Usa in allarme per il deficit estero Le grandi banche ribassano i tassi di Ennio Caretto

Usa in allarme per il deficit estero Le grandi banche ribassano i tassi ALLA VIGILIA DEL SUMMIT MONETARIO DEI DIECI GRANDI A TOKYO Usa in allarme per il deficit estero Le grandi banche ribassano i tassi NEW YORK — A due giorni dalla riunione del gruppo del 10 a Tokyo per la mtnlrlforma del sistema monetarlo, una delle più grandi banche americane, la Morgan Guaranty, la quinta, ha ridotto dal 10 al 9,5 per cento U «prime rate», l'interesse praticato alle società. L'iniziativa, che sarà seguita da molte sue consorelle, era attesa da alcune settimane, da quando la Riserva Federale aveva abbassato dall'8,5 all'8 per cento 11 tasso di sconto, che è applicato agli Istituti finanziari. Il livello del 9,5 per cento è il più basso del prime rate degli ultimi sette anni. A metà gennaio era sceso daini al 10,5 per cento, e a metà maggio al 10 per cento. Il suo massimo storico, raggiunto nel gennaio '80, è stato del 21,5 per cento. La riduzione del prime rate è la risposta della finanza americana al ristagno dell'economia e all'aumento del deficit della bilancia commerciale. OH ultimi dati sulla produzione industriale dimostrano che essa non riesce ancora a decollare, mentre quelli sugli scambi confermano che le esportazioni risentono dell'eccessivo apprezzamento del dollaro. Il dato che più ha allarmato le banche riguarda 1 commerci. Nel primo trimestre di quest'anno 11 loro disavanzo è stato di 30 miliardi di dollari. 60 mila miliardi di lire, all'incirca lo stesso dell'anno scorso. Ma esso, ha ammonito il ministro Baldrldge, ha reso gli Stati Uniti un Paese debitore per la prima volta dal 1914. In precedenza. l'America aveva sopperito al disavanzo col profitti dei suoi investimenti all'estero: oggi però essi rischiano di scendere al di sotto del profitti degli investimenti stranieri negli Usa. La manovra bancaria, se sorretta dal taglio del deficit dello Stato attualmente all'esame del Congresso, porterebbe al rilancio della produzione Industriale e — tramite un graduale deprezzamento del dollaro — a quello delle esportazioni. Il monito di Baldrldge e stato aspro: •Dobbiamo tagliare drasticamente la spesa pubblica per consentire altri ribassi del prime rate- ha detto • altrimenti rimarremo sommersi sotto un mare di debiti-. L'istituto di economia internazionale di Washington ha calcolato che, se la situazione non cambierà, gli Stati Uniti nel 1990 avranno un debito spaventoso, 1000 miliardi di dollari, dieci volte tanto quello del Brasile o del Messico, oggi 1 Paesi più indebitati, con Interessi annui di 100 miliardi. I dati economici hanno ieri Indebolito 11 dollaro, facendo- lo scendere tra l'altro da 1950 a 1943 lire, e alzando il prezzo dell'oro. Ma questa è stata solo una conferma della instabilità del mercati monetari, e della necessità di una mtnlrlforma che li stabilizzi. A Tokyo, il compito del Gruppo del 10 sarà di avanzare proposte precise In me- rito. Le principali sono state già concordate. Si tratta di delegare al Fondo monetarlo Internazionale un potere di sorveglianza sulle politiche economiche dei 10 (11 in realtà, perché al Oruppo si è aggiunta la Svizzera): e di promuovere una collaborazione allo stesso scopo tra le Banche centrali e 1 ministeri del Tesoro. Dal coordinamento delle macrostrategle dei governi scatterebbero rapporti più costanti e realistici tra le varie monete, che porrebbero fine alle tempeste attuali. Il Fondo monetarlo non avebbe poteri coercitivi, ma i Paesi membri non riuscirebbero più a sottrarsi alle sue raccomandanzloni, al contrario di quanto hanno fatto Einora: 11 Olappone ad esemplo non ha aperto 11 suo mercato ai prodotti stranieri, e gli Stati Uniti hanno rifiutato di abbassare tempestivamente il prime rate. Le Banche centrali compirebbero altresì più interventi coordinati che in passato. La minirlforma però non tocca nella sostanza il sistema dei cambi fluttuanti, come avrebbero voluto i francesi, e neppure promuove un grosso aumento della liquidità. Soprattutto, non stabilisce per il dollaro una fascia di oscillazione, né lo Introduce con lo yen giapponese e con l'ecu europeo in una specie di serpentone mondiale. Ennio Caretto