesi alle Barbados o alle Bahamas, ma neppure a Cuba o nella Costa Rica. Sono quasi cinquantamila coloro che usciti dal Piemonte hanno scelto l'Europa. Circa 25 mila vivono in terra francese, diecimila in Svizzera, 2700 In Spagna, 2500 in Germania, 1200 a Monaco, gli altri, in quantità ridottissime, sono distribuiti tra Austria, Cipro, Danimarca, Inghilterra, Grecia, Gibilterra, Irlanda, Jugoslavia, Portogallo, Romania e In quasi tutte le nazioni fatta eccezione per quelle dell'Est. Novemila sfidano il clima dell'Africa. Di questi oltre cinquemila si sono sistemati in Nigeria, gli altri nelle Repubbliche a ridosso dell'Equatore. Resta l'Asia dove sono gli Emirati Arabi, per ora, a catalizzare il maggior numero di persone. Gian Mario Ricciardi «Nova», un'orga

Persone citate: Gian Mario Ricciardi, Paola Alessandra