Sentito dal giudice il paroliere Chiosso

Sentito dal giudice il paroliere Chiosso Accusa; detenzione di droga Sentito dal giudice il paroliere Chiosso DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Con i primi interrogatori, ha avuto inizio anche la pioggia dei ricorsi contro 1 150 ordini di cattura emessi dall'equipe dei sei sostituti romani incaricati di indagare sui più oscuri episodi criminosi avvenuti dal 1976 all'83. Fra i primi, Ieri mattina, è stato ascoltato a palazzo di giustizia dal giudice Jonta il paroliere Leo Chiosso, l'unico ad aver ottenuto il beneficio degli arresti domiciliari, forse anche in considerazione della discutibilità dell'accusa. Chiosso si è trattenuto mezz'ora appena nell'ufficio del magistrato: il tempo sufficiente per respingere ogni accusa. Il paroliere, secondo l'ordine di cattura firmato dal giudice, è imputato di aver acquistato, nel settembre del 1979 una «non modica quantità- di cocaina «per uso proprio- niente spaccio dunque. Un'accusa, questa, con¬ testata anche a Diana Buffardi De Curtis, imparentata con il grande Totò e con il regista Buffardi morto alcuni anni fa per un'infezione da leptosplrosl, dopo aver fatto un bagno nel Tevere. Le imputazioni a Chiosso, alla Buffardi e alle altre persone arrestate nella maxiretata — tutte da provare come precisa lo stesso autore di canzoni in una lettera inviata a La Stampa — pare siano una conseguenza diretta delle confessioni di un altro imputato, Massimo Speranza, che da oltre due mesi sta collaborando con l'autorità giudiziaria rivelando una serie dì particolari, soprattutto per quanto riguarda omicidi, tentativi di sequestri e sequestri, fino ad oggi rimasti impuniti. Quanto agli sviluppi dell'operazione dei carabinieri, sono 86 le persone arrestate: tra queste il vicecappellano del carcere di Regina Coell, don Pietro Prestinenzi.

Persone citate: Buffardi, Chiosso, Diana Buffardi, Leo Chiosso, Massimo Speranza, Pietro Prestinenzi

Luoghi citati: Roma