Febbre rock nel solstizio d'estate di Marinella Venegoni
Febbre rock nel solstizio d'estate . l : Decine di migliaia di fans in delirio per Bruce Springsteen ieri a Milano Febbre rock nel solstizio d'estate . l : l Entusiasmo e svenimenti a San Siro per il poeta maledetto della canzone americana - Lo ha accolto l'immenso coro del pubblico DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Era ancora pieno giorno con il sole alto. Ieri, solstizio d'estate, quando Bruce Springsteen è apparso, in perfetto orarlo, sul palcoscenico allestito a San Siro. In jeans e canottiera grigia, dentro un uragano di urli e applausi ha attaccato subito con Born in the Usa. la canzone-titolo dì quest'ultimo album che ha venduto quasi dieci milioni di copie in tutto il mondo e lo ha portato prepotentemente ad essere consacrato come l'unico, vero rockman (del rock vero) sulla scena internazionale oggi. La lolla lo aspettava dalle 15,30. Una folla tranquilla, compostissima, che è stata per ore sotto il sole sulle gradinate e sul prato, sdraiata, a giocare a pallone, a conversare composta a grappoli, come se si trovasse ad un picnic agreste di Henri Rousseau. Lo spettacolo di San Siro era straordinario, una moltitudine variegata di colori, i cappellini, le magliette, le camicie, che s'incrociavano e si muovevano soffici lungo la ritmica della musica. Pieno il prato e le tribune (anche se alle .18,30 l'organizzazione ha annunciato dall'altoparlante che c'erano ancora biglietti in vendita). E sotto il palco valanghe di svenuti, come noccioline, appena la musica è iniziata. I watt colavano giù da due montagne di amplificatori alti venticinque metri, mentre su un grande schermo a fianco del palco tutti potevano vedere, quando si è fatta notte, la faccia vera e intensa di questo antieroe del rock, il sudore, la fatica che accompagnavano ogni riff di chitarra. Straordinaria di musica e di energia la «E Street incredibilmente affiatata come un manipolo di legionari veterani: Max Wcinberg. il batterista, che ci sta da undici anni, e che ha appena scritto un libro sui suoi colleghi più famosi; Nils Lofgren (vecchio pirata del rock che ha appena inciso un disco per conto suo); il sassofonista Clarence Cleamons, in bianco, che in tutta la prima parte ha suonato il tamburello, ma che nei rari momenti al sax ha strappato lacrime e sangue al suono rauco del suo strumento; Roy Bittan al piano. Gerry Tallant,al.bas50. Al basso anche \a.vocjil/jst Patti Sciaffa, che ha duettà- to per più brani (soprattutto in Out in the Street, terzo nella scaletta) con la vitaminizzata figura del -boss». Il palcoscenico ad alti scalini ha consentito a Bruce e ai suoi musicisti giochi coreografici nel più elegante stile Broadway e lunghe passerelle ai bordi; ma l'atmosfera cambiava continuamente, da un rock come Out in the Street al blues struggente di Johnny 99, con la sua armonica a bocca e la sola chitarra di Nils Logfren: da pelle d'oca, come The River. la cui suggestiva introduzione parlata con sottofondo di chitarra è stata inopinatamente interrotta da un paio di giovanotti che, scavalcato il servizio d'ordine e stretta la mano al Boss, se ne sono andati soddisfatti e composti tra gli applausi della folla. Il concerto ha spaziato per tutto l'immenso repertorio di Springsteen (sono circa 400 canzoni), da Darkness in the edge of toion a Born to run fino a Born in the Usa. Per tutte le lunghe ore della musica, Springsteen ha dialogato con il pubblico e ha detto qualche parola in italiano, quando ha dedicato a Milano My hometown. Dietro il palco, a pochi metri da lui. stava la freschissima moglie, In tuta fucsia con pullover bianco sulle spalle. L'atmosfera per tutto il concerto è stata incredibilmente rilassata, distesa, con allegria e uno «spleen- di malinconia che nessuno di questi megameeting rockettari aveva mal dato, né i Rolling Stones tre anni fa né Bob Dylan l'anno scorso. Dato per morto e sepolto, il rock ha avuto con questa tournée una impennata di vita esaltante, quattro ore di questo concerto fanno pensare a certe «star» di oggi come a un rumore fastidioso. Ragazzi vecchi e giovani hanno seguito la musica e la voce potente di Springsteen con emozione intensa, che saliva su dal catino soffocato dello stadio e si perdeva nella prima aria umida della notte. Sebbene il suo concerto cominci con il sole, Bruce Springsteen è un cantante notturno, che gioca con il pubblico ma ama le atmosfere scure e tormentate della vita dei disperati, dei fuorigioco, quelli che macerano nella rabbia e nello sconforto delle crisi adolescenziali i dubbi e le pene delle inutili rincorse quotidiane. Le sue canzoni maledette ieri sera sono piombate con grinta, autenticità e persino allegrìa addosso agli ottanta mila di San Siro. Un «G/ory Day-, proprio come canta uno dei motivi più belli di ieri notte. . Marinella Venegoni Alle 15,30 la marea degli 80 mila è dilagata su prato e gradinate ■ L'attesa è cominciata al mattino con migliaia di giovani intorno allo stadio • Poi, In perfetto orario, Brace Springsteen (qui in una foto di repertorio) ha iniziato il suo concerto
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