Il Piemonte non cresce Continua il lento declino

Le proiezioni sul destino della popolazione Le proiezioni sul destino della popolazione Il Piemonte non cresce Continua il lento declino Tra quattro anni più numerose deg Il Piemonte non cresce più. Tra quattro anni avrà quasi centomila abitanti In meno. Rispetto agli anni scorsi, comunque, il peggio è passato. Lo dicono le prime proiezioni sul destino della popolazione. I diagrammi dell'Ires, l'istituto ricerche economico-sociali della regione, disegnano lo scenario possibile del 1989 e regalano le ultime sorprese su come, dove, quando camblerà, il volto della regione. Già nell'86 si scenderà sotto la soglia minima di quattro milioni e quattrocentomila persone. La diminuzione alla fine degli «Anni Ottanta» sarà di almeno 83.000 unità, con un «taglio» del due per cento. Le cifre nascono da un calcolo complesso che coniuga i gruppi possibili di nati, morti, iscritti e cancellati dai registri dell'anagrafe, li confronta con tutti i fenomeni che condizionano e cadenzano crescite o diminuzioni di paesi e città e sforna le stime con le quali dovranno confrontarsi le giunte che vanno nascendo in 1209 Comuni. Il «declino» non è una novità. E' un fenomeno cominciato sul finire del «settanta», proseguito Ininterrottamente tra l'81 e l'83, dovuto in larga misura alla brusca frenata delle nascite, alla crescita del numero dei decessi, allo stop delle bibliche ondate migratorie del «boom» economico. Le donne già oggi sono più numerose degli uomini. Sarà cosi anche domani nella ormai breve marcia verso il Duemila. Ma continuerà anche il processo d'invecchiamento. Dall'81 all'83 i bambini sotto 1 cinque anni sono diminuiti del quattro per cento circa come quelli tra i 6 e i 19. Si è mantenuto stabile invece il nucleo di persone dai 20 ai 59 anni. E' cresciuto quello degli ultrasessantenni. »L'alta natalità degli Anni Sessanta spiega le preseme relativamente alte — scrivono i ricercatori — nella fascia tra i 15 e i 24, con conseguenti difficoltà sul mercato del lavoro-. Verso il centomila abitanti in li uomini - Il processo 90, tuttavia, il drammatico problema della disoccupazione giovanile dovrebbe essere, almeno in parte, anche ridimensionato dall'arrivo sul mercato del lavoro dell'onda lunga della bassa natalità. Cosa cambia allora? Intanto 11 trend decrescente delle nascite sembra essersi di fatto esaurito. Il numero dei nati che nell'83 è tornato ad imboccare una strada abbandonata parecchio tempo fa dovrebbe passare entro 1*86 Utensili ad alta velocità Convegno all'Unione Industriale sulle «Lavorazioni d'utensile ad alta velocità» organizzato dall'Associazione tecnica dell'automobile, dal Cner e dal Politecnico sotto il patrocinio della Fondazione Agnelli. L'Introduzione è del presidente dell'Anima, Aldo Ravaioli, del presidente dell'Ala e del Centro ricerche Fiat, ing. Carlo Eugenio Rossi, del rettore del Politecnico prof. Stragiotti, del direttore del Progetto finalizzato «Tecnologie meccaniche» del Cnr prof. Jovine e dell'amministratore delegato della Coniai! Cantarella. • Club Turati • Stasera alle 21, nella sede di via Accademia delle Scienze 7, presentazione del dossier, a cura della rivista «Mondoperaio», su «Un programma per Torino: obiettivo tecnometropoli». Partecipano al dibattito il direttore della rivista Pellicani, il sindaco Cardetti, il sottosegretario Francesco Forte, il sociologo Gallino, Marziano Marzano, il preside di Architettura Malleoli. Presiede Giuseppe Garesio, segretario del Turati • Gruppo dirigenti Fiat Per gli incontri del lunedi, stasera alle 21, presso l'Unione Industriale, i docenti universitari Barberi Squarotti e Jacomuzzi presentano la raccolta di poesie di Liana De Luca «Mediterranee», edita da Cappelli. meno - I^e donne d'invecchiamento dai 36 mila di oggi a 37 mila unità per sfiorare poi nell'89 quota quarantamila. Questa esplosione controllata è dovuta al fatto che 1 figli del «baby-boom» degli Anni Sessanta sono ora quasi tutti sposati o comunque ingrossano la fascia di età tra i 19 e i 29 anni. Naturale, quindi, prevedere un mini-aumento delle nascite. La «volata» si esaurirà però già sul finire degli «Anni Novanta» non appena questo gruppo particolarmente numeroso di popolazione si sarà avviato verso (anzi oltre) la maturità. Non solo ci saranno più bambini, si vivrà anche di più. Infatti il numero del morti dovrebbe navigare verso l'89 con un meno due per cento. Sembra una contraddizione piuttosto evidente con il progressivo invecchiamento dei piemontesi. Non è cosi. Basta osservare con attenzione la struttura per età della popolazione. Dall'83 in poi la classe d'età più esposta è quella dai 65 al 68 anni, quella cioè già ampiamente impoverita dalle chiamate alle armi della prima guerra mondiale. Ovvio quindi che essendo povera di popolazione questa fascia di età abbassa il numero dei decessi ri' spetto ai periodi normali. Si modificherà anche il panorama migratorio. Le prole zloni indicano oltre diecimila arrivi in più in pochi anni e una contrazione di quelli che se ne vanno verso altre regioni. Il conto finale, di conseguenza, segnala un netto capovolgimento: da -5754 di due anni fa a + 5582 dell'89. In definitiva gli unici comprensori nei quali nei prossimi anni il numero degli abitanti aumenterà sono quelli di Novara. Ivrea, Pinerolo, Alba-Bra, Savigliano-Fossano, Cuneo. In tutti gli altri i conti finali saranno preceduti dal meno: da Verbania a Mondovl, da Borgosesla ad Alessandria, da Biella ad Asti, da Torino a Vercelli o Casale. g. m. r,