Sardegna pronto l'esercito per combattere gli incendi

Sardegna, pronto l'esercito per combattere gli incendi Dichiarata l'emergenza, si tenta di bloccare un flagello ricorrente Sardegna, pronto l'esercito per combattere gli incendi Mobilitati settemila uomini, tredici elicotteri, cinque aerei - Le basi operative saranno sei DAL NOSTRO CORRISPONDENTE CAGLIARI — La stagione dei grandi fuochi è arrivata, la Sardegna è in stato di allarme. Uomini e mezzi sono stati schierati in prima linea per combattere la ricorrente battaglia contro gli incendi, un flagello che in passato ha lasciato rovine e ha seminato disperazione e morte. Da metà mese è scattato il piano per prevenire e combattere l'annosa piaga messo a punto dalla Regione con il contributo determinante del ministero della Protezione civile. L'impegno è notevole. Con quindici miliardi messi a disposizione dall'amministrazione regionale (a essi si sommano gli otto del contributo statale) è stato mobilitato un esercito di circa settemila uomini, guardie forestali della Regione e dello Stato, guardie venatorie, vigili del fuoco ausiliari, barracela (guardie campestri), personale impiegato nei Comuni. Le .truppe, avranno una copertura aerea assicurata dall'esercito: sulle piste sono schierati dieci eli coiteri deli-Ale», tre aerei da ricognizione, due «G-222». un grosso elicottero «CH-47» e altri due dei vigili del fuoco Negli aeroporti di Elmas e di Alghero sono state allestite stazioni di rifornimento di 11 quldo ritardante per I velivoli. Sei basi operative per eli' cottero sono state create nei punti strategici dell'isola: nei pressi della foresta di Marga nai (Cagliari), a Lanusei (sul la costa orientale), a San Leonardo (nell'alto Oristanese), a Anela (nel Sassarese) e quindi vicino a Tempio e a Nuoro. Vi prestano servizio centocinquanta vigili del fuoco assunti dalla Regione. Il contingente degli uomini comprende altri 450 vigili «discontinui, a disposizione del quattro comandi provinciali; 1500 operai forestali che operano nei cantieri di rimboschimento; 2259 barracelli; 400 militari per gli interventi a terra e per quelli aerei; 800 volontari dei Comuni, oltre a 173 guardie forestali della Regione e a 62 del corpo fore¬ stale. Infine vi sono anche una cinquantina di guardie dei comitati per la caccia. Tra qualche giorno lnizierà l'attività nel centro operativo regionale che raccoglierà le segnalazioni sugli incendi e coordinerà gli interventi per evitare sovrapposizioni, ritardi e disguidi. Anche l'ufficio dispone di mezzi notevoli, soprattutto lia un efficace sistema di comunicazioni. La mobilitazione è stata agevolata da un provvedi¬ mento del ministro della Protezione civile, Giuseppe Zamberletti. Accogliendo la richiesta formulata dal prèsidente della giunta regionale sarda, Mario Melis, il rappresentante del governo ha dichiarato in Sardegna lo «stato di emergenza» per il periodo tra il 15 giugno e il 31 agosto. Il provvedimento ha consentito l'utilizzazione, di uomini e mezzi in deroga alle disponibilità ordinarie del bilancio statale. In altre parole. l'ordinanza di Zamberletti ha permesso assunzioni altrimenti vietate. L'esercito del fuoco dovrà vigilare sull'intera isola, ma soprattutto dovrà difendere i 400 mila ettari di bosco, salvaguardando inoltre le coltivazioni. L'incarico ricadrà anche sui volontari, soprattutto giovani che si stanno mobilitando e chiedono di essere utilizzati. . Mezzi e uomini saranno sufficienti a vincere la battaglia? Per ora è impossibile dirlo: potranno chiarirlo solo 1 primi interventi sul campo. Avverrà quanto prima, le avvisaglie ci sono già state. Nei giorni scorsi, un grosso incendio ha ridotto in cenere oltre un centinaio di ettari di terreno nelle campagne al confine tra le province di Nuoro e Sassari. E' invece scontato che la battaglia sarà pèrsa se i sardi non si impegneranno al fianco dei militari, dei vigili del fuoco e dei forestali. Lo ha spiegato a chiare lettere il presidente della Regione, Mario Melis, presentando il plano messo a punto dall'amministrazione. «Un elemento essemiale nella lotta contro il fuoco — ha sottolineato — è il coinvolgimento delle popòIasioni. Il cittadino non può delegare ad un organo la difesa dell'ambiente nel quale vive. Deve assumersene la responsabilità in prima persona:.. Un po' tutti si augurano che l'invito venga raccolto. Nel caso contrario, l'isola rischierà di trasformarsi in un deserto. Corrado Grandesso

Persone citate: Corrado Grandesso, Giuseppe Zamberletti, Marga, Mario Melis, Zamberletti