Il made in Italy si appella al Congresso Usa Andriessen tratta con gli uomini di Reagan

Il made in Italy si appella al Congresso Usa Andriessen tratta con gli uomini di Reagan PROTEZIONISMO / La diplomazia al lavoro per evitare una guerra commerciale Il made in Italy si appella al Congresso Usa Andriessen tratta con gli uomini di Reagan ROMA — Pasta, vino, prodotti tessili, calzature. Le imprese italiane che esportano negli Stati Uniti stanno organizzando una linea di difesa contro l'ondata di protezionismo americano. Il primo luglio prossimo la Camera di commercio italo-americana depositerà al congresso degli Stati Uniti una «memoria» in cui saranno esposte le ragioni degli esportatori italiani. Per dare più credito alla iniziatici, promotori figureranno non tanto gli operatori italiani, quanto gli statunitensi che importano merci dall'Italia. «E' una procedura tipicamente americana — ha spiegato ieri James Lundquist, presidente della Camera di commercio italo-americana — per cui l'azione di alcune lobby che chiedono un intervento amministrativo su un certo problema vengono regolarmente contrastate dalle lobby con gli interessi contrapposti». Alla fine però spetta sempre alla amministrazione prendere decisioni in tema di contingentamento dei quantitativi da importare (come chiedono gli industriali tessili e calzaturieri Usa) o di innalzamento dei dazi doganali (come hanno appena ottenuto 1 produttori americani di pasta). L'iniziativa è stata annunciata alla conclusione della «Convention 1985» della Camera di commercio italo-americana, che si è tenuta a Milano promossa dalla Camera di commercio di Milano, dall'Unioncamere e dal Mediocredito Lombardo. «In due giorni di lavoro — ha detto il preslden- te della Camera di commercio di Milano Piero Bassetti — si sono tenuti oltre 400 incontri d'affari tra 50 operatori sta- tunitensi e un centinaio di operatori italiani». Una schiarita intanto, sul fronte dei dazi, è venuta ieri da Washington. Dopo aver incontrato il segretario all'agricoltura John Block, il segretario di Stato George Shultz ed altri dirigenti del governo americano, Frans Andriessen, della commissione europea, ha dichiarato di ritenere che esiste ancora uno spazio utile per trattare ed evitare che scattino 1 dazi aggiuntivi sulla pasta decisi la scorsa settimana da Reagan. «Ancora non siamo alla guerra, stiamo ancora trattando», ha detto Andriessen, aggiungendo, comunque, che se 1 nuovi dazi entrano in vigore, come previsto, il 5 luglio, le misure di ritorsione decisa dagli europei, colpendo con maggiori dazi l'export di limoni e di noci americane, scatteranno a loro volta nel giro di qualche giorno, intorno all'8 luglio. Ronald Reagan visto da Levine (Copyright N.Y. ftevlew ot Books, Opera Mundi e per l'Italia .La Stampa.)