Musumeci, non ci fu un complotto per screditare il capo dello Stato

Musumeci, non ci fu un complotto per screditare il capo dello Stato «Nessuna deviazione del Sismi sul caso Cirillo e sulla strage di Bologna» Musumeci, non ci fu un complotto per screditare il capo dello Stato DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Il Sismi ha sempre operato nel pieno rispetto della legalità, cercando di portare un contributo alla ricerca della verità, soprattutto in occasione di vicende che hanno sconvolto negli ultimi anni il Paese, come la strage alla stazione di Bologna nell'agosto '80 ed 11 sequestro di Ciro Cirillo nell'81. Se i tentativi di fare piena luce su questi casi sono falliti, non si può dare certo la colpa al Servizio. Questa, in sostanza, la difesa del generale Pietro Musumeci, imputato nel processo per le presunte deviazioni del servizio di controspionaggio militare. Bersagliato da un fuoco di fila di domande e di contestazioni del presidente della Corte di assise e del pubblico ministero, l'ufficiale ha dovuto parlare anche di altre vicende: le manovre d'arrembaggio che alcuni alti ufficiali avrebbero progettato per scalzare 1 massimi rappresentanti delle Forze armate; le modalità della collaborazione data al magistrati impegnati nelle indagini sulla strage di Bologna; le voci di arditi progetti per squalifi¬ care 11 capo dello Stato o per favorire una scissione in seno al partito comunista. Le risposte di Musumeci, per quanto riguarda questi due ultimi argomenti, sono state secche e non hanno provocato nessuna domanda «di ritorno». -Si tratta — ha detto — di assurdità, che non meritano neppure un commento-. Più approfondito, invece, l'interrogatorio sul caso Cirillo e sulle Iniziative che avrebbero dovuto consentire ad alcuni ufficiali il controllo del vertici delle Forze armate. Dalle domande del presidente della corte è risultato che per pagare 11 riscatto dell'assessore napoletano furono raccolti tre miliardi. La metà della somma fu messa a disposizione dalla de mentre 11 resto proveniva da «un'operazione» del generale Santovlto. C'è però un testimone, il maresciallo Serapo (che fu anche informatore del Sismi nelle indagini sulla strage di Bologna), 11 quale afferma che Musumeci, partecipe della fase finale delle trattative, trasportò il denaro destinato alle Br. Queste però ricevettero meno di un miliardo e mezzo, mentre il resto sarebbe finito nelle tasche di Musumeci, Santovlto e altri. Senza un attimo d'esitazione, l'imputato ha respinto l'accusa, vantando -quarant'annl di onorata carriera- nell'Arma del carabinieri. -E' pura fantasia...— ha detto-. La questione del vertici militari venne fuori in seguito ad un'informativa arrivata al Sismi nel 1980, periodo in cui l'esercito partecipava alle operazioni di soccorso in Irplnia, dopo 11 terremoto. Musumeci, riferendo notizie già smentite dall'interessato, ha detto che Santovlto lo -incaricò di recarsi dall'alloro comandante dei carabinieri, il generale Cappuzzo, per consegnargli un documento riservato. Dopo aver letto la notizia — ha detto Musumeci — Cappuzzo restò perplesso e mi passò il messaggio. Si parlava, In sostanza, di un tentativo per cambiare i vertici militari e l'occasione per agire era fornita, secondo l'informatore del Sismi, dal movimento delle truppe in Irpinia. Ora il generale Cappuzzo nega d'aver ricevuto il inessaggio e di avermi incontrato. Ma lei, signor presidente, non penserà certo che mi sia inventato tutto... Comunque il tempo ha chiarito l'episodio, e non ci fu all'epoca nessuna lotta per la conquista del potere. Succede ovunque che, quando c'è in ballo una carica importante, tutti mettono in campo gli strumenti che hanno per essere prescelti-. In chiusura d'udienza sulla pedana è salito il colonnello Giuseppe Belmonte, braccio destro di Musumeci. Nelle poche dichiarazioni che ha fatto ha sostenuto d'aver compiuto sempre il suo doveri?.

Luoghi citati: Bologna, Roma