Craxi storia segreta del sì di Ezio Mauro

Crax8f storia segrete del sì Crax8f storia segrete del sì La battaglia del Quirinale ha messo il psi nell'angolo? - Martelli; «Siamo troppo sicuri perché ci sfiori l'invidia» ROMA — «Noi nell'angolo, sotto l'offensiva pigliatutto di De Mita? Per carità, è una scioccltezza — assicura Rino Formica, emergendo dal gran silenzio socialista —. Ansi, questa partita per il Quirinale l'abbiamo giocata bene, benissimo e i risultati prima o poi si vedranno. Non ci accusavano tutti di puntare troppo sulla tattica, sul gioco a breve? Bene, questa volta la tattica ha lasciato il posto alla strategia socialista. Al di là dei festeggiamenti democristiani, btsogna saper guardare più lontano.. Si può credere o non credere al capogruppo socialista, ma bisogna pure che qualcuno, prima del voto di domani che può eleggere al primo colpo Francesco Cosslga presidente democristiano della Repubblica, risponda alla domanda che i peones silenziosi del psl portano stampata in faccia, vagando nel Parlamento vuoto della vigilia: perché Craxl e Martelli non solo hanno dato via libera al ritorno della de al Quirinale, ma hanno permesso al piano studiato da De Mita di fun zionare come un meccanismo a orologeria? Sette anni (a, puntando i piedi fin dall'inizio della bagarre presidenziale, il psi alla fine ottenne il presidente drscttrrmsmtptpcsdpnRpcsMatcqr oeue anni ia, puntando ì v piedi fin dall'inizio della ba- q garre presidenziale, 11 psi alla r fine ottenne il presidente della Repubblica, ma dovette rinunciare per strada a tutti i suoi candidati, e l'uomo vincente lo scelsero gli altri partiti. Questa volta, come recitava soddisfatto a Montecitorio Enzo Scotti, vicesegretario de, piazza del Gesù — almeno per il momento — ha sempre tenuto il mazzo in mano, decidendo tutto: metodo, interlocutori, nomi e persino tempi. «Se anche l'ultimo atto andrà secondo le previsioni, sarà un successo che non ha precedenti nella storia de, nemmeno ai tempi di De Gasperi.. .Un vero e proprio miracolo democristiano; profetizzava Virginio Rognoni. Non è un po' troppo, per un partito nervoso e combattente come il psi? Insomma: perché mai Craxl e Martelli si sono rassegnati — a quanto sembra — non tanto a far vincere De Mita, come forse era inevitabile quanto a lasciarlo stravincere? Io non credo che nessuno vv«« iwm ».«. ».v«w»<.. quanto a lasciarlo stravince- rè? .Io non credo che nessuno stravinca, perché questa non è una gara o un duello — dice Claudio Martelli —. Se i democristiani vogliono farlo, festeggino pure, la cosa non ci dà fastidio. E perché, poi? Siamo troppo sicuri di noi stessi per essere sfiorati dall'invidia. Non ce n'è ragione. Col tempo, ci sarà modo di fare la storia di questa ottava elesione presidenziale. E si capirà, allora, che noi non ci sentiamo né convertiti, né trascinati sulle scelte di altri. Questo sbocco della grande trattativa per il Quirinale, lo avevamo valutato da tempo, per conto nostro. E lo avevamo considerato un esito logico, accettabile, equilibrato'. Per dimostrare di non correre a rimorchio delle richieste demitlane, gli uomini del psi rivelano le tappe della strategia socialista, partendo dall'incognita Pertini per arrivare all'incognita Cossiga. All'inizio, come spiega Martelli, c'era per i socialisti il problema -di sapere e di capi¬ rivare au incognita ooi>siga. All'inizio, come spiega Mar- telll, c'era per i socialisti il \ problema «di sapere e di capi- re che cosa avrebbe fatto il presidente'. Sgombrato il campo da questo interrogativo, con la rinuncia di Pertini alla ricandidatura, il psi si trovava davanti alla richiesta di De Mita di riportare un de al Quirinale. «Si — è stata la primissima risposta, informale, prima che cominciassero gli incontri tra le delegazioni — se la richiesta è intesa in chiaiv di "riequilibrio"'. •Si può cioè manovrare un piatto