Regione, primo passo

Regione, primo passo Il socialista Viglione eletto presidente del Consiglio Regione, primo passo Tutte le forze politiche sono rappresentate nell'Ufficio di presidenza, tranne il msi il cui capogruppo ha protestato, ma senza successo - Verdi, verdi civici e dp consiglieri-segretari a rotazione - Ma la giunta continua ad essere provvisoriamente quella di prima: pci-psi-psdi Alle 14,10 di ieri Aldo Viglione, socialista, è stato eletto, con 35 voti su 60, presidente del Consiglio regionale. Una carica che ha rivestito già nella prima legislatura (poi è stato dal 75 all'80 presidente della giunta, e, di nuovo, dopo lo scandalo delle tangenti). E lo è tuttora; le due cariche non sono incompatibili e la giunta regionale di sinistra psi-pci-psdi resta in vigore per l'ordinaria amministrazione fino a quando non viene eletta la nuova, con i criteri richiesti dallo Statuto. Vale a dire: presentazione di un documento programmatico accompagnato dalla lista degli assessori e dal nome del presidente. Cosi la Regione Piemonte, dove le elezioni del 12 maggio hanno dato al pentapartito (psi, de, pli, pri, psdi) la maggioranza, e per la quale questi partiti si sono pronunciati su un governo consono a quello nazionale, continua ad essere, governata temporaneamente da una giunta di sinistra in cui sono presenti anche due assessori (Bajardi, sanità, e Ferrerò, cultura) non più eletti in Consiglio regionale, bensì in quello comunale. Questa considerazione è stata fatta ieri da più di una forza politica, con la conseguente sollecitazione a concludere le trattative per il programma e la suddivisiione degli assessorati. Ma è molto probabile che nella prossima riunione di consiglio (da convocarsi non prima di 8 e non dopo 15 giorni da ieri) non ci sia ancora accordo, per cui i consiglieri si riuniscono, vedono che non esiste materia di discussione e la seduta viene sciolta e riconvocata con la scadenza già detta. Nel frattempo il Piemonte continua a vivere i suoi problemi che Viglione, nel suo brevissimo discorso di presa di possesso della carica, ha Identificato nella «profonda trasformazione socioeconomica quale forse non si è mai registrata nel nostro Paese e nella nostra regione, alla quale occorre dare risposte adeguate, coraggiose, che anticipino e governino il nostro futuro e il cambiamento». E ha fatto appello «a una larga unità delle forze democratiche, pur nella diversità dei ruoli di una vita profonda- Temperatura di ieri mente democratica». La seduta, convocata per le 10, ha avuto un ritardo di un'ora buona, perché prima ci sono state riunioni di partito e di capigruppo. Poi le formalità delle rinunce e relative sostituzioni: Rivalla (pei) eletto nei collegi di Cuneo e Torino, ha scelto Torino lasciando il posto di Cuneo a Primo Ferro; Carazzoni (msi) eletto a Torino e Novara, ha optato per Novara consentendo l'ingresso in consiglio alla signora Marta Minervini; Boslo (pei) anch'egli eletto a Torino e Novara ha preferito Torino ed è cosi entrato anche il novarese Avondo; Adelaide Aglietta ha scelto di rimanere in Parlamento e Enzo Tortora, primo escluso, ha rinunciato: cosi in Consiglio è entrato Angelo Pezzana; infine Enrico Morando, pei, eletto nella clrcoscrizloine di Alessandria, ha rinunciato cedendo il posto alla prima esclusa Silvana Dameri Todarello. Vicepresidenti sono stati eletti Cerchio (de) e Laura Marchiaro (pei); consiglieri segretari Turbiglio (pli), Fracchla (pri), Mignone (psdi) e Ala (verde). Quest'ultimo rappresenta i tre gruppi «ambientalistici e antinucleari»' verde, verde civico e dp e ha già annunciato che il posto sarà soggetto a rotazione: venti mesi ciascuno. Cosi tutte le formazioni politiche sono presenti, escluso il msi il cui capogruppo, Carazzoni, ha protestato con energia, ma senza risultato. Tutti i gruppi hanno espresso le loro valutazioni sui risultati elettorali e sul futuro del Piemonte dando una chiara indicazione del programma che propongono per questi cinque anni. Domenico Garbarlno