Un cento in sospeso

Un cento in sospeso Un cento in sospeso (Segue dalla l'pagina). significativo. La notte del primo aprile 1981 ha cominciato a raccontare al giudice Giancarlo Caselli la sua storia di brigatista: giorni interi inchiodati al tavolo per ricostruire anni di attentati e di delitti. Volumi di pagine di verbale per 'Spiegare-, 'aggiungere-, 'precisare', 'Chiarire'. Ha indicato dove erano i covi e come erano custoditi gli arsenali, ha fatto i nomi del complici e ha smascherato t fiancheggiatori ma, soprattutto, ha tolto quel velo di mistero dai meccanismi che ispiravano gli uomini della lotta armata. Dieci anni di misteri e di delitti hanno trovato, insieme, storia e responsabili. Lo Stato ha deciso che lui e quelli come lui che erano stati in grado di offrire un contributo determinante alla giustizia non sarebbero rimasti in carcere: potevano ottenere la libertà provvisoria ed essere condannati per crimini diabolici a pochi anni di carcere. Una decisione sofferta. I magistrati che pure hanno sollecitato una normativa del genere si rendono conto che, forse, si tratta di una legge troppo favorevole. Solo la ragion di Stato la giustifica: in effetti, i risultati hanno dimostrato che era una scelta giusta: 'non punire» alcuni per salvare la vita a chissà quante future vittime del terrore. Peci non ha avuto tutto gratis: è rimasto in carcere tre anni, quando ha ottenuto la libertà provvisoria ha ricominciato la sua vita nascondendosi. Un 'Clandestino di legge-. Mentre era dietro le sbarre i suoi ex amici gli hanno rapito il fratello Roberto e l'hanno massacrato fucilandolo In un angolo di prato dove si raccoglievano alcuni rifiuti della campagna romana. La legge consente a un Imputato In libertà provvisoria di rimanere a piede libero fino a quando la sentenza non sia passata in giudicato. Ma dopo il verdetto delta Cassazione gli anni da scontare in carcere (se non condonati) devono essere scontati. Il gergo tecnico dice «in espiazione di pena». E'quanto è accaduto per un processo di Ancona che si riferisce agli anni 1975 e 1976 quando Peci era alla prime armi: un caporale del terrorismo. Aveva messo in piedi un'organizzazione che, coltivando future velleità rivoluzionarie, si accontentava di bruciare le automobili dei nemici del popolo. Poi è diventato un sergente: ha cominciato a organizzare delle rapine e, con gli amici Claudio e Caterina Piunti, aveva fatto irruzione nella sede della Confapl per legare gli impiegati e scrivere slogan con lo spray rosso sul muri. Fatto grave di per sé, clamoroso per certi profili perché commesso in una regione che, sino a quel momento, non aveva mai respirato aria di terrorismo. Ma fatto secondario se paragonato a ciò che l'eversione armata avrebbe dovuto diventare, Peci in testa, in pochi anni. I giudici lo hanno condannato a sei anni in primo grado e a due anni in secondo grado per l'irruzione e_. a otto mesi per la rapina. Le. sentenze confermate dalla Cassazione l'hanno riportato in carcere per scontare il residuo di pena. Lui stava in Ita¬ lia, i magistrati sapevano dov'era e l'hanno mandato a prendere. Legge dura: eppure legge. Per adesso si tratta di pochi mesi ma per altri processi (Torino, Genova, Roma) i fascicoli di Patrizio Peci, esaurito l'iter del primo grado e dell'appello, stanno arrivando in Cassazione. Quando le sentenze verranno confermate il periodo da passare in carcere potrebbe essere più lungo: qualche anno. Non molto tutto sommato: tenendo conto che sono possibili riduzioni dettate da amnistie, condoni, sconti. A meno che non arrivi addirittura la grazia firmata dal Presidente della Repubblica. La storia di Forai™ e Isabella (Segue dalla 1* pagina) un anno e mezzo di carcere. Dloe: «Il peggio è passato, spero di rifarmi una vita accanto all'uomo che ho sempre amato; ora ho bisogno di rifletterò sulle mie esperienze». Il terrorismo? «Un fenomeno che ho lasciato dietro di me, Insieme agli schematismi, al propositi di Irriducibilità. Sono diventata più consapevole dopo che talune certezze sbagliate di un tempo sono state espulse dalla ragione». Isabella Ravazzl è nata ad Alessandria. Suo padre, l'avvocato Giuseppe, scomparso qualche anno fa, era uno stimato civilista, legale di una grande azienda di biscotti. Abitava In una villetta davanti al mare di Genova Quarto, sulla riviera genovese di Levante. La madre continua a chiedersi: «Porche, se non le mancava niente?». Ricorda Isabella: «MI mancava, In quegli anni, una giustizia sociale che ritenevo per molti aspetti offesa». Isabella Ravazzl entra subito nella mischia, unendosi a mete degli Anni Settanta agli «auloriduttorl», giovani che pretendono d'Imporre — nel cinema, nel negozi — prezzi che ritengono equi Viene fermata una prima volta In un tafferuglio davanti ed un cinema di Nervi, quando la sua costituzione fisica robusta («E' un maschiaccio», dicevano di lei gli amici al Bagni Doris frequentati dalla famiglia Ravazzl) mette alle corde un palo di poliziotti. E' Il tempo In cui Genova la da «labo- „ ratorio» al terrorismo esplodente; è II tempo In cui si Iniziano esperienze contestatarie ed eversive che sfoceranno negli anni di piombo. Il fermento dilago nell'università: ed ò qui che Isabella Ravazzl Incontra l'uomo del suo destino politico e della sua vita sentimentale. Lui, Enrico Fenzl, è docente di lettere e filosofia; lei un'allieva di quello stesso corso. Sembra quasi una telsnovela proiettata ben oltre gli schemi tradizionali, che racconta un amore nato sul banchi di scuola, traversato dal terrorismo, concluso da una patetica cerimonia nel parlatorio di un supercarcere. Enrico Fenzl, dieci anni fa, Insieme con suo cognato Giovanni Senzanl (l'uomo che, In prigione, ha Insegnato l'Italiano ad All Agca) ha un gran seguito tra gli universitari che cercano l'utopia della «nuova sodata». Che vogliono distruggere, ma non hanno proposte. Fenzl ha Intelligenza, carisma. Gli si attribuisce un ruolo determinante In corti attentati, come l'Incendio alla biblioteca universitaria; come la gambizzazione di un dirigente dell'Ansaldo, Il comunista Cario Costellano. Per un lungo periodo, l'eversione a Genova la riferimento proprio a Senzanl e a Fenzl: e questi viene considerato l'Ideologo di ogni movimento che cerca di aggregarsi «Ila lotta armata. Ora, Enrizo Fenzl, dissodato, dovrà comparirà davanti al giudici della Corte d'assise di Venezia, Imputato di concorso morale nell'omicidio dell'lng. Tallerdo.

Persone citate: All Agca, Caterina Piunti, Enrico Fenzl, Giancarlo Caselli, Giovanni Senzanl, Isabella Ravazzl, Patrizio Peci, Peci

Luoghi citati: Alessandria, Ancona, Genova, Roma, Torino, Venezia