60,4 IL VOTO DI IERI di Giuseppe Fedi

Il «sì» o il «no» per il referendum sulla scala mobile Il «sì» o il «no» per il referendum sulla scala mobile 60,4 IL VOTO DI IERI Inizio basso, impennata a sera Seggi aperti stamane dalle 7 alle 14-1 primi risultati nel pomeriggio verso le ore 16 i SONO ORE CALDE PER CRAXI ROMA — I timori di una .scarsa affluenza alle urne per il referendum sulla scala mobile non erano infondati. Alle 17 di ieri, secondo i dati del Viminale, aveva votato appena il 29,8 per cento degli elettori: solo nel tardo pomeriggio e In serata, con il rientro dal week-end, la percentuale del votanti è aumentata fino a raggiungere il 60,4 per cento alla chiusura dei seggi. Se si confrontano le percentuali dei votanti alle 22 di Ieri con quelle registrate alla stessa ora nei referendum degli anni precedenti, (divorzio, legge Beale, finanziamento al partiti, aborto ergastolo ecc.), si può vedere come le percentuali di ieri siano inferiori di circa 13 punti al referendum sul divorzio, ma di poco rispetto alle altre consultazioni. L'inizio delle operazioni di voto non è stato turbato da incidenti o tensioni, se si eccettua un episodio avvenuto a Mercato Saraceno, in provincia di Forlì, dove 11 presidente della sezione elettorale 7, Leone Montalti, 28 anni, è stato arrestato in esecuzione di un mandato di cattura per importazione di stupefacenti. Al ministero dell'Interno lo •staff» elettorale è entrato In funzione fin dall'alba. 1 Si tratta di 130 addetti che, coordinati dal prefetto Pietro La Commare, devono fare in modo che 1 risultati della consultazione arrivino e siano diffusi con la massima celerità. Con loro collaborano altre 120 persone, tra funzionari dell'ufficio stampa e del gabinetto del ministro, vigili del fuoco, tecnici, operai e impiegati. La struttura portante è il centro elaborazione dati, al quinto piano del Viminale: due enormi computer, che funzionano contemporaneamente. Capaci di compiere 540 mila operazioni al secondo e di Immagazzinare quattro milioni di caratteri, hanno il compito di raccogliere i dati trasmessi dalle prefetture, elaborarli e diffonderli. L'attività del centro è cominciata ieri prima di mezzogiorno, con la prima percentuale del votanti alle 11. e terminerà, secondo le previsioni, verso la mezzanotte, quando saranno resi noti 1 risultati definitivi. Ieri sera si è votato fino alle 22; oggi 1 seggi sono aperti dalle 7 fino alle 14. Oli aventi diritto al voto sono 44.796.987, trecentomila In più rispetto alle elezioni amministrative del mese scorso. Come di consueto, le donne sono in maggioranza: 23 milioni 300.284, contro 21.496.703 uomini. La situazione è ribaltata per quanto riguarda la «nuova leva», cioè 1 giovani che si recano alle urne per la prima volta: 1 neoelettori sono 85.179 e gli uomini sono più delle donne: 43.719 contro 41.440. La prima a essere preoccupata per la scarsa affluenza alle urne è la un. In un appello diffuso nel pomeriggio ha rinnovato 'l'invito ai cittadini ad andare a votare ed Giuseppe Fedi (Segue a pag. 2-4' col.) La percentuale dei votanti nei dieci referendum Nel prlmo giorno 1 Tota'e alle 17 alle 22 2glugno 1946 m MONARCHIC 1 oREPUBBLICA — — 89,1 12 magglo 1974 2 DIVORZIO 46i5 733 88,1 II glugno 1978 3 LEGOE REALE 31,4 61,8 81,4 4 FINANZ. FARTITI 17 magglo 1981 a- ABORTO •*■ (Mov. per la vita) A ABORTO ™ (Proposta radicale) _ 33,7 62,8 79,6 7 ERGASTOLO 8 PORTO D'ARMI n Legge COSSIGA " (Fermo di pollzla) 9 glugno 1985 10 SCALA MOBILE 29,8 60,4 — 11 segretario del pei Alessand utilizzeranno la vittoria come supporto per l'egemonia. E alla fine dell'anno, quando Lama lascerà la segreteria, la candidatura di Pizzlnato troverà pochi ostacoli. La componente socialista dichiara che 'in nessun caso ci sarà la scissione», ma il peso della minoranza ne risulterà ridimensionato, e per Del Turco si aprirà una fase ancor più difficile. • CISL — La concezione del sindacato come protagonista della politica del redditi subirà un duro colpo, e la Cisl sarà costretta a mitigare anche la richiesta •irrinunciabile» di una significativa riduzione dell'orarlo di lavoro. Nessuno nella Cisl ha mai contestato ufficialmente la linea di Camiti, ma con la vittoria dei si troverà più spazio l'appello ad una 'maggiore flessibilità». Nel congresso che tra un mese dovrà scegliere il successore di Carnlti, gli «operaisti» e i «nordisti» avranno meno voce; Marini sarà eletto segretario senza alcuna opposizione o riserva, e l'incarico di vice passerà quasi certamente a Crea. • UIL — La vittoria dei si è una sconfitta anche per l'intera Uil, che sul fronte del re¬ ro Natia ha volato a Imperia ferendum si è mossa compatta con Benvenuto. Nonostante ciò, la Uil è intenzionata a proseguire nella sua politica, e a difendere le sue scelte. •Ritengo quasi impossibile — dichiara però Benvenuto — che si creino le condizioni per la ripresa d*>un dialogo unitario, in fuetto scenario, il sindacato si troverà in grandissima difficoltà: ne chiederemo conto a chi nella Cgil ha perseguito una linea di massimalismo e di demagogia'. SE VINCONO I NO • CGIL — Ricucire le ferite Interne e ricostruire l'unità sindacale è la maggior preoccupazione di Lama, e non c'è dubbio che, in caso di sconfitta del si, sarà questa la parola d'ordine della Cgll. La trattativa al ministero del Lavoro con la Confindustria riprenderà in tempi brevi, ma la Cgll sarà costretta a prestare maggiore ascolto alle richieste di Cisl e Uil. La vittoria dei no finirà col dare maggiore spazio, non solo nella Cgll ma anche nel pel a Lama e alle «colombe»; e per la successione saliranno le Gianni Pennacchi (Segue a pag. 2-6' col.) di LUCA GIURATO Alle amministrative del maggio scorso, le percentuali dei votanti, la domenica sera, erano molto alte. La circostan za si rivelò favorevole ai leader del pentapartito, ed in particolare a De Mita. Al referendum sulla contingenza, politicizzato ancora più delle amministrative, ieri sera la percentuale dei votanti era mediocre. Non è un mistero che i capi della maggioranza a cinque (ed in particolare i socialisti, che in questa vicenda hanno messo in gioco la presidenza del Consi glio) hanno sempre ammesso che uno scarso afflusso alle urne potrebbe rivelarsi l'elemento più negativo per il «no». «Bisogna convincere la gente ad andare a votare, altrimenti perdiamo la battaglia», ci ha ripetuto l'altro giorno il vice-segretario del psi Martelli Alle 14 si chiudono i seggi. Verso le 18 si dovrebbe capire quasi tutto. Alle 20 non ci saranno più incertezze o quasi Se l'affluenza alle urne rimane bassa, salvo sorprese clamorose il «no» è sconfitto e Craxi va al Quirinale a rassegnare le dimissioni nelle mani di un Capo dello Stato, che è nuova mente al centro di una vicenda discussa e discutibile. (Malgrado le affermazioni di Maccabeo, nessuno, nella Roma politica, crede che Pertini non sapesse che Fiora Pirri Ardizzone era stata arrestata per terrorismo). Se la tendenza che si è manifestata ieri subisce una brusca inversione e le percentuali, alle 14 di oggi, raggiungono o superano l'80 per cento, il no ha molte più probabilità di prevalere. In questo caso, nessuna udienza al Quirinale e niente dimissioni. Anche se non lo ha mai detto apertamente, con la maggioranza dei «no» in tasca, sarebbe Craxi ad attendersi «dimissioni» tra i (Segue a pag. 2 - 6' col.)

Luoghi citati: Aborto, Forlì, Imperia, Mercato Saraceno, Roma