Commedia bianca per la Namibia

 rn A B A ■ _ _ A mm A Commedia bianca per la Namibia Il Sud Africa instaura un «governo transitorio verso l'indipendenza» con sei partiti-fantoccio rn A B A ■ _ _ A mm A Commedia bianca per la Namibia Tra grandi festeggiamenti, si insediano a Windhoek un Consiglio dei ministri, un'Assemblea legislativa e un Consiglio costituzionale • Sostituito l'amministratore sudafricano, che resta però il «tutore» del territorio, ultima colonia nel Continente - D movimento di liberazione Swapo escluso dal potere: «Le elezioni avrebbero complicato i tentativi di una soluzione che ottenga il riconoscimento internazionale» NOSTRO SERVIZIO NOSTRO SERVIZIO W1NDHOEK — Si dice che la storia non si rljxjte mai; ma a volte, come dire, balbetta. Sei anni dopo l'insediamento in Namibia di un Consiglio dei ministri e di un'Assemblea Nazionale, dissonisi all'inizio del 1983 per mancanza di poteri effettivi, la colonia sudafricana torna ad avviarsi su questa strada. Il 18 aprile scorso, Pretoria aveva deciso, per porre fine al governo per decreti del territorio sotto lo scettro dell'amministratore generale sudafricano, di dare alla Namibia un governo di transizione, definito «di unità nazionale-, e di un'Assemblea legislativa incaricata di gestire il Paese nell'attesa di trovare una soluzione che ottenga l'avallò della comunità internazionale. I nuovi organismi sono entrati in funzione lunedi a Windhoek, dove erano stati organizzati grandi festeggiamenti. Il presidente della Repubblica sudafricano, accompagnato dal ministro degli Esteri Pik Botha e da quello della Difesa Magnus Malan, ha fatto una breve visita nella capitale della Namibia per firmare il «proclama» che affida una fetta del potere alle istituzioni volute dalla potenza tutelare. La cerimonia si è svolta al THntenpalast, un edificio costruito dai tedeschi all'inizio del secolo, ora sede dell'amministrazione sudafricana. Botha ha insistito che questa è soltanto una tappa sulla via dell'indipendenza, e ha precisato che «/e Nazioni Unite possono avere un ruolo utile, a condizione che si comportino in modo imparziale-. 1 nuovi organismi, definiti dunque «transitori-, devono la loro esistenza soltanto alla •generosità» di Pretoria, secondo la quale il popolo della Namibia «non è in grado di esercitare il suo diritto all'autodeterminazione- a causa dell'intransigenza della Swapo (South West African People's Organizations) che rifiuta di trattare con i «partiti interni». Sei dei quali sono riuniti nella Conferenza Multipartitica (Mpc) creata nel 1983, e sono sempre stati considerati dalla Swapo burattini destinati a controbilanciare l'influenza che il movimento di liberazione ha acquisito in diciannove anni di lotta. Del nuovo governo fanno parte otto ministri in rappresentanza di ciascuna delle sei formazioni; la Dta (Alleanza democratica della Turnhalle) ha tre rappresentanti, poiché raggruppa undici etnie della Namibia. La presidenza del Consiglio spetta a turno ai vari ministri, ma non è stato ancora precisato quanto durerà l'incarico. Il primo, comunque, sarà K. David Bezuidenhout, del Partito del Lavoro. L'Assemblea legislativa ha 62 membri, otto per ogni partito, e 22 per la Dta. E' stato insediato anche un Consiglio Costituzionale di 156 membri che, come dice la denominazione, dovrà elaborare una Carta entro 18 mesi al massimo. La Costituzione verrà poi sottoposta a referendum.. Tutti i rappresentanti di questi organismi sono già stati designati. Botha ha lamentato il fatto che la Conferenza multipartitica non abbia un «mandato popolare-, ma ha detto che -elezioni a livello nazionale avrebbero complicato i tentativi in corso per raggiungere un'indipendenza della Namibia che abbia il riconoscimento internazionale-. Il nuovo amministratore sudafricano, Louis