della bilancia — ha detto il vertice del psi a De Mita, nel primi sondaggi segreti subito dopo 11 referendum — purché l'altro piatto non venga toccato, se no l'equilibrio salta'-, e su quel piatto, non a caso, c'è la presidenza del Consiglio socialista. De Mita ha accettato l'impostazione. I socialisti ammettono oggi che una vera e propria trattativa sul futuro del governo Craxl non c'è stata. Ma c'è stata, rivelano, un'assicurazione preliminare propria u«imw»a sui imuiu del governo Craxi non c'è stata. Ma c'è stata, rivelano, un'assicurazione preliminare del segretario de, appena si è seduto al tavolo dell'incontro con il psi: 'Non parlo nemmeno del governo, perché è scontato che da questa intesa dovrà uscire rafforzato'. Craxl e De Mita si sono trovati d'accordo su due aggettivi; de e psl pensano, insieme, a un governo .solido e duraturo'. Il primo aggettivo, spiegano oggi i collaboratori più stretti del presidente del Consiglio, è a garanzia di De Mita, perché significa che ci sarà un rimpasto ampio, che consenta alla de di rafforzare il ministero cambiando alcuni suoi uomini; il secondo aggettivo è a garanzia di Craxi: non è un impegno per i tre anni che mancano alla fine della legislatura, ma almeno un'assicurazione di tranquillità per i prossimi mesi. Una volta detto si alla richiesta democristiana, per il psl si trattava di dire si alla partecipazione comunista alla grande trattativa, come voleva De Mita. «Afa noi — psi si trattava ui aire m una partecipazione comunista alla grande trattativa, come voleva De Mita. «Afa noi — dice oggi Martelli — non abbiamo mai pensato il contrario. Sui grandi temi istltueionali, a partire dalle riforme, abbiamo sempre ricercato il dialogo con il pel, ottenendo nella migliore delle ipotesi calci negli stinchi: Dopo aver detto si al metodo, il psl doveva accettare un candidato gradito sia alla maggioranza che all'opposizione. 'Ma a questo punto — spiega Martelli — nomina sunt consequentia rerum, come direbbe il professor Natta. Con Cossiga, se sarà lui il presidente designato dalla de, si è trovato un uomo che è stato ministro nei governi di solidarietà nazionale, e primo ministro in governi sema il pei'. Forlani, certo, sarebbe stato il presidente preferito dal psl. Ma anche il suo nome presentava una controindicazione, dicono oggi i dirigenti socialisti, perché salendo al Quirinale il principale alleato di Craxi mavrebbe sguarnito «untr, uiconu oggi i uuigvmi socialisti, perché salendo al Quirinale il principale alleato di Craxi mavrebbe sguarnito due postazioni importantissime, come il governo e la de.. Davvero, dunque, 1 «guastatori» socialisti, abituati per definizione di Craxi a • sparigliare le carte' non potevano fare nient'altro? 'No — dice l'esame di coscienza di Rino Formica — a meno di scassare il quadro politico. Potevano muoversi senea rischio solo i partiti dell'area liberaldemocratlca, avanzando una candidatura laica, ma non si sono sentiti respirare. Il pri è come una meringa: grosso ma fragile. Noi abbiamo detto che attendevamo una prova di compattezza democristiana, per dare a tutti 48 ore di tempo per'riflettere e per dar modo a chi voleva di venir fuori. Ma chi si è visto?.. Nessuno. Cosi, ecco l'immagine insolita di Craxi che va con i fiori in mano a far da testimone, insieme con Natta, a un gran successo di Ciriaco De Mita. Non sarà per caso che 11 psi ha dimenticato le vecchie polemiche sul •consoclatlvismo. e sulle grandi intese? «Afa no, non vedo segni di questi rischi., dice Martelli. E poi, con un guizzo: 'Certo, ci sono anche intese da rispettare. Non credo che De Mita voglia farci avere nostalgia degli elettori, no?'' Ezio Mauro . , _ • ,. 00 cne uf ,,rtvo?., avere nostalgia aegn eiettori, no''- Ezio Mauro l9^ Roma. Questa è l'urna per le votazioni presidenziali (Tel. Ansa)

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