Flaubert la strategia della fuga di Oreste Del Buono

Flaubert, la strategia della fuga BREVE VIAGGIO ATTRAVERSO UN SECOLO DI LETTERE D'AMORE Flaubert, la strategia della fuga Quando conobbe la poetessa Louise Colet, di oltre dieci anni più anziana, era ancora un ragazzo - Sin dai primi approcci ebbe paura dell'invadenza di lei e le sue lettere sembrano un manuale per abili ritirate verso il baluardo della Madre - Si servì della donna per «Madame Bovary», lei gli scrisse contro due romanzi e qualche poesia Per l'esattezza, il secolo di lettere d'amore che l'editoria italiana mette a disposizione è piuttosto abbondante. Si va, in/atti, dal 1846-1848 delle Lettere a Louise Colet di Gustave Flaubert (Feltrinelli) al 1897-1926 dell'Epistolario Rainer Maria Rllke-Lou Andreas Salame (La Tartaruga edizioni) al 1915-1930 delle Lettere di Vladimir Majakovskij-Lili Brik (Mondadori) al 1901-1930 di Lettere alla madre di Paul Léautaud (Feltrinelli) al 1926-1963 delle Lettere al Castoro e ad alcune altre di Jean-Paul Sartre (di prossima pubblicazione da Garzanti). Le lettere d'amore meritano davvero tanta attenzione? André Gide pianse per una settimana nel 1917, quando sua moglie, la malcapitata e virtuosa Madelelne Rondeaux, gli annunciò che, avendo scoperto le sue inclinazioni omosessuali da una lettera casualmente aperta mentre lui si trovava a Londra con il giovane Marc Allégre t, aveva stracciato e bruciato Unterà corrispondenza ricevuta da un marito così traditore. A Gide dispiacque certamente che la moglie soffrisse tanto, lui l'aveva sposata nella speranza di mettere un poco di normalità di facciata nella sua vita, ma anche nella convinzione che le donne non potessero nutrire appetiti sessuali, che questi fossero appannaggio esclusivamente maschile. Gli dispiacque, comunque, molto di più che lei avesse distrutto le sue lettere d'amore che lui considerava tra le pagine migliori mai scritte. E anche la moglie, evidentemente, le riteneva tali se, nel dichiarargli quanto aveva fatto, aveva specificato che, prima di stracciarle e bruciarle, aveva riletto una per una, quelle lettere. Durante la settimana di lacrime, Gide pensò addirittura al suicidio. Poi, invece, smise di piangere. La moglie si ritirò dal mondo, dato che, in fin dei conti, la lettera aperta.per caso era di un amico comune, .si confinò nella casa di campagna di Cuverville, cercando di invecchiare il più presto possìbile. E Gide si ritrovò come un vedovo, con un'accresciuta libertà. Ma ogni tanto lidea del capolavoro perduto tornò ad angustiarlo. Una perdita irreparabile. Si deve, dunque, dar credito a Gide quando proprio a proposito di Flaubert sostiene: «Se l'opera intera di Flaubert dovesse essere messa su un piatto della bilancia, la sola Corrispondenza, gettata sull'altro, la supererebbe in peso; e, se mi fosse permesso conservare solo runa o l'altra, io sceglierei quest'ultima Le Lettere a Louise Colet, pubblicate da Feltrinelli a cura dell'attenta e perspicace Maria Teresa Giaverì tono una scheggia del monumentale epistolario flaubertlano, e concernono appena il primo, e forse piti esemplare, periodo del tormentato amore tra il futuro autore di Madame Bovary e la Musa già coronata dai premi di poesia dell'Académie Frangaise. Tra loro due oltre questo periodo 1846-1848, ci sarà anche un periodo 1851-1855. Una ripresa per conoscere il peggio. Tormentato amore? Non solo tormentato, direi anche: catastrofico. Ma forse è un'esagerazione. Sopravvissero comunque tutt'e due