Saronni fra i due litiganti

Al Giro, Moser non molla e «zio» Hinault comanda Al Giro, Moser non molla e «zio» Hinault comanda Saronni fra i due litiganti Ha vinto lo sprint d dal nostro Inviato GIAN PAOLO ORMEZZANO CECINA — Il 68° Giro d'Italia, per decidere e decidersi, ha ancora sei giorni di ciclismo pedalato e uno, il riposo di domani a Monza, di ciclismo pensato, trattato, caso mai venduto e comprato, in senso di alleanze. La tappa è stata vinta da Saronni. La maglia rosa è del francese Bernard Hinault, che per come amministra patriarcalmente e intanto severamente le cose sue e degli altri, è chiamato nel gruppo «zio Bernardo». Al secondo posto in classifica, staccato di l'25", c'è l'italiano Visentini, che nel sole sta curandosi una leggera bronchite: ma non pare un vincente, anche se non appare mai come un perdente. Al terzo posto, c'è l'italiano Moser, che secondo il professor Conconi, suo scienziato personale, può fare il miracolo di rivincere, a 34 anni e nonostante la presenza del fuoriclasse francese, 11 Giro d'Italia. Fra Hinault e Moser ci sono, oltre a Visentini, l'35". Nel residuo programma, le montagne che Moser non ama sono poche, e con strade cosi belle che possono trasformarle in scale mobili, e insomma non sembrano poter decidere nulla. I chilometri a cronometro sono 48, all'ultimo giorno, 9 giugno, dal Lido di Camaiore a Lucca. Quando Hinault ha preso la maglia rosa a Visentini. proprio con la frazione a cronometro, ha dato 53" a Moser. Teoricamente per Moser non i Cecina - Il sole aiuta Visentini a guarire la bronchite e a sperare ci sarebbe più nulla da fare. Però teoricamente Moser non doveva vincere il Giro d'Italia 1984, con Fignon, un Hinault giovane, in maglia rosa all'ultimo giorno. Sperare non è obbligatorio, non è doveroso, forse non è neppure intelligente. Però è possibile, è lecito. Se non altro per non annoiarci. Moser stesso sta sperando e sta alimentando speranze: venerdì e sabato, con abbuoni e scattini nel finale, ha preso 26" a Hinault. Anche ieri, da Perugia a Cecina, ci ha provato: sesto nella volata vinta da Saronni ma da lui «cercata» fino a un paio di chilometri dalla fine. Hinault ha detto che questo Moser da abbuoni è un Moser che non crede profondamente in se stesso capace di una grossa azione risolutrice. Se anche cosi fosse, niente di brutto. Caso mal una sfaccettatura in più, umile e valida, nel personaggio di Moser, che non sapendosi fulmine di guerra cerca di essere scintilla di guerriglia. In settimana avremo probabilmente un Moser vivissimo ma non premiatisslmo. E un Hinault attentissimo ma non ragionieristico. Avremo cioè un bel finale di Giro d'Italia. Hinault dice che, in maglia rosa, si sente più amato o meno odiato. Moser è atteso non a distruggere lo straniero, ma a battere, se possibile, un campione. Partendo da questa premessa: che finire secondo dietro un grande Hinault è, per un trentaquattrenne satollo, cosa grande. Battere Hinault sembra impossibile. La terzultima giornata del campionato di serie B, che doveva chiarire definitivamente la situazione della testa, ha viceversa reso più incerta la volata verso la promozione che coinvolge sempre di più cinque squadre: il Perugia, l'unica compagine che sembrava ormai tagliata fuori, è stata invece la sola a vincere reinserendosi nell'alta classifica. Le altre quattro si sono bloccate sul pareggio, che è prezioso soltanto per il Lecce, impegnato in casa della Triestina, una concorrente diretta. Il gruppetto guidato dal Pisa, seguito da Lecce, Triestina, Cecina. Saronni conquista il secondo successo allo sprint