Questa Europa è matura

Questa Europa è matura? Questa Europa è matura? di ALDO RIZZO L'Italia vota per il referendum sulla scala mobile, mentre comincia il conto alla rovescia per il vertice europeo di Milano, che conclude la presidenza di turno italiana. Esso dovrà dire se l'Europa è matura per questo benedetto «salto di qualità», dopo il quale una comunità economica litigiosa potrà procedere verso qualcosa che somigli a un'unione politica. Il vertice del 28 giugno, possiamo dirlo senza enfasi, non è come quelli che lo hanno preceduto. Magari non sarà «cruciale», perché di questa parola si è abusato, ma certo non è di «routine». Troppi nodi sono venuti al pettine: la necessità, ormai improrogabile, di trasformare quella che è stata finora un'unione doganale, o poco più, in un autentico mercato unico, capace di valorizzare le grandi risorse economiche e umane degli europei, di fronte alle sfide sempre più pressanti del mondo esterno; l'abbozzo, almeno, di una scelta unitaria sul problema delle nuove tecnologie civili e militari; infine la questione, squisitamente politica, di come l'Europa deve prendere le sue decisioni, se mediante defatiganti e sterili compromessi fra i governi, o se introducendo un meccanismo sovrannazionale, graduale ma concreto. Quest'ultimo è ovviamente il punto centrale. C'è al riguardo un progetto del Parlamento europeo, di ampiotVspifoVt.a presidenza italiana, 'Siilla"'base del rapporto di un comitato speciale nominato dai governi (il rapporto Doogc), ne propone una versione ristretta e parziale, ma significativa: estensione progressiva del voto a maggioranza, maggiori poteri per il Parlamento, accanto a quelli del Consiglio dei ministri, allargamento delle competenze comunitarie dall'economia alla politica, insomma un avvio effettivo, anche se cauto, della trasformazione della Cee in Unione europea. Non per questo gli ostacoli saranno minori. Almeno tre Paesi, la Gran Bretagna, e più ancora la Danimarca e la Grecia, fanno obiezioni. Pesano soprattutto le riserve britanniche, anche se espresse, nella riunione europea di ieri a Stresa, con minore rigidità. La presidenza italiana ha già riscosso un successo importante, in questi sei mesi, con l'allargamento della Comunità alla Spagna e al Portogallo. Ma proprio l'aumento del numero dei soci europei rende più pressante la necessità di un nuovo meccanismo decisionale, pena una paralisi più grave di prima. Craxi e Andreotti stanno compiendo sforzi lodevoli, e altri ne compiranno da qui al 28, perché almeno qualcosa di concreto resti, dopo le molte e inevitabili discussioni. Nel frattempo si vota sui «Stampa Sera» di oggi 10 giugno 1985 è uscita in 509.301 esemplari STAMPA SERA Michele Torre direttore responsabile Carlo Bramardo vicedirettore Editrice LA STAMPA SpA. President* Giovanni Agnelli Vicepresidente Vittorio Caissotti di Chiusano Amministratori: Luca Corderò di Montezemolo Umberto Cuttica Giorgio Fattori Giovanni Giovannini Carlo Masseroni Francesco Paolo Mattioli Sindaci Alfonso Ferrerò (presid.) Luigi Demartinl Giovanni Peradotto Direttore Generale Paolo Paloschi tipografico La Slampa Via Mafenco 32. Tonno : Stampa in lac*SJmil« Q E C S p A via Tiburtina 1099. Roma Stampa in lac-simile STS SpA Quinta strada 35. Catania © 1985 Edll LA 8TAMPA SpA. - Registratone Tribunale di Torino n 613 ' 1926 CERTIFICATO N. 73S DEL 6-12-1984