alla seconda come alla prima rottura. Le lettere di Colet sono andate perdute, ma lei ci ha comunque tramandato quanto ne ha scritto su gazzette e in libri. Il rapporto nacque subito difficile e non tanto per la differenza d'età, non tanto perché lei aveva trentasei anni e già una bella carriera amorosa e letteraria alle spalle, mentre lui, di anni, ne aveva venticinque, ed era più o meno debuttante in tutto. Del resto, un divario di almeno dieci anni d'età è costante tra Flaubert eUe'tsue donne importanti. Un dieci anni di più di lui aveva la sua donna ideale, Elisa Schléstnger, e un dieci anni di più di lui aveva la sua bella iniziatrice, Eulalie Foucaud de Langlade. Logico, dunque, che un dieci anni piti di lui avesse Louise Colet, a detta di Flaubert «la sola donna che ho amato e che ho avuto». Il problema è per quanto tempo l'abbia amata e l'ab- bia avuta, dato che già la prima lettera della raccolta in presumibile data 4-5 agosto 1846, Crolsset, pur nella vistosa sensualità, confessa un certo disagio maschile: «Dodici ore fa eravamo ancora insieme. Ieri a quest'ora ti tenevo fra le braccia... ricordi?... Come è già lontano! Adesso la notte è calda e dolce; sento fremere al vento la grande pianta di tulipani che è sotto la mia finestra e, quando alzo la testa, vedo la luna specchiarsi nel fiume. Le tue pantofoline sono 11, mentre scrivo, le ho sotto gli occhi, le guardo. Ho appena messo via, solo e sotto chiave, tutto quello che mi hai dato Per la verità, oltre l'amore, lei gli aveva dato molto, troppo. E, infatti, quando poi scrisse Madame Bovary, Flaubert affibbiò a uno degli ornanti dell'inquieta Emma, la stessa sua preoccupata sazietà di allora. Rodolphe si irritò per l'abbondanza di doni che troviamo già elencati più o meno nelle lettere, dal foulard al ritratto, al fazeoletto da tasca maculato da pallide goccioline di sangue, al sigillo con il motto Amor nel Cor che non solo voleva attestare la passione di una poetessa, ma anche la cultura linguistica che la contraddiétingueva. In queste lettere si sente crescere la diffidenza, l'antipatia, l'ostilità di Flaubert per il futuro personaggio che 10 avrebbe reso famoso. Tra le varie ispiratrici dì Emma, insomma, non ci sono unicamente mezzecalze borghesi o semicontadine, ma pure una plurilaureata dall'Académle Frangaise. Le Lettere a Louise Colet, 11 contrario nella loro mossa imprevedibilità della rigorosa prosa romanzesca di Flaubert, possono essere assunte come un autentico manuale di strategia amorosa. A Flaubert non interessava vincere, interessava mantener le distanze, se non fuggire. Troviamo subito la contrapposizione dell'esigenze della madre come istituto alle pretese dell'amante. Colet aveva un marito, un amico, una figlia, ma lui, Flaubert, aveva la Madre, e la faceva valere. Alla stazione «Alla stazione mi aspettava mia madre. Ha pianto vedendomi tornare. Tu hai pianto vedendomi partire. La nostra condizione è dunque cosi miserabile che non possiamo spostarci da un luogo senza che ciò costi lacrime da tutt'e due le parti! E' di un grottesco ben triste. Qui ho ritrovato i prati verdi, gli alberi alti e l'acqua che scorre come quando sono partito. I miei libri sono aperti alla stessa pagina E qui, con l'accenno alle letture non proseguite su questi libri (restati) aperti alla stessa pagina, si insinua la ne-, cessità di non cèdere troppo al dispotismo della passione altrui. L'amore fa perder tempo e vigore. Oltre alla Madre, Flaubert ha l'Arte da servire. «Sono