II ministero sfida la mafia talabrese di Enzo Laganà

II ministero sfida la mafia talabrese Proposto di sospendere la decorrenza dei termini se proseguirà il blocco al processo di Palmi II ministero sfida la mafia talabrese «Anche se scadrà il periodo, gli uomini del clan Piromalli resteranno in carcere» - 114 avvocati d'ufficio hanno disertato l'aula DAL NOSTRO CORRISPONDENTE REGOIO CALABRIA — Il ministero di Grazia e Giustizia sfida l'arroganza della mafia calabrese. Come? Prevale un orientamento: presentare al Consiglio dei ministri un provvedimento che preveda la sospensione dei termini di carcerazione preventiva per gli imputati del processo contro il clan mafioso Piromalìl, a Palmi. Quel processo, ancora bloccato per la mancanza di avvocati d'ufficio, non presentatisi in aula a causa delle minacce mafiose esercitate su di loro. La proposta del ministero è annunciata in un comunicato in cui si afferma che «non può essere subita una sfida die pretende di mettere in ginocchio lo Stato inducendo una obliqua distorsione delle regole processuali e dei diritti di garanzia-. E precisa che -si sta elaborando un'adeguata proposta d'intervento legislativo-, nel senso di assicurare la permanenza in carcere, anche se scadessero i termini della carcerazione preventiva, degli imputati fino a che non si riesca a celebrare il processo a loro carico. La sortita del ministero giunge nel momento di maggiore tensione a Palmi. Con gli avvocati terrorizzati dai mafiosi e i giudici impegnati a portare avanti l'importante processo. Cosa dicono i difensori nel mirino della mafia? 'Meglio una condanna a sci mesi con la condizionale, anziché un bellissimo funerale con un'ipocrita commemorazione-, ha dichiarato senza veli, pur manifestando 11 desiderio di riservatezza sul suo nome, uno dei 114 avvocati che la Corte di assise di Palmi ha nominato d'ufficio. Come tutti 1 suoi colleghi ha rifiutato la nomina per il -terrorismo mafioso- (cosi lo ha definito il procuratore della Repubblica. Tuccio), che attanaglia da più mesi questo processo. Solo gli avvocati Bovi ed Alessi hanno riferito pubblicamente di essere stati minacciati -naturalmente da ignoti-; tutti gli altri hanno avanzato le scuse più disparate: «Siccome sono sindaco...-, oppure «Non ho mai svolto, per scelta di vita e di cultura...-, e poi .Sono onora¬ to della nomina ma non ho mai patrocinato in Corte di assise-, fino a chi (avvocato Baletta) si è dichiarato «obiettore di coscienza-. Di fronte a questi rifiuti la Corte di assise ha nominato un collegio di difesa composto da penalisti di altri fori e soprattutto da avvocati che ricoprono nella zona anche l'incarico di vicepretorl onorari «giacché da tale funzione conseguono doveri particolari...-. «Se questo processo salta, tutto sarà possibile a Palmi-, è stata quasi la parola d'ordine e cosi la stessa Corte d'assise, quella di appello, la Cassazione, hanno sempre intimato la prosecuzione. Nell'udienza del 13 giugno scorso, quando già si profilava la conclusione della fase dibattimentale, uno dei difensori ha avuto un battibecco con il pentito Pino Scriva che lo ha minacciato con un -se non •ero dentro ti staccavo la testa-. E' stato quasi un segnale: uno del principali imputati. Teodoro Crea, ha dato il via alle ricusazioni dei difensori che hanno abbandonato cosi il processo. La Corte li ha reinvestiti del mandato con scarso successo ed anzi — a causa della presunta accusa di cialtroneria da parte del pm — l'intera classe forense lia proclamato uno sciopero •ma — come ha rilevato l'avvocato Nadia Aleccl, patrono di parte civile — i miei colleghi di Palmi continuano tranquillamente ad essere presenti in altre aule gluaizlarie-. La prossima udienza è stata fissata per il primo luglio dal presidente Mannino che non ha voluto fare dichiara¬ zioni, anche perché per averne fatta una nei mesi scorsi si è visto ricusare. Chi invece ha risposto alla domanda: «Perché si registra questa tattica- è stato il procuratore capo dottor Tuccio: «E' semplice. Chi tira le fila della vicenda vuol far coincidere tre grossi processi alla mafia della piana di Gioia Tauro. Si l'uole, cioè, che questo processo (45 detenuti) con quello in corso alla seconda sezione di assise (65 detenuti) procedano fino al 10-ottobre quando inizierà un terzo processo a Vibo Valentia (oltre 100 detenuti). Gli imputati sono sempre gli stessi per cui sarà abbastanza difficile gestire tre processi contemporaneamente. Anzi sarà impossìbile per una serie di motivazioni. Si potrebbero cosi aprire le patrie galere per tanta gente-. Enzo Laganà

Persone citate: Alessi, Bovi, Mannino, Nadia Aleccl, Pino Scriva, Piromalli, Teodoro Crea, Tuccio

Luoghi citati: Gioia Tauro, Palmi, Regoio Calabria, Vibo Valentia