Agca: a S Pietro eravamo in 3 di Guido Rampoldi
Agca: a S. Pietro eravamo in 3 Secondo il pm il killer turco sta facendo di tutto per non essere creduto Agca: a S. Pietro eravamo in 3 Un quarto complice «era lontano» - Con lui e Celik ci sarebbe stato un certo Akif, ma non lo ha riconosciuto in una foto - Il presidente chiede un attimo di pazienza - L'imputato fraintende e dice: «Francesco Pazienza mi pregò di collaborare coi servizi segreti promettendomi un passaporto francese, ma ora è in carcere anche lui» ROMA — Eravamo in tre a piazza San Pietro, lo Celik e un certo -Akif-, giura adesso Ali Agca. 'Akif- è 11 terrorista turco Omer Ay? Assolutamente no, forse, assolutamente si, anzi no. Intemperanze della difesa. Il presidente della corte al legali: -Pazienza...-. Agca: -Francesco Pazienza-. Che c'entra? Proprio 11 faccendiere, racconta Agca nel finale pirotecnico, mi pregò di collaborare in cambio della libertà. Vero, falso? Chissà. Un autore del teatro dell'Assurdo non avrebbe potuto scrivere un copione più riuscito del testo messo in scena ieri da Agca con trucchi da baro, burle e risposte surreali. Gli era stato contestato l'interrogatorio reso in Istruttoria dal suo amico Yalcin Ozbey, che allo scettico giudice Martella aveva detto: a San Pietro erano In quattro, ma -uno è stato lontano-. Chi era allora il terzo terrorista che spalleggiava Agca e Celik? «Posso dire c/i<?...(lunga pausa, mento sul petto)....fa situazione è complicata...-. -Lei non la facilita-, obietta 11 presidente Santlaplchi. Altra pausa. Poi Agca: -Si, c'era anche una terga persona. L'ha portata Orai Celik, si chiamava Akif, disse Celik. Dovrebbe (doveva) lanciare bomba-panico perché nelle mani di Celik (cioè nella foto del presunto Celik che fugge, ndr) non c'è-. Il nome di -Akif- era stato fatto qualche attimo prima dal presidente della Corte: compare nel verbale di Ozbey, letto ad Agca perché chiarisse. Il sicario se n'è impossessato e l'ha scaraventato nel racconto di piazza San Pietro, riconoscendo -Akifnel volto che appare in una fotografia scattata pochi attimi prima dell'attenato. Ma chi è -Akif-? Agca prima ha spergiurato di conoscerlo solo con quel nome di battaglia. Poi gli è stato fatto presente che secondo una voce -Aklfè Omer Ay, arrestato in Germania, ora detenuto In Turchia. -Può darsi-, ha risposto Agca. Pressato, ha negato, quindi ha tentato di sfumare, infine, come uno che comprenda solo in quel momento di che cosa si parli, ha detto con la più grande naturalezza: -Io Omer Ay lo conoscevo con il nome di battaglia di Akif,. Come sa che Ay è Akif? -Difficile spiegarlo-. E frana: Agca non riconosce Omer Ay nella foto che gli viene mostrata. Il presidente della Corte conclude irritato: -Allora Omer Ay non è Omer Ay perché questo è Omer Ay-. Agca è depresso e desolato, ma ancora per poco: si prenderà la sua rivincita. Succede che Agca, per spiegare 11 suo errore, dichiara di aver saputo (letto, si correggerà più avanti) di Ay-Aklf in carcere. -Da chi l'ha saputo?-, chiedono gli avvocati Consolo e Larussa, difensori del funzionarlo bulgaro Antonov. Santlaplchi blocca l'intervento Invitando i legali ad aver -pazienza-, mentre Agca mormora: «Da Francesco Pazienza-, La battuta è sommessa e si perde. Ma nei banchi della difesa qualcuno ha udito e vuole che sia riascoltata la registrazione di quelle frasi. Santlaplchi, per scrupolo, acconsente. Agca, chiamato a spiegare quello che era suonato come un sarcasmo diretto ai suoi detrattori, adesso lo gonfia e ci costruisce un mistero. Prima non vuol parlare di Pazienza (-Con questa foto non c'entra, quando verrà il tempo parlerò-). Poi torna a negare di essere mai stato imbeccato. Infine racconta: -Però io ho incontrato con Francesco Pazienza nel carcere di Ascoli, lui mi ha pregato di collaborare, vantava amicizie con Oheddafi, mi prometteva la libertà con passaporto francese. E adesso lui stesso è in carcere e non riesce a liberare se stesso-. Garantisce: -Non mi ha suggerito nulla-. Santlaplchi, sconsolato, rinvia l'udienza. Ovviamente queste dichiarazioni finali sono accolte come una vittoria dai difensori degli imputati, che vedono lunghe ombre proiettarsi sulla confessione di Agca. -Agca sta facendo di tutto per apparire poco credibile-, commenta il pubblico ministero Marini, avanzando tra le righe 11 dubbio che 11 sicarico sia si pilotato, ma per distruggere la «pista bulgara.. Secondo Marini, -Agca se ne esce con le sue sparate ogni volta che è in difficoltà. Gesù Cristo, Fatima, ora Pazienza, proprio quando il presidente della Corte gli aveva detto che avrebbe tenuto udienza fino a notte pur di fargli confessare il nome del terzo uomo dell'attentato-. Adesso sugli Incontri di Ascoli tre «pentiti» danzano un balletto grottesco. Il camorrista Pandico dice che Agca è stato «costruito» dal Sismi parallelo. Agca lo nega ma dichiara di aver parlato con Pazienza. Il camorrista Melluso, ieri, smentisce Pandico e racconta che la storia del «pentimento» di Agca è lineare. Bisognerà fare chiarezza. Ci si attende qualche lume anche dall'interrogatorio di Yalcin Ozbey, che il pubblico ministero vorrebbe far venire dalla Turchia, dov'è detenuto. Ozbey, che ospitò Agca per sei mesi e ne conosce tutti gli amici, dice che l'Aklf di San Pietro si chiama Sedat Sirrl Kadem, in contatto con i servizi segreti bulgari. Kadem è uno dei nomi fatti da Agca prima di confessare, in relazione al campo di addestramento in Sirla. Guido Rampoldi
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