L'America è sotto choc Bush li credeva in Siria

L'America è sotto choc Bush li credeva in Siria L'America è sotto choc Bush li credeva in Siria Entusiasmo, poi silenzio stampa - Reagan: Continuiamo a lavorare - Casa Bianca tempestata di telefonate DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — -Contlnuiamo a lavorare per il rilascio degli ostaggi-. Con queste parole, alle 18 circa di ieri, aprendo il proprio discorso radiofonico del sabato, il presidente Reagan ha rotto 11 silenzio stampa reimposto per tutta la giornata, dopo il drammatico rinvio della partenza del passeggeri della Twa alla volta di Damasco. Neppure Reagan. tuttavia, ha voluto fare ipotesi sulla soluzione della crisi, né discutere del motivi deW'tmpasse a Beirut. Il presidente è subito passato a un altro tema, la lotta contro lo spionaggio sovietico negli Stati Uniti e nella Nato. Ha lasciato a funzionari ano¬ nimi del Dipartimento di Stato e della Casa Bianca 11 compito di lenire gli animi di un'America In tensione, insonne da venerdì notte, quando la liberazione degli ostaggi sembrava questione di ore. 'Il piano siriano rimane in vigore- hanno dichiarato In privato i funzionari, «non è una svolta per il peggio-, E' parso chiaro che il ritardo nel rilascio degli americani a Beirut ha colto Washington di sorpresa. Per due ore circa, la notte di venerdì, 1 passeggeri della Twa avevano parlato alla televisione, a cena all'hotel Summerland, sulla spiaggia libanese, insieme coi loro carcerieri, dlcen-' do di essere in procinto di partire per Damasco. All'alba, 11 portavoce della Casa Bianca 8peakes aveva rilasciato una dichiarazione ottimistica: -Abbiamo notUrla che gli ostaggi sono saliti sul pullman sotto la scorta della Croce Rossa e dei siriani-, aveva riferito. In tutti gli Stati Uniti si era creata un'atmosfera di euforia, e ieri mattina la gente era corsa ad acquistare 1 giornali: -SI prevede che l passeggeri saranno liberati oggi in Siria-, scriveva a caratteri cubitali il New York Times. Il vicepresidente Bush, da Ginevra, ieri mattina aveva addirittura rilasciato una lunga dichiarazione dando per trasferiti a Damasco gli ostaggi: «La perseveranza e la totale determinazione del Presidente sono stati t fattori principali che hanno reso possibile a questa drammatica Vicenda di avvicinarsi alla conclusione-. Bush aveva inoltre rinviato la sua partenza per Parigi nell'attesa di incontrare a Francoforte gli ostaggi E' stata la reimpostatone del silenzio stampa, decretata dal presidente Reagan, a indicare che si era formato un intoppo a Beirut. Col passare delle ore, la situazione si è fatta più confusa. Per la quinta giornata consecutiva, Ieri pomeriggio Reagan ha convocato alla Casa Bianca il consigliere McFarlane, 11 segretario di Stato Shultz. 11 ministro della Difesa Welnberger, il direttore della Cla Casey, il capo di stato maggiore delle forze armate generale.Vessey. Il centralino telefonico era tenuto sotto assedio dai familiari degli ostaggi, ora angosciati ora irritati dal durissimo discorso pronunciato dal Presidente venerdì pomeriggio nciriilinols, in cui aveva definito 1 dirottatori -delinquenti, barbari c assassini:. £ ' 0. Va.

Persone citate: Bush, Reagan, Shultz