Pienaar, ex ambasciatore in Francia, sostituirà dal 1° luglio Willie Van Niekerk, e dovrà avallare tutte le leggi votate dall'Assemblea. Tutto dipenderà dunque dal margine di ma- novra che Pretoria lascerà alla Conferenza multipartitica per gestire il Paese, smantellarvi il sistema dell'apartheid e modificarne le strutture interne. Poiché però la Cmp non ha una reale rappresentatività.1 dovrà scontrarsi con un'amministrazione recalcitrante, controllata per la maggior parte dai sudafricani. Tra i vari membri della coalizione, poi, c'è un abisso. Eben Van Zijl, capo del Partito nazionale, Andreas Shipanga, della Swapo democratica, e Moses Katjiuongua, della Swanu, non hanno affatto le stesse idee. Il primo ha rotto con la Swapo in seguito a una rivolta interna per il controllo dell'organizzazione: il secondo, anch'egli vicino alla ' Swapo, è stato messo in minoranza dal suo movimento perché era favorevole all'integrazione nella Conferenza multipartitica. Questi due leader, che rappresentano l'ala sinistra della Mpc, conferiscono dunque al governo una base più ampia di quella che aveva il vecchio Consiglio dei ministri, ma non riempiono il vuoto lasciato dalla Swapo, che respinge il tentativo sudafricano di escluderla dal potere. La certezza è di avere l'esclusiva rappresentatività della reale maggioranza, e l'accusa è che ancora una volta Pretoria aggira .'a Risoluzione 435 delle Nazioni Unite che prevede, dopo l'instaurazione di un cessate-il-fuoco, il ritiro delle truppe sudafricane, il dispiegamento di forze Onu e libere elezioni. La Mpc. inoltre, rappresenta in misura estremamente debole le etnie Nama, Damar, Kavango e soprattutto Ovambo: quest'ultima costituisce oltre il 50 per cento della popolazione (va¬ I lutala a un milione center lutata a un milione centomila abitanti), e tra gli Ovambo il movimento di liberazione recluta la maggior parte dei militanti e del guerriglieri. Lunedi la Stoapo e le .forze progressiste» della Namibia hanno organizzato una contromanifestazione nella township di Katutura, in risposta a quello che hanno definito mil circo della Mpc». Un circo, però, dalla regia perfetta, fatto per dimostrare al mondo che ha l'appoggio del Paese. A Katutura c'erano duemila persone, mentre allo stadio di Windhoek se n'erano radunate quindicimila per una giornata di festeggiamenti sorvegliati da un impressionante servizio d'ordine e da un'altrettanto impressionante presenza militare. Uno spettacolo in piena regola, con fuochi d'artificio, lancio di colombi, acrobazie aeree, paracadutisti, partita di calcio, cori, esibizione di atleti, sfilata militare. Regia perfetta, per distrarre i simpatizzanti della Mpc portati nella capitale con una flotta di autobus da tutto il Paese; bibite, cibo e badge sono stati distribuiti generosamente. La cerimonia d'insediamento della Conferenza è certo costata un patrimonio, e si è svolta sotto lo sguardo soddisfatto di parlamentari e rappresentanti di varie organizzazioni giunti dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna e dalla Francia per celebrare la nuova era della storia della Namibia. Il nuovo passo su quella che Pretoria presenta come l'unica strada possibile verso l'indipendenza della Namibia dopo 70 anni di .tutela» è il terzo schiaffo in un mese dato dal Sud Africa all'opinione pubblica internazionale. Il 21 maggio c'è stato il fallito tentativo di sabotaggio alla raffineria di Cablnda in Angola; il 14 giugno, il raid su Gaborone, nel Botswana; ora l'insediamento, nell'ultima colonia d'Africa, di un regime fabbricato da Botha in nome di «Dio onnipotente-. Michel Bole-Richard Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» ■ANGOLA. Pretoria. Una pattuglia di guerriglieri dello Swapo durante l'addestramento nella savana (Foto Grazia Neri)