E' femmina il terribile moscerino che uccide le mucche al pascolo

E' femmina il terribile moscerino che uccide le mucche al pascolo Diffuso in tutto il mondo, il «simulide» ha colpito altre volte in Trentino E' femmina il terribile moscerino che uccide le mucche al pascolo TORINO — Sono parenti stretti delle zanzare, quando attaccano 11 bestiame provocano gravi danni al patrimonio zootecnico. I «Simulidi», una specie di moscerini diffusi in tutto il mondo dell'ordine dei Ditteri, sott'ordine Nematocerl, hanno provocato nelle ultime settimane nel Trentino la morte di una trentina di mucche. Non è la prima volta che si verifica il fenomeno. Olà nel '74, nella stessa zona, 17 bovini furono uccisi dall'Insetto, mentre altri casi sono stati segnalati sull'altopiano Brentonico, nel Lomaso e In Valsugana. Il fenomeno sembra circoscritto alla zona compresa fra Trento e Verona e non si hanno notizie di casi in altre regioni d'Italia. Sono probabilmente le condizioni ambientali a favorire !o sviluppo dell'insetto, pericoloso quando attacca a sclami 1 bovini o tutti gli altri animali da alle¬ vamento che non si sono assuefatti o Immunizzati gradualmente al veleno. Il tossico viene inoculato, infatti, con la saliva solo dalle femmine ematofaghe. Dice il prof. Carlo Vidano, direttore dell'istituto di entomologia agraria dell'Università di Torino: «Nel nostro Paese, fortunnatamente, i Simulidi non rappresentano un grande problema per gli allevatori. Ma in Bulgaria e in Romania c'é una specie velenosissima che provoca la morte di centinaia di capi di bestiame e pone seri problemi all'uomo». In Birmania e nell'India settentrionale costituiscono un vero flagello. L'insetto è di circa 2-3 millimetri, di colore scuro, depone le uova lungo i torrenti o direttamente nelle acque. Continua 11 docente universitario: «E' l'habitat migliore per le larve che si sviluppano in acque fortemente ossigenate e ricche di microrganismi. Gli adulti maschi si nutrono di succhi vegetali, ma solo le femmine sono ematofaghe. E quando attaccano sono migliaia. Nei casi di forte infestazione possono essere raccolti in 10 minuti, attorno ad un singolo bovino, più di mille Simulidi». Quando aggredisce la femmina inietta saliva che ha un'azione irritante e antlcoaugulante. Il veleno, «di cui non si conosce ancora la natura», provoca negli animali gravi forme di deperimento organico che in alcuni casi può portare persino alla morte, mentre per l'uomo non è letale. Tuttavia viene considerato pericoloso perché può provocare irritazioni insopportabili, edemi, allergie, febbri, disturbi agli organi linfatici, emorragie. In Italia i Simulidi più diffusi sono quattre («Simulium reptans», «Simulium voilen- sis», «Odagmia variegata», «Odagmia monticola»), ma le specie sono decine, centlnia in tutto 11 mondo, alcune delle quali ancora sconosciute. Ma la loro aggressività e pericolosità è circoscritta a due mesi dell'anno (maggio e giugno), quando le femmine depongono le uova. Un'altra caratteristica di questi insetti è la capacità di compiere notevoli migrazioni attraverso 11 yolo -.fruttando le correnti ascensionali e muovendosi in sclami che a volte possono sembrare nubi. Numerosi 1 metodi di lotta per far fronte alla diffusione del Simulidi. Ancora il prof. Vidano: «Si possono utilizzare predatori e parassiti naturali da immettere nelle acque in cui si sviluppano le larve, mentre è sconsigliabile l'impiego di agenti chimici che' distruggono anche le altre specie animali». Emanuele Monta

Persone citate: Carlo Vidano, Vidano