Salvare la gara costava 130 milioni

Salvare la gara costava 130 milioni Salvare la gara costava 130 milioni Un prodotto speciale avrebbe potuto consolidare l'asfalto della pista - Ma alla base del ritardo nei lavori vi sarebbero anche le rivalità tra fiamminghi e valloni Poi nella notte ed ancora nella mattinata sono state ripristinate alcune curve. Adesso viene da chiedersi se non poteva essere fatto di più per salvare il Gran Premio. Un italiano rappresentante di una ditta specializzata ha fatto sapere di essere stato interpellato per intervenire. Pare che esista una polvere speciale che sparsa sull'asfalto e poi bagnata con semplice acqua In tre ore solidifichi • completamente il manto stradale come un collante. La spesa necessaria per fare questo lavoro era di circa 130 milioni di lire. Una bella somma, ma non eccessiva se si fosse così potuta salvare la gara. Ovviamente tutte questi particolari hanno fatto sorgere il dubbio che ci sia stato qualche fattore, che non è stato reso pubblico, a determinare la soluzione finale negativa. Ieri mattina ai box si sussurrava neppure troppo a bassa voce che questo sia il risultato dell'eterna lotta che divide i due gruppi etnici del Belgio, valloni e fiamminghi. Francorchamps è in zona vallona ma i lavori di asfaltatura pare siano stati fatti da un'Impresa fiamminga, più economica. Siamo ovviamente nel campo di ipotesi quasi fantascientifiche che porterebbero alla conclusione di una specie di boicottaggio, visto che anche l'Automobile Club è dilaniato da questi problemi di convivenza. E non dimentichiamo la rivalità che divide Zolder e Francorchamps per far disputare il Gran Premio. Sembra che gli organizzatori locali per ottenere i finanziamenti necessari a migliorare il circuito in questi ultimi due anni (quattro miliardi e mezzo di lire) abbiano dovuto ricorrere ad un sotterfugio facendo passare il club automobilistico e il circuito come un'unione culturale. c. eh. temporali, questo (In base a prove fatte in precedenza) era ritenuto il materiale più adatto. Solo che il manto deve essere steso — secondo quanto hanno spiegato alcuni esperti — ad una temperatura di 120 gradi per avere un consolidamento sufficientemente rapido. Pare che invece l'asfalto sia stato posato a temperatura più bassa per cui il periodo richiesto per un indurimento idoneo doveva essere più lungo. Quando le 26 vetture di Formula 1 da quasi 1000 cavalli l'una sono entrate in pista, nelle zone più sollecitate del tracciato la strada di è sbriciolata. A questo punto sarebbe stato necessario intervenire con rapidità, sospendendo le prove per lavorare sulle curve. A Dallas lo scorso anno gli americani ripararono alla meglio la loro pista con cemento a presa rapida. A Francorchamps, invece, non è stato fatto quasi nulla. I commissari di percorso si sono limitati a spazzare t detriti ai limiti del circuito. DAL NOSTRO INVIATO FRANCORCHAMPS — Ieri alle 10,30, due ore prima che le monoposto di Formula 3000 entrassero nel circuito per mezz'ora di prove libere, sulla pista c'erano ancora del mezzi speciali che stendevano un manto d'asfalto nelle curve più deteriorate nei giorni precedenti. La questione della sistemazione del tracciato è destinata a suscitare ancora polemiche e certamente avrà stasclchl giudiziari. La Federazione del costruttori potrebbe chiedere i danni per il mancato guadagno, gli organizzatori denunciare le imprese che hanno provveduto al lavoro, la Federazione automobilistica incolpare l'Automobile Club del Belgio di incapacità e così via. I regolamenti per la Formula 1 parlano chiaro. La Fisa deve ispezionare gli impianti e omologarli ogni volta sei settimane prima della data prevista per la corsa. Nel periodo successivo, sino al giorno della gara, organizzatori e promotori fi primi sono generalmente gli A.C. locali, l secondi i finanziatori della manifestazione) debbono garantire l'efficienza totale del circuiti. Ma a Francorchamps cosa è successo? Quando arrivò in marzo Derek Ongaro, delegato tecnico della Fisa, gli fu detto che l'asfalto sarebbe stato completamente rifatto non appena le condizioni meteorologiche lo avrebbero consentito (allora c'era ancora neve nella zona). In sostanza i lavori sono cominciati due settimane fa e finiti giovedì scorso. Per la ricostruzione della pista è stato utilizzato un materiale speciale che si chiama Rubberasphalt, composto di ghiaia ed una miscela di gomma e bitume. Essendo la zona di Spa-Francorchamps soggetta a frequenti cadute di pioggia e Lauda (con Prost) ha guidato la protesta a si congeda con l'incomprensibile decisione di escludere Morandotti

Persone citate: Derek Ongaro, Lauda, Morandotti, Prost

Luoghi citati: Belgio, Francorchamps