Nuova mappa del potere

Nuova mappa del potere Dopo l'accordo pentapartito si discutono gli enti pubblici Nuova mappa del potere Adesso le aziende municipalizzate e quelle controllate dalle Istituzioni sono governate da uomini del psi o del pei, con qualche rara estensione al psdi (Promark) - La de chiede la riconferma all'Usi; in ballo Sito e FinPiemonte - Metrò e case, problemi da risolvere I Come Gambièra, con il pentapartito alla guida di Comune, Provincia e Regione, la mappa del potere nelle azien'de municipalizzate e nelle società controllate dalle pubbliiene amministrazioni? Dopo la svolta del 1975, il passaggio degli incarichi di maggior prestigio dalla de alle sinistre fu quasi traumatico. Ai democristiani rimasero solo le poltrone (pur di grande rilievo) del potere economico-bancario, dove le nomine erano e sono di origine romana. Oggi, trascorsi dieci anni, il capovolgimento riporta la de nella stanza dei bottoni e affida al pei il ruolo di opposi lore-controllore. L'attuale suddivisione degli incarichi pone in primo piano un'anomalia: gran parte dei vertici nei maggiori enti pubblici o parapubblici è nelle mani di uomini del psi, che sino alla svolta laica con il sostegno di de e psdi, avvenuta lo scorso gennaio, collaborava (direttamente o dando l'appoggio esterno) con giunte rosse e con il monocolore comunista del Comune. Il peso socialista, anche se non raggiungeva neppure un terzo di quello elettorale del pei, era (lo è ancora sino alla nuova ripartizione degli incarichi, che questa volta avverrà a cinque, fra de, psi, pri, pli e psdi) più o meno pari a quello comunista, con qualche variante socialdemocratica. Adesso tutto viene rimesso in discussione incominciando dall'Usi (dove la sostituzione del comunista Poli con il de Salerno è già avvenuta da alcuni mesi in concomitanza con la «svolta» al Comune) per continuare nelle aziende municipalizzate, nella società «Sito» per l'Interporto di Orbassano, nella FinPiemonte. La trattativa per questi enti, definiti impropriamente «di sottogoverno», non è ancora incominciata ufficialmente. I partiti, prima di dare il via ai patteggiamenti che porteranno alla nuova e completa raffigurazione del potere, cercano di definire gli equilibri di Regione, Provincia e Comune. Vi sono tuttavia indicazioni e richieste di massima da parte di ciascuno dei cinque partiti della nuova coalizione, che possono dare l'idea di come stanno procedendo le cose verso l'assetto istituzio¬ nale che guiderà la Torino pubblica nei prossimi anni. La città attende decisioni' importanti, che la pausa elettorale ha fatto rinviare privilegiando talvolta la polemica rispetto alla tanto necessaria concretezza. Tutti hanno sotto gli occhi, per esemplo, i ritardi per la realizzazione del metrò leggero, le difficoltà nella soluzione del problema casa. I due enti preposti alla soluzione di questi due problemi, il Consorzio trasporti torinesi e l'Istituto case popolari, sono acefali: i rispettivi presidenti, Carlo Bosco e Antonio Salerno (socialisti), si sono dimessi e l'Istituto case popolari ha un commissario. Di qui il discorso della ridistribuzione, in organismi provati dai deficit, ma utili per dare concretezza all'avvicendamento fra sinistre e pentapartito. La de, per esempio, ha la presidenza dell'Usi Torino 123 con il dott. Salerno (solo omonimo del Salerno psi), e, quando l'Usi sarà divisa in dieci (secondo la mappa delle nuove municipalità, oppure gli ospedali saranno scorporati in una sola Unità, extraterrltorlale), 1 democristiani tenteranno di ottenere la presidenza dell'Usi in cui sarà compreso il complesso delle Molinette. Il psi ha già chiesto la presidenza dell'Aem (l'Azienda energetica) per il dott. Giorgio Permetti, ex assessore nell'ultima giunta, che ha rinunciato alla rleantìidatura municipale. I socialdemocratici vorrebbero la riconferma di Fernando Vera alla Promark. mentre Acquedotto e Amrr (raccolta rifiuti) potrebbero andare al laici: pli e pri. Problemi anche per il Sito la FinPiemonte: il primo a iida socialista, il secondo comunista. Alla scadenza entrambi gli organismi camberanno manovratore, passando dal psi al pri e dal pel ai liberali. Sul tavolo della trattativa vi saranno molti altri enti, dalle autostrade Satap e Atlva, all'Ires, al Centro di calcolo, a settori delicati per il futuro della città. Ma in questi casi previsioni ed ipotesi risultano difficili. Giuseppe Sangiorgio

Persone citate: Antonio Salerno, Carlo Bosco, Giorgio Permetti, Giuseppe Sangiorgio

Luoghi citati: Orbassano, Poli, Salerno, Torino