Craxi a Bush: revocate i dazi (ma gli Usa non si impegnano)

Craxi a Bush: revocate i dazi (ma gli Usa non si impegnano) SCAMBI COMMERCIALI / Gli Stati Uniti vogliono trattare con l'Europa Craxi a Bush: revocate i dazi (ma gli Usa non si impegnano) ROMA — L'Italia ha chiesto la revoca della sovrattassa sulle importazioni di pasta, ma gli Stati Uniti per ora non lasciano spazio all'ottimismo. E* stato uno degli argomenti più delicati affrontati ieri dal presidente del Consiglio e dal vicepresidente americano in visita a Roma. Tanto delicato che Craxi e Bush ne hanno discusso a quattr'occhi In un salottlno della splendida Villa Dorla Pamphlli dove si è svolta la coiasione di lavoro alla quale ha partecipato anche 11 ministro degli Esteri, Andreottl. Gran parte del colloquio, protrattosi per un'ora e mezza, e stato dedicato alla «querelle» commerciale che oppone Europa e Stati Uniti, alle spinte protezionistiche che si riaffacciano prepotenti nel momento in cui l'Occidente deve fare 1 conti con 11 rallentamento dell'economia americana. Il ragionamento di Craxi è stato il seguente: le misure unilaterali Indeboliscono 11 sistema degli scambi internazionali e contraddicono lo spirito e i risultati del recente vertice di Bonn; andrebbe riconsiderato il provvedimento americano in attesa che Cee e Usa raggiungano un accordo più ampio c'ie rimuova le cause di fondo della diatriba che sta opponendo le due sponde dell'Atlantico; una prosecuzione serrata del negoziato per arrivare al più presto al nuovo round commerciale in sede Gatt, un fatto che sta molto a cuore all'amministrazione americana. Bush si sarebbe mostrato sensibile alle richieste italiane ma, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe fatto presente di non aver avuto nessun mandato per la questione cosi tecnica e che un conto è l'atteggiamento dell'ammlnlstrazlone Reagan, altro le decisioni che maturano nel Congresso. E che comunque li contenzioso riguarda i rapporti Stati UnitiEuropa: di certo il vicepresidente americano ne parlerà nel prossimi giorni a Bruxelles con 1 massimi esponenti dell'esecutivo Cee. Resta però il fatto che le misure adottate fin qui dagli Stati Uniti, insieme a quelle minacciate, colpiscono specialmente, per non dire esclusivamente, l'economia italiana. L'Italia si trova cosi tra due fuochi: da un lato con l'innalzamento di nuove barriere doganali da parte degli Stati Uniti, dall'altro con un'Europa che potrebbe essere, in quanto non diretta mente coinvolta, assai poco sensibile alle sollecitazioni del. governo Craxi. Tra 1 mi nlstrì' 'ltàTtafi'l fé^prèoccupazlonl sono molto forti e ieri ovviamente lo stesso Craxi se ne è fatto interprete. Il fantasma del protezionismo fa di nuovo capolino • Certo non è questa la strada che possiamo imboccare e mi splace che gli americani, lea ders culturali e politici del li bero scambio, si facciano cogliere da simili tentazioni, Queste misure rappresentano un segnale di avvitamento su una politica di restrizioni commerciali», ha commentato 11 ministro del Tesoro Oo- ria. Il pericolo che la Cee non si mostri abbastanza ferma nella risposta è stato sottolineato dal ministro per il Commercio Nicola Caprla: Bisogna assolutamente evitare una turbativa nelle relazioni bilaterali alla vigilia della trattativa sull'accordo Oatt di ottobre. La Cee deve assumere una difesa vigorosa e non deve dimostrare debolezza solo perché queste misure incidono soprattutto sul commercio estero italiano». Che l'iniziativa americana riguardi in primo luogo l'Italia è stato messo in rilievo anche da Andreottl 11 quale ha ricordato a Bush che non c'è alcuna discriminazione tra 11 trattamento riservato, ad esemplo per gli agrumi, ai Paesi mediterranei e al prodotti americani. La situazione si aggraverebbe ulteriormente se gli Stati Uniti Inasprissero 1 dazi anche su altri articoli come le scarpe, 1 tessili, 11 vino, per 1 quali l'Italia è in prima fila nell'export. Tanto più In un momento In cui le altre «locomotive», la Germania e 11 Giappone, non fanno gran che per rianimare la congiuntura mondiale. Ma gli Stati Uniti non sembrano propensi per 11 momento ad accogliere le richieste dell'Europa (in questo caso dell'Italia) trattandosi di un negoziato molto ampio e complesso: ciò che è accaduto per la pasta è soltanto un primo segnale per l'Italia non molto incoraggiante visto che la sua bilancia commerciale ha accumulato nel primi quattro mesi un deficit superiore agli 11.500 miliardi. Il responsabile dell'Agricoltura europea Andriessen è a Washington per dipanare l'intricata matassa, mentre quanto prima la Cee dovrebbe decidere la risposta da dare alla pericolosa mossa americana. Eugenio Palmieri commerci dello zio Sam £38<È|tórt verso «If Uso import dogli usa