Bustarelle «al veleno» per i deputati tedeschi di Mario Ciriello

Bustarelle «al veleno» per i deputati tedeschi Da una tragicomica rapina al nuovo scandalo Bustarelle «al veleno» per i deputati tedeschi Come le case farmaceutiche pilotavano le leggi sui medicinali - Ora fioriscono le smentite: ma sul governo Kohl si abbatte una bufera DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — S'indaga ancora sullo «scandalo Flick», si è quasi alla vigilia del processo, per corruzione, contro l'ex ministro dell'Economia Lambsdorff: ed ecco un'altra bufera, lo «scandalo dell'industria farmaceutica». E' il settimanale Der Spiegel, tenace Investigatore e censore della vita tedesca, a rivelare questo nuovo «affare», che tende ombre sconcertanti sulle attività, durante gli Anni 70 e i primi Anni 80, di molti politici, per lo più della maggioranza democristiana. E' un'ennesima storia di bustarelle, nome abbastanza appropriato in questo caso in quanto i regali non sembrano aver superato 1 diecimila marchi, quasi sei milioni e mezzo. Somme, quindi, assai inferiori a quelle degli altri scandali, ma, forse, più nocive in quanto non sarebbero'flnité nel forzieri del partiti, bensì, direttamente, nel portafogli del beneficiari. Armato di prove a prima vista convincenti, Der Spiegel sostiene che la BPI, la federazione delle industrie farmaceutiche, ha inviato per anni le sue strenne a politici, nonché ad alti funzionari e illustri giornalisti, per impedire un inasprimento eccessivo delle leggi sul medicinali. Un obiettivo che, sempre a giudizio di Der Spiegel, sarebbe stato In buona parte conseguito. Fioriscono le smentite: ma già varie procure, più il fisco, indagano sulla vicenda. Parallelamente, come per il «caso Flick», si avrà un'inchiesta di una speciale commissione parlamentare. I nomi dei deputati democristiani, liberali e socialdemocratici elencati dal perlo- dico non sono noti all'estero, l'unico di rilievo è quello di Alfred Dregger, oggi leader del gruppo CDU-CSU al Bundestag: ma altre «rivelazioni», nelle prossime settimane, potrebbero rendere ancora più incandescente lo scandalo. L'avvocato di Hans-Otto Scholl, il «grande corruttore», ha dichiarato a Der Spiegel: «7 documenti possono trascinare nell'abisso tutta una serie di politici-, Hans-Otto Scholl, 52 anni, è una figura da romanzo. Fu per molti anni segretario personale della BPI (una federazione dominata dalla Bayer, dalla Hoechst, dal BoehrlngerMannheim e dalla Merckt) e, durante quel periodo, come si è appreso ora, pilotò le manovre contro le nuove norme. La BPI non gli fu grata e, all'inizio degli Anni 80, se ne liberò. Poco dopo, Scholl perse anche l'incarico di presidente del partito liberale nella Rena- nla-Palatinato: ma, grazie al cancelliere Kohl, fu nominato consigliere della Lufthansa. Aveva soldi in abbondanza, ma spendeva in abbondanza. E, cosi, ideò una rapina. Una tragicomica rapina, In una gioielleria, nel centro di Baden-Baden. La commise nel dicembre '84 e gli andò male. Fu presto arrestato, il processo si aprirà tra qualche giorno. Senza la fallita rapina, lo scandalo non sarebbe mai venuto a galla, in quanto gli ispettori tedeschi trovarono, per caso, i documenti in una cassetta di sicurezza che Scholl teneva a Zurigo. Documenti loquaci. La BPI, pare, voleva smorzare l'impatto delle leggi miranti ad arginare i troppi farmaci di qualità controversa. Quel -folle gesto di uno sconosciuto-, ovvero di Scholl, a Baden-Baden, ha acceso un incendio che brucerà molte reputazioni. Mario Ciriello II Cancelliere della Germania Federale, Kohl

Luoghi citati: Baden, Bonn, Der Spiegel, Germania Federale, Zurigo