Mitterrand e Craxi, confronto di due europeismi per il vertice di Alfredo Venturi
Mitterrand e Craxi, confranto di due europeismi per il vertice A Firenze i colloqui italo-francesi per preparare il summit Cee di fine giugno Mitterrand e Craxi, confranto di due europeismi per il vertice L'Eliseo sostiene una linea cauta sui grandi temi del rilancio politico - Roma è per la convocazione di una conferenza intergovernativa sulla riforma istituzionale della Comunità - Alla Francia preme il consenso sul progetto Eureka DAL NOSTRO INVIATO FIRENZE — . Unione europea subito!': davanti a Palazzo Pitti, imbandierato con i tricolori d'Italia e di Francia, mentre nella Corte d'onore Francois Mitterrand ascolta compunto, accanto a Bettino Craxi. le note familiari della Marsigliese, un gruppo di federalisti scandisce lo slogan. E' la richiesta appassionata del gran salto di qualità, del passaggio, secondo le linee del progettoSpinelli, dall'Europa mercantile all'Europa politica, soggetto e non oggetto di storia nell'era delle superpotenze. Un passo deciso verso l'unione europea era anche l'ambizioso obiettivo del vertice che, nel Castello Sforzesco di Milano, concluderà, fra due settimane, il semestre della presidenza italiana. Lo è ancora? Il dubbio è lecito, è d'obbligo: l'Europa stenta a uscire dalla gabbia degli egoismi nazionali: e lo si è visto ancora una volta a Lussemburgo, dove l'altro giorno il rifiuto tedesco di accettare interventi sui prezzi agricoli ha spaccato lo schieramento dei Dieci. Non è un mistero che la Francia, dopo la calda perorazione di Mitterrand in favore del progetto-Spinelli, un anno fa a Strasburgo, ha un po' raffreddato i suoi entusiasmi. Parigi predica ora l'opportunità di un approccio graduale, che eviti lo scontro con i tiepidi, i perplessi, gli oppositori. Ha dunque ancora un senso l'Europa sognata dai federalisti. l'Europa del salto di qualità? Lo si vedrà a Milano: e intanto era essenziale per la presidenza italiana, mettere a fuoco il punto di vista della Francia, cosi come la settimana prossima, a Roma, Craxi raccoglierà l'opinione tedesca nell'incontro con Kohl. L'opinione france¬ se si è fatta dunque gradualista: Parigi parla di piccoli passi. Ma parla anche di un grande passo. E' il progetto Eureka, il sofisticato programma di ricerche, sulle frontiere più avanzate della tecnologia, che la Francia propone all'Europa perché essa 'riprenda in mano il suo destino-. L'Italia ha manifestato interesse all'Eureka: ma anche all'iniziativa di difesa strategica di Ronald Reagan, il programma meglio noto come scudo spaziale o guerre stellari. Il problema riguarda la compatibilità tra i due sistemi: sono perfettamente compatibili, si dice a Londra e a Roma, non lo sono affatto, si dice a Parigi, dove si rileva la fondamentale diversità del progetto francese riferito alle tecnologie civili rispetto alle tecnologie americane applicate alla difesa. Dunque a Firenze, nella preziosa Sala delle ambre, al Museo degli argenti di Palazzo Pitti, dove ieri Mitterrand e Craxi hanno avuto un primo colloquio, si sono confrontati due europeismi. L'europeismo istituzionale di cui si fa interprete il presidente italiano: e che dovrebbe culminare a Milano nella convocazione di una Conferenza intergovernativa che imposti il trattato per il pas- saggio dalla comunità all'unione. L'europeismo pragmatico di Mitterrand, che è soprattutto rifiuto del bipolarismo russo-americano, e si manifesta nella sfida tecnologica chiamata Eureka. Naturalmente esiste una compatibilità possibile, anche fra questi due europeismi. Anche se la parola baratto ripugna alle buone maniere della diplomazia, è possibile che la posizione francese sull'unione europea ritrovi gli antichi entusiasmi, se l'Italia saprà guardare all'Eureka. a sua volta, con più convinzione. Di fatto, ieri, Craxi e Mitterrand hanno parlato di una dichiarazione dei Dieci, a Milano, sull'unione europea, affrontando anche, in un'atmosfera che il portavoce italiano Ohirelli definisce .di ampia convergenza', il tema della Conferenza intergovernativa. Uno stuolo di ministri accompagna i due presidenti: compresi i titolari degli Esteri, Roland Dumas e Oiulio Andreotti, e della Difesa, Charles Hernu e Giovanni Spadolini, Si è parlato anche, nella prospettiva del vertice milanese, del nodo del Medio Oriente del quale l'Europa, per ragioni politiche e geografiche, non può disinteressarsi. In particolare non possono Italia e Francia, che hanno una riconosciuta responsabilità diplomatica nella regione. Il problema è incoraggiare 11 decollo del negoziato: si tratta di giocare, su quel tavolo incandescente, la carta giordana. E' necessario aggirare 11 muro dell'incomunicabilità Israele-Olp, di immaginare una delegazione giordano-palestinese che, priva di legami formali con l'organizzazione di Arafat, non provochi il tradizionale, e pregiudiziale, rifiuto israeliano. Alfredo Venturi
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