A Beirut parlano 5 ostaggi «Reagan non usi la forza»

A Beirut parlano 5 ostaggi «Reggali non usi la forza» All'aeroporto una conferenza stampa subito interrotta A Beirut parlano 5 ostaggi «Reggali non usi la forza» Poi urla e spintoni, il portavoce di Amai dice: basta - Beni accetta una mediazione svizzera NOSTRO SERVIZIO BEIRUT — .Chiediamo ai presidente Reagan di evitare qualsiasi intervento militare o violento per tentare di salvarci. Il tentativo potrebbe sembrare eroico, ma provocherebbe la morte di molti innocenti. Speriamo che il governo americano dia prova di giustizia e comprensione'. Parla Thomas Collins, uno del passeggeri dell'aereo della 'Tira sequestrato da un commando sciita venerdì scorso dopo il decollo da Atene. Una conferenza stampa, annunciata nel pomeriggio in tono mondano per le 20 locali, le 19 in Italia, dal leader sciita e ministro della Giustizia libanese Nablh Berrl: «Vi invito tutti all'aeroporto questa sera per un tèe pasticcini con alcuni ostaggi', aveva detto. I prigionieri, esibiti a una folla di giornalisti in una sala dell'aeroporto di Beirut, requisito per l'occasione, erano cinque: oltre a Collins, Vincente Oarcia, Arthur Bogan, Peter Hill e Allin Cornwell. Per primo ha parlato Cornwell. Pallido e stanco come gli altri, ma appena rasato. Intorno, un nugolo di miliziani armati. .Siamo in mano — ha detto — a gente molto meno ostile di quella che ha dirottato l'aereo. Ma ci è stato detto che se le condizioni del dirottatori non saranno soddisfatte saremo di nuovo consegnati a loro, e la prospettiva ci sembra poco attraente'. Siete stati picchiati sull'aereo? «iVon posso rispondere'. E ha letto un elenco di 37 nomi: .Non so quanti siano in realtà gli ostaggi. 1 nostri custodi mi hanno permesso di vederne 37, a parte i tre membri dell'equipaggio che sono ancora sull'aereo. Tutti mi lianno assicurato di essere trattati bene... Condanniamo il dirottamento e ogni tipo di terrorismo, ma crediamo che i 700 libanesi detenuti in Israele desiderino rivedere le loro famiglie'. E Arthur Bogan: .Penso a mia moglie che è incinta di sette mesi. Chissà se la rivedrò'. La voce di Cornwell ha incominciato a salire di tono. .Chiediamo aiuto a tutti, perché noi non possiamo risolvere questa situazione. Altri devono farlo per noi... Per favore, signori, per favore, state calmi, comportatevi da gentlemen. Vi ripeto..... I fotografi hanno cercato di avvicinarsi troppo, gli uomini di Amai hanno impugnato le pistole e picchiato un giornalista, gridando: .Non meritavate un'occasione come questa, badate che potremmo non mostrarci piti così gentili.. Qui, la conferenza stampa si è chiusa, d'autorità. Annunciando l'incontro con tè e pasticcini (c'erano davvero, e nessuno ovviamente li ha toccati, in quell'atmosfera sovreccitata, da incubo), Berri aveva anche detto di avere accettato una proposta svizzera per lo scambio degli ostaggi con 1 700 sciiti libanesi prigionieri in Israele. Uno scambio in territorio elvetico, «se le controparti saranno d'accordo». Oli ostaggi sono custoditi in otto-dieci luoghi diversi, aveva precisato nel pomeriggio 11 membro dell'ufficio politico di Amai Hakef Haidar, che era con il ministro della Giustizia Berrl. .Mangiano bene, c'è sempre un menu in inglese e in arabo. Il cibo libanese gli place particolarmente. Passano tutto il loro tempo con i dirottatori'. Haidar aveva smentito che l'ambasciatore algerino in Libano (l'Algeria mediò nella vicenda dell'ambasciata americana a Teheran, che incomincia ad avere impressionanti somiglianze con que¬ sta) stia mediando: .Ma speriamo — ha detto — di convincere i nostri amici algerini a spiegare a Reagan che nel Medio Oriente ci sono altri interessi oltre a quelli americani». A sera, 11 Boeing era sempre fermo sulla pista. A luci spente. Non può comunque più volare, il timone di coda è stato fracassato. e. st. Beirut. La conferenza stampa di tre ostaggi statunitensi (seduti) sorvegliati dai miliziani sciiti