II Tar boccia la megacentrale di Gioia Tauro: tutto da rifare di Enzo Laganà

II far boccia la megacentrale di Gioia Tauro: fallo da rifare Dopo l'opposizione della Regione Calabria e di numerosi Comuni II far boccia la megacentrale di Gioia Tauro: fallo da rifare Il tribunale amministrativo del Lazio ritiene «insufficienti» le indagini dell'Enel sugli effetti inquinanti dell'impianto a carbone - Le reazioni DAL NOSTRO CORRISPONDENTE REGGIO CALABRIA — Non si farà, almeno per ora, la contestata megacentrale a carbone di Gioia Tauro. Il Tar del Lazio, Infatti, avrebbe (il condizionale è d'obbligo finché non sarà depositata la sentenza) accolto 1 ricorsi della giunta regionale calabrese e del Comune di Pollstena che chiedevano appunto l'annullamento delle delibere del Cipe per l'installazione di un impianto da 2660 megawatt su una parte dell'area che quindici anni addietro era stata destinata al quinto centro siderurgico. I magistrati romani avrebbero rilevato che le deliberazioni del Cipe non sono state sufficientemente istruite sull'impatto ambientale, sugli effetti- inquinanti dell'insediamento e sulla nocività per la salute pubblica, ma anche che non è stato tenuto conto delle decisioni della Regione e del Comuni interessati. E contro le delibere del Cipe — cosi come contro quella più recente del 13 maggio del ministro dell'Industria Altissimo che dava praticamente 11 via ai lavori che l'Enel avrebbe dovuto realizzare in nove anni — si sono levate molte contestazioni a cominciare da quella della Regione. Sulla stessa posizione si sono poi collocati 1 Consigli provinciali di Reggio e Catanzaro quasi tutti i Comuni della plana (eccezione fatta per quello più direttamente Interessato e cioè Gioia Tauro), le varie associazioni ambientali, Lipu, Cronos, Italia Nostra, WWF, le associazioni agricole, il partito comunista, il movimento sociale; possibilisti, pur se con molte riserve, si sono invece dichiarati 1 sindacati; divisi al loro interno sono apparsi psi e de mentre a favore si sono schierati prl, pli e gli industriali. Logiche quindi le prime dichiarazióni di soddisfazione da parte del presidente della giunta regionale Dominianni 11 quale ha detto: «Lo decisione del Tar è giusta, opportuna ed utile. La Regione in sostanza aveva sostenuto che occorrono seri studi sullimpatto ambientale e appunto il Tar ha rilevato che questi mancano nelle delibere del Cipe. Nessuno può ignorare che l'impianto avrebbe prodotto un milione e mezzo di tonnellate annue di ceneri e che l'anidride solforosa avrebbe potuto causare gravi conseguenze sulla salute degli abitanti della zona tanto che il comitato centrale contro l'inquinamento atmosferico ha rinviato le sue prescrizioni a prima dell'eventuale entrata in attività della centrale». Secondo gli amministratori regionali infatti i fattori climatici e meteorologici a Gioia Tauro parlano contro la megacentrale: è stato accertato che i venti prevalenti spirano da mare verso terra per cui la ricaduta delle ceneri comprometterebbe in maniera irreparabile l'agricoltura della piana, -E' chiaro che a guesto punto — ha concluso il presidente della Regione — governo ed Enel dovranno approntare studi seri e mettersi attorno a un tavolo assieme alla Regione». Comunque il legale della Regione sta già preparando l'istanza per chiedere l'annullamento del decreto del ministro dell'industria Altissimo (13 maggio di quest'anno) che dava facoltà all'Enel di iniziare i lavori. Il socialista Giacomo Mancini ha commentato la notizia cosi: «L'arroganza dell' Enel è stata sconfitta e premiato l'impegno delle popolazioni e dei Comuni che hanno saputo dimostrare il grave ed irreparabile danno che la centrale avrebbe causato all'economia calabrese». Dal canto suo il sindaco di Polistena, Tripodi, che presiede anche il comitato dei «sindaci del no» ha dato grande rilievo alle lotte portate avanti a livello popolare che diventeranno ora essenziali per «lo sviluppo e l'occupazione della zona» ed ha sostenuto che -ormai è tempo che il governo apra una trattativa per affrontare seriamente i problemi della Calabria». Dal fronte dei sostenitori della megacentrale invece si esprime un'altrettanto logica delusione. Negli ambienti dell'associazione degli industriali di Reggio non c'è stata alcuna dichiarazione ufficiale, ma è stato manifestato «il rammarico per la decisione dei giudici romani e l'auspicio che venga ripristinata la delibera del Cipe», dopo che si è ricordato come II parere favorevole derivava «dal convincimento che l'installazione della centrale, pur nella salvaguardia dei valori ambientali, significava una iinportante svolta economica e sociale per le popolazioni». Su questa linea anche il segretario regionale del pli, Gino Landi: «Molti proclameranno vittoria: il mio pensiero invece va ai guattromila miliardi di investimenti destinati allo sviluppo dell'occupazione in provincia di Reggio e che ora potrebbero prendere un'altra destinazione». Enzo Laganà

Persone citate: Giacomo Mancini, Gino Landi