Via Roma autostrada urbana di Renato Rizzo

Via Roma autostrada urbana Grido d'allarme dei commercianti e della civica amministrazione Via Roma autostrada urbana Dice l'assessore Dondona: «Rumore e smog la fanno da padroni, bisogna provvedere» - Preoccupazione per i negozi caratteristici che se ne vanno - La Marus lascia i locali a una paninoteca e a una banca - L'associazione di categoria: «Manteniamo puliti i portici con grande sacrifìcio, ma quando funzionerà il fast food le cartacce ci sommergeranno» .11 problema fondamentale è, secondo me, questo: Torino non ha saputo creare un vero effetto-città al di fuori del proprio cuore storico. E cosi succede che il centro è la "vetrina". E così succede che la maggioranza della gente va in centro come tutto il paese, la domenica, va in piazza Partendo da queste premesse sbagliate non possono che derivare conseguenze altrettanto sbagliate-. L'assessore all'urbanistica e all'arredo urbano, avv. Dondona, inquadra in quest'Immagine il progressivo • decadimento- di via Roma che sta vivendo un ginepraio di problemi urbanistici e polemiche commerciali. La via è sempre più .autostrada urbana* con conseguente incremento del rumore e dello smog: •/ portici a Torino sono nati come teatro di passeggio, luogo di conversazione: oggi, specie in questa strada e in via Po, se non urli, il tuo vicino rischia di non sentirti. E non parliamo dell'inquinamento: due mesi fa abbiamo fatto pulire le lampade e sono, ormai, nuovamente nere*. Un grido a cui l'assessore attende risposta anche da enti e associazioni private: •Si tratta di ricostruire una coscienza cittadina, di rendersi conto che il bene di Torino dev'essere anche interesse di banche e altre istituzioni. E si tratta di reagire, localmente, a certi progetti die, di fatto, rallentano il restauro o il mantenimento in vita di beni storici e ambientali». Il riferimento è alla difficile adesione alla legge 512 che, tra l'altro, consentirebbe la deduzione di certi oneri fiscali da parte di chi Investa denaro nel restauro di monumenti o complessi significativi quanto a valore storico. 'Chiaro, però, che, se uno propone di impegnare i propri soldi in un'impresa simile, occorre consentirgli d'intervenire su un bene da lui stesso individuato, non dirgli "Dammi il denaro che a dove investirlo pensiamo noi"". Queste affermazioni fanno da cornice ad un altro «grido*: quello che arriva dai commercianti di via Roma i quali, tramite la loro associazione, manifestano •disappunto e accorato stupore* per il decadiménto dèlia strada riferendosi alla non ancora attuata trasformazione in fast-food del ristorante Cavai 'd brons, e all'ormai imminente arrivo d'un altro fastfood e d'una banca al posto del negozio Marus. «Non si tratta — osservano il presidente in carica e il presidente onorario dell'Associazione. Alfredo La Penna e Maria Luisa Rossi — di prese di posizione legate ad una mentalità snobistica o di retroguar¬ dia. Al contrario: è voglia di lottare per difendere il centro nella sua integrità ambientale evitando che l'eleganza e l'austerità tradizionali siano stravolti*. E aggiungono: • Questo non solo, o non tanto, perché il tipo di attività commerciali di cui si parla, poco si concilino con il carattere di questa zona. Soprattutto perché "fast-food\ significa gente, auto, carta gettata a terra (e ne abbiamo dimostrazioni neppur troppo lontane da quell'angolo). Via Roma non è in grado, quanto a strutture, di reggere un peso simile: dov'è, ad esem¬ pio, un parcheggio in questa zona? Significa che i tanti avventori posteggeranno auto e moto una sull'altra? E la pulizia? Oggi l'Associazione se ne fa carico con una spesa considerevole e via Roma è linda. Sarà così anche domani? Questi problemi ce li poniamo prima come cittadini, poi come negozianti*. Ecco via Roma come biglietto di visita della città, via Roma come .pedigree pubblicitario, o, per usare l'espressione di Dondona, via Roma .piazza del paese*: .C'è la corsa ad insediarsi nonostante gli alti prezzi d'affitto. E se siaino preoccupati per l'oggi, ancor più lo siamo per il domani. Chi prenderà il posto dell'antiquario Doro in piazza S. Carlo? Chi quello della Fiat se, come pare, l'azienda vuole lasciare il proprio Salone all'angolo con via Soleri?*. E la Marus? L'unica cosa certa in questo vespaio di polemiche è la sua chiusura: .Un'attività come questa, realizzata in base ad una cqncezione di vendita Anni 60' non ha più ragione di esistere* osservano al Gruppo Finanziario Tessile. E' la malinconica fine (cui seguirà, probabilmente, quella della rivendita di piazza Statuto) d'un negozio che Torino ricorderà per sempre, più che per le vetrine e gli addobbi e i modelli, per una- tragedia nata in un pigro pomeriggio d'estate: il 18 agosto del '71 quando un incendio lo colpi bruciando due vite e devastandone i locali. Renato Rizzo La Marus ha già lasciato il negozio di via Roma: arriveranno una banca e una paninoteca

Persone citate: Alfredo La Penna, Dondona, Maria Luisa Rossi

Luoghi citati: Torino