a pezzi, Inebetito, come dopo una lunga orgia, mi annoio da morire. Ho un vuoto inaudito dentro al cuore, io che ero cosi calmo, cosi fiero della mia serenità, io che lavoravo dalla mattina alla sera con un rigore inflessibile, non posso leggere né pensare né scrivere. Il tuo amore mi ha reso triste. Vedo che soffri, prevedo che ti farò soffrire. Vorrei non averti mal conosciuta Quando aveva conosciuta Colet, Flaubert era ancora molto bello. Aveva la pelle bianca appena rosata sulle guance, lunghi capelli fini e svolazzanti, una folta barba dorata. E due occhi enormi verde mare. Colet non aveva più la vita sottile, ma era ancora ben disegnata, elegante. Splendevano in lei il bel seno, il collo fascinoso, le meravigliose, irresistibili spalle. Scaramucce Aveva una capigliatura castana nostalgica di una biondezza infantile cesellata ogni giorno dal parrucchiere, gli occhi azzurro cupo stupendi, il naso incantevole, la bocca piccola e fresca, dotata di .un sorriso ingenuo. Almeno cosi sostengono ' per' lui l'amico Maxime Du Camp nei Souvenirs littéraires e per lei Colet stessa in Memento. Durante le acri scaramucce, lei per impadronirsi di lui, lui per conservarsi indipendente da lei cambiarono tutt'e due, ma non per opporsi alla tentazione del disamore. Non era una tentazione, era una vocazione. Flaubert fece in tempo a cominciare ad assumere l'aspetto bolso e bovino della maturità, e Colet a infrollirsi e a inacidirsi, quella piccola bocca smarrì freschezza e in- ' genuità, conquistò le rughe dell'amarezza. La lettura della Madame Bovary, soprattutto quel passo relativo al dono del sigillo Amor nel Cor di Emma a Rodolphe, fece infuriare Colet che reagì con prose e poesie. Era di moda allora scriversi addosso, ogni relazione amorosa incrementava la produzione narrativa. Nel solo 1859 apparvero Elle et lui di George Sand dedicato al suo amore per Alfred de Musset, Lui et elle di Paul de Musset, fratello di Alfred sullo stesso argomento, e, infine. Lui di Louise Colet in cui accanto alla coppia Musset-Sand figurava il trio Musset-Colet-Flaubert. Certi critici ne andarono pazzi e immaginarono il seguito di 'quei titoli, Eux, eux et elles, histoire d'un scandalo ed Eux broulllés. Tutti i gusti son gusti. Dopo la pubblicazione di Lui, il secondo romanzo scrittogli contro da Colet, Flaubert confidò a un'amica, la scrittrice Amelie Bosquet: «La mia relazione con Madame Colet non mi ha lasciato alcuna "ferita" nell'accezione sentimentale e profonda della parola; è piuttosto il ricordo (e tuttora la sensazione) di una lunghissima irritazione. Il suo libro è stato il colpo di grazia. Aggiungetevi 1 commenti, le domande, le battute, le allusioni di cui sono oggetto da quando la suddetta opera è stata pubblicata... Eppure non credo di essere Ipocrita né artefatto. Non conta! Mi giudicano sempre in modo sbagliato. Colpa di chi? Proprio mia? Sono più elegiaco di quanto si creda, ma sconto il fat^-o di.essere alto cinque piedi' e otto pollici e di avere. faccia .rubiconda. Sono ancora timido come un adolescente e capace di conservare nei cassetti del mazzolai di fiori appassiti...». Comunque, per prudenza, le lettere a Colet non le firmò, mai e mai le datò neppure con precisione. Si limitava a scrivere in testa che giorno della settimana era, e qualche volta che ora era della giornata. Oreste del Buono Flaubert ritratto da Delaunay al tempo dell'amore per Louise Louise Colet con la figlia in un ritratto di Adele Grasset

Luoghi citati: Londra