Berri alza la posta: via la flotta Usa Libano in festa per i 31 guerriglieri di Tito Sansa

Beni alza la posta: via la flotta Usa Ubano in festa per 8 31 guerriglieri La loro liberazione non sblocca il negoziato, si attende un intervento di Assad Beni alza la posta: via la flotta Usa Ubano in festa per 8 31 guerriglieri I passeggeri in ostaggio a Beirut «vedono film di cowboy e discutono di politica con i loro guardiani» dichiara un dirigente di Amai - Un medico per i tre membri dell'equipaggio, ancora prigionieri sul Boeing DAL NOSTRO INVIATO BEIRUT — Trentuno del settecentosessantasel libanesi rinchiusi nel carcere Israeliano di Atlit, presso Halfa, sono stati rilasciati ieri. Accompagnati sotto scorta nel Libano meridionale, sono stati consegnati presso Naqura alla Croce Rossa Internazionale e in serata hanno raggiunto le famiglie a Tiro e a Sidone, dove li attendeva una folla esultante. Nessuno di loro era stato preventivamente informato del dirottamento. Contrariamente alle aspettative, a Beirut la liberazione del prigionieri (26 sciiti e 5 sunniti) non è stata apprezzata come un gesto di buona volontà da parte di Israele e non ha contribuito alla soluzione del dramma dei 40 ostaggi americani del Boeing 727, che si protrae da undici giorni. Anzi, da parte degli sciiti di Amai, che «proteggono» gli ostaggi, vi è stato un Irrigidimento. Il loro capo, il ministro della Giustizia Nabih Berrl, e il suo consigliere politico, il colonnello Akef Haidar, hanno colto l'occasione per fare la voce grossa. Berrl, mediatore ed uomo chiave della crisi degli ostaggi, ha parlato al telefono con l'ambasciatore degli Stati Uniti, Reglnald Bartholomew, ponendo una nuova e precisa condizione al governo di Washington. -E' necessario che la flotta americana si allontani dalle acque libanesi — ha detto Berrl — affinché gli ostaggi possano venire liberati-. La condizione che il capo di Amai aveva messo fino al giorno prima — la liberazione di tutti 1 766 libanesi detenuti nel carcere israeliano di Atllt — non è stata ripetuta da Berrl, il quale in tal modo apre uno spiraglio a un negoziato. Lo ha fatto in vece sua 11 capo dell'ufficio politico di Amai, Haidar, che in una affollata conferenza stampa nel sotterraneo della casa di Berrl ha detto — presenti una ventina di giornalisti americani — che -la liberasione del nostri 31 fratelli non cambia assolutamente nulla-, che i libanesi vogliono il rilascio di 'tutti i prigionieri- e che 'negoziati non sono in corso-. Ha aggiunto che i pirati dell'aria 'hanno molta pazienza e molto tempo- e che spetta ad altri uscire dalla situazione di stallo. 'Gli ostaggi — ha detto 11 colonnello Haidar — hanno diritto alla loro libertà- Invitando il presidente americano Reagan a smuovere il governo di Tel Aviv ^anziché anteporre gli interessi israeliani alla vita dei suoi connazionali-. C'è una sola via di uscita, la liberazione di tutti 1 libanesi prigionieri In Israele, ha ripetuto Haidar almeno um. decina di volte. Gli ostaggi — a detta del colonnello — stanno benissimo: sono in buona salute, mangiano cibi preparati nel migliori ristoranti di Beirut, vedono ogni giorno film di cowboy, discutono di politica con 1 loro guardiani. .Posso assicurarci che sono come in vacanza, stanno vivendo un'esperienza rlcchissitna-. Non stanno bene invece il pilota, il co-pilota e l'ingegnere di bordo del Boeing sempre fermo sul piazzale dell'aeroporto di Beirut. Ieri hanno chiesto un medico, il pilota soffre di dolori 'atroci- allo stomaco, gli altri di dissenteria. Il medico è andato a bordo, sotto la minaccia Che gli avrebbero tagliato la lingua se avesse aperto bocca con 1 giornalisti. I pirati dell'aria a bordo dell'aeroplano si fanno sempre più arditi: ieri uno di loro ha chiesto che gli venisse messo a disposizione un Jet privato perché voleva visitare parenti e amici nella valle della Bekaa. L'aereo gli è stato rifiutato, non perché la richiesta veniva considerata assurda, ma soltanto perché nella Bekaa non esiste un aeroporto civile. Altra richiesta di un dirottatore, due libri di conversazione arabo-inglese. Non ce ne sono all'aeroporto, gli hanno risposto, -mandate un vostro uomo a comperarli a Beirut-, ha ordinato un dirottatore. «Sissignore», gli hanno risposto. E lo hanno accontentato, come sempre. In serata si è diffusa la notizia che contratti riservati tra 11 capo di Amai e 11 governo americano sono in corso non solo direttamente attraverso l'ambasciata degli Stati Uniti e attraverso le diplomazie di due Paesi neutrali, l'Austria e la Svizzera (ma il portavoce della Casa Bianca ha . sorprendentemente smentito una mediazione di Berna), ma anche In un Paese 'assai influente- nel Libano. Negli ambienti diplomatici di Beirut si ritiene che si tratti della Siria. E' noto che 11 presidente siriano Assad, reduce da una visita di quattro giorni a Mosca, ha ricevuto 'diversi messaggi- da Reagan e che ha avuto contatti telefonici con Berrl. Ieri, poi, Assad si è incontrato a Damasco con il presidente del Parlamento di Teheran, Rafsanjani, molto Influente presso gli «hezbollah», i libanesi filoiranlanl, 1 quali hanno nelle loro mani una parte degli ostaggi americani. -Se la Siria lo vuole — si dice a Beirut — il dramma può venire risolto rapidamente-. Il portavoce di Berrl, Haidar, Jia detto di aver l'impressione «che tutto finirà in breve tempo-, Tito